MotoGP, il post di Jorge Martin sul rientro non è criptico: la spiegazione

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Guido Meda

Guido Meda

©IPA/Fotogramma

Una sola frase in bianco su sfondo nero: "This comeback is personal". Sono queste le parole utilizzate da Jorge Martin per tornare sui propri social, un post che ha scatenato la curiosità di tanti soprattutto dopo i rumors che lo vedevano lontano da Aprilia. Ma il post non è criptico: la spiegazione

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"This comeback is personal", con scritta bianca su fondo nero e nient'altro per riapparire nel mondo pubblico attraverso i social. Jorge Martin la firma. E' criptico dicono. In realtà forse lo è solo per chi in questi giorni si è allenato per bene a vedere la parte formale del tentativo di svincolarsi dall'Aprilia prima che sia finito il contratto. Considerando invece l'uomo, il ragazzo che attraversa un momento durissimo, il campione del mondo che nemmeno ha fatto in tempo ad accorgersene, ecco che quel modo lì di ripresentarsi sembra più semplicemente l'esposizione di una fragilità. E' come se dicesse che al di là del business, delle clausole, dei manager e delle case che agiscono, dei contenziosi in prospettiva (o magari no), degli insulti presi e dei complimenti ricevuti, c'è lui, demolito nelle sue certezze e nelle ossa, che peraltro non è nemmeno la prima volta. Lui che – per quello che ne sappiamo - potrebbe anche avere paura di rimettersi in sella, lui che non sa più cosa inventarsi per fare presto a ritornare sano come essere dotato di un corpo fisico, ok, ma per il resto non sa. Si è preso del mercenario, senza aver aperto bocca, senza che abbia comunicato sensazioni. Un po' troppo. Ecco, questo "come back" che è "personal", forse dovrebbe spingerci tutti a non immaginare sempre i piloti come esseri che si rompono e si aggiustano a comando come se fosse una parte automatica del gioco. A non giudicarli frettolosamente come perdenti e sfigati nel momento in cui certe cose riescono ad alcuni e non riescono ad altri. A non pensarli solo come strumenti che guidano per fare e far fare i soldi e per il nostro divertimento. C'è anche quello, è ovvio, ma pensiamo pure il resto. Per il ritorno c'è da aspettare ancora, non sappiamo nemmeno quanto, ma Martin ha fatto bene a ricordare a tutti noi che è una questione personale; a tutti noi e anche a chi lo considera presto guarito, sereno, impermeabile, oggetto di business, prospettiva vincente e redditizia per un futuro di cui forse nemmeno lui sa bene di sé. Sballottato magari, con qualche dubbio magari. O magari anche no, ma lo sa solo lui. Una questione personale per l'appunto.  

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