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SBK, Toprak Razgatlioglu e lo sfogo in Australia. Il momento e perché tornerà a ruggire

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Max Temporali

Max Temporali

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Le parole dopo Phillip Island ("E' una Ducati Cup") vanno al di là della questione regolamentare delle Super Concessioni. Nascono dal momento che vive il pilota turco, dall'infortunio alla mano destra lo scorso gennaio e da una pista, quella australiana, sempre molto complicata per lui. In quelle parole tanta impulsività, ma tornerà a ruggire

TOPRAK: "COSI' E' DUCATI CUP, POTREI NON CONTINUARE"LO SPECIALE SBK

Le dichiarazioni di Toprak Razgatlioglu dopo Phillip Island hanno una genesi ben precisa, che va oltre e prescinde dalla questione regolamentare. Lo sfogo sul dominio Ducati in Australia e la minaccia del 'potrei non correre più qui', muovono sì dalla vicenda delle Super Concessioni e delle regole che non permettono più a Bmw di usare il telaio con cui ha vinto il Mondiale 2024 (clicca qui per la ricostruzione), ma ha origine anche da altro. Quest’inverno, a causa di un infortunio in allenamento dove si è fratturato il dito indice della mano destra, Toprak non ha potuto macinare chilometri né allenarsi come avrebbe dovuto in vista della nuova stagione.

L'infortunio, il buon segnale da Portimao e una pista complessa per Toprak in Australia

Prima del debutto australiano, il pilota turco era salito sulla sua nuova Bmw solo in un'occasione a Portimao (fine gennaio). Eppure, in quella giornata, era riuscito anche se con pochissimi giri ad essere comunque il più veloce di tutti, dimostrando che la moto non è certo da buttare via. Tutt'altro. Certo, il poco tempo avuto a disposizione non gli ha permesso di prendere le misure col mezzo, tra l’atro su una pista che per lui è stata sempre abbastanza complessa. Complessa perché non ci sono punti di frenata, ed è unica nel campionato della SBK per quel che concerne la scorrevolezza, l’ampiezza delle curve e la velocità con cui si percorrono. E Toprak questa cosa la soffre e l'ha sempre sofferta. Qui ha vinto una sola volta, nel 2020, quando guidava una Yamaha (ed erano anche condizioni particolari).

Che senso hanno allora le parole nel dopo Phillip Island?

Diciamo che Toprak ha provato a dare una spiegazione, di sicuro impulsiva e che nasce dal suo essere sempre molto spontaneo. In questo caso, però, anche irrazionale, lamentandosi di 'una Bmw che non più la sua Bmw', ma che tornerà ad esserlo da Portimao. Di questo ne sono convinto. Perché là dove si è in presenza di piste dove va forte - e sono il 90% di quelle in cui si corre – vedremo un campionato più equilibrato. D'altra parte c'è però una Ducati che può puntare su tanti piloti di livello, con un paio ai quali va invece dato necessariamente tempo di adattamento. E mi riferisco a Montella con Barni e Vickers con Team Motocorsa Racing. Tutti gli altri conoscono già bene la Panigale, ma è soprattutto il loro valore a parlare chiaro.

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