Bagnaia Mondiale: la vittoria di Pecco ha più volti

MotoGp

Anna Maria Di Luca

Cosa c'è dietro il successo in un Campionato del Mondo e soprattutto chi c'è, facce e nomi poco noti ma determinanti in tutto, l'affermazione di un Team è la prova concreta della professionalità degli uomini che lo compongono. Così è lo Sky Racing Team VR46, Pecco è Campione del Mondo anche per questo

 

Aveva 17 anni Francesco Bagnaia quando si è affacciato al nascente Sky Racing Team VR46, è stato tra i primi piloti a vestire i colori del team: quell'azzuro Sky combinato col nero che tante livree ha visto in questi anni, trasformandosi anche, ogni anno, nel tricolore per i GP di casa o nell'azzurro oceano per la campagna "Sky Ocean Rescue". 

In molti guardavano con scetticismo all’operazione, si trattava di una sinergia con Valentino Rossi e la sua Academy VR46 ma per Sky era una cosa totalmente nuova: puntare su talenti, non televisivi, e soprattutto scovarli, far emergere il "genio" nascosto, educarli al Motomondiale, alla vita di pista e ai riflettori. Un percorso voluto, cercato, costruito. Sempre più di anno in anno. 

Nel 2014 Pecco entrava per la seconda volta nel Campionato del Mondo di Moto3, ma in questa occasione il Qatar lo aspettava con la moto "vestita" Sky. Non fu una grande annata ma l’imprinting era avvenuto. Pecco ritornerà dopo due stagioni a Sky-VR46, in Moto2, e non perderà colpi. Né lui né il suo staff. Da "Rookie of the Year" (2017) al Titolo Mondiale (2018), il passo non è poi così breve né scontato. Diciannove Gran Premi, un intero Motomodiale, 9 mesi di gestazione (da inizio Marzo a Novembre) tra test, gare e giro del mondo, lo separavano dall'incoronamento. 2.002,400 KM (Moto2) sarebbero stati tutti da percorrere dal Qatar a Valencia, ultima tappa (in realtà lui, come gli altri, si sono risparmiati la corsa di Silverstone annullata per cattivo tempo).

In tutti questi mesi sono ovviamente molte e differenti le condizioni climatiche da gestire, le cadute da evitare, e le rimonte (semmai) da intraprendere. No, il passo non era affato breve. Ed invece, eccolo Campione del Mondoo....???.., con punti... quando... tappe alla fine del Motomondiale. Lui sulla Kalex, il più veloce di tutti i piloti. E con lui la squadra intera, senza esclusione, tutti ma proprio tutti che dentro e fuori dal box hanno fatto il massimo per rendere il talento finalmente visibile al mondo. La vittoria del Motomondiale Moto2 2018 ne è la prova concreta.

Il successo è di Pecco e dello Sky Racing Team VR46, ha nomi e volti conosciuti e meno conosciuti, Bagnaia lo sa. Valentino ed Uccio (Alessio Salucci) sappiamo tutti chi sono. Pablo Nieto,Team Manager gli ha costruito intorno una squadra ad hoc; Luca Brivio,Team Coordinator, non ha perso di vista neanche un dettaglio nell’organizzare la stagione; Idalio Gavira, coach di guida, a lui delle piste non sfugge niente, avanti e indietro tra un sopralluogo e l’altro, osserva e segna ogni cosa. Pecco si nutre degli occhi di Idalio. E c’è poi il suo capotecnico, David Munoz, i due si comprendono a volo. E che dire del telemetrista Sergio Martinez o dei meccanici Miguel Perurena e Carletto Micheli, che ha la capacità di rassicuraralo in ogni occasione. 

Nel 2014 al debutto con la scuderia Sky in Qatar il giovane Pecco diceva: "Adesso non ci resta che spingere e partire forte sin dal primo momento. Farò il meglio possibile, dando sempre il massimo”. Nel 2018 dallo stesso Qatar in poi, lo ha dato eccome il suo meglio. Ha spinto fino a toccare la velocità massima di 281 km/h, ed è accaduto al Mugello.

Suo fratello Filippo ricorda la prima gara di questa straordinaria stagione come noiosa perchè "Pecco era sempre davanti...". A Misano mentre il papà Pietro si agitava a bordo pista, la mamma Stefania più nascosta, preferiva non guardare: "Pecco è imprevedibile - ripeteva - sembra calmo ma ha un bel temperamento, è cocciuto". Sì cocciuto ed imprevedibile tanto che il debuttante del 2017 oggi con il trofeo ben stretto è salito sul tetto del mondo.