Dakar, è ancora tragedia: muore un motociclista argentino
MotoriComincia malissimo l'edizione 2012 del rally più pericoloso del mondo. Nel corso della prima tappa tra Mar del Plata e Santa Rosa della Pampa è deceduto, a seguito di una caduta, il 38enne Jorge Martinez Boero. Inutile la corsa in elicottero in ospedale
Lo speciale sulla morte di Marco Simoncelli
La quarta edizione sudamericana del Rally Dakar, la 33/a della storia della corsa più funesta al mondo, è iniziata ancora nel sangue: pochi chilometri dopo la partenza da Mar del Plata un pilota argentino di 38 anni, Jorge Martinez Boero, è morto a seguito delle ferite riportate dopo aver perso il controllo della sua moto.
I preparativi per quella che viene definita come 'la corsa più pazza del mondo' erano iniziati giorni fa in un clima di festa in un'Argentina in piena estate, in particolare lungo le spiagge di Mar del Plata e le altre localita' della costa atlantica del paese, dove le moto e le auto della Dakar hanno oggi fatto i primi chilometri della lunga corsa che si concluderà il 15 gennaio a Lima, in Perù.
La notizia della morte del centauro argentino è stata uno choc per tutta la carovana della gara, mentre stanno già scattando le polemiche per una gara che dal '79 ha lasciato una scia interminabile di sangue. Martinez Boero e' morto in seguito a una caduta a due chilometri dal traguardo della prima tappa della 33/a edizione della Dakar, una speciale di 57 km tra le dune di sabbia, nei pressi della cittadina di Necochea. "Dopo la caduta il pilota è stato vittima di un arresto cardiaco - hanno fatto sapere gli organizzatori - è stato soccorso cinque minuti dopo l'incidente dal personale medico della corsa presente a bordo di un elicottero. Ma non è stato possibile rianimarlo ed è morto durante il trasferimento in ospedale". A quanto pare, riferiscono i media locali, il motociclista è morto dopo aver sbattuto con violenza contro un tombino della strada dove ha perso il controllo della sua Beta.
Boero aveva già partecipato alla Dakar lo scorso anno, ed era stato costretto a ritirarsi nel corso della 6/a tappa dopo una caduta a un chilometro dall'arrivo a Iquique, in Cile. Nell' incidente era finito in un burrone e aveva dovuto aspettare i soccorsi più di otto ore. Il pilota era figlio del vincitore nel 1982 della categoria locale di automobilismo 'Turismo Carretera', personaggio noto nell'ambiente delle gare d'auto, conosciuto con il nome di 'El Gaucho'.
Prima della partenza stamani da Mar del Plata aveva dichiarato che la sua partecipazione al rally aveva tra l'altro il significato di "un omaggio a mio padre". Per poter partecipare alla gara, il motociclista aveva fatto molti sacrifici economici, hanno ricordato oggi i suoi amici, visto che aveva per esempio venduto un appartamento. Qualche ora fa, il 38/enne motociclista aveva scritto quello che sarebbe stato il suo ultimo testo via twitter: "Auguri a tutti. Grazie per i vostri messaggi, sono pronto a dare tutto. Ciò che non uccide, ci rafforza", sottolineava. In un altro messaggio, scritto ieri, aveva d'altra parte ricordato che "il camion per l'assistenza della mia moto ha sfortunatamente sbattuto ed è impossibile ripararlo. Ma non mi arrendo - aveva promesso - ce la metterò tutta e arriverò a Lima". Ma la sua corsa è finita prima, nel rispetto di quella maledizione che in 33 anni ha sempre accompagnato la Dakar.
La quarta edizione sudamericana del Rally Dakar, la 33/a della storia della corsa più funesta al mondo, è iniziata ancora nel sangue: pochi chilometri dopo la partenza da Mar del Plata un pilota argentino di 38 anni, Jorge Martinez Boero, è morto a seguito delle ferite riportate dopo aver perso il controllo della sua moto.
I preparativi per quella che viene definita come 'la corsa più pazza del mondo' erano iniziati giorni fa in un clima di festa in un'Argentina in piena estate, in particolare lungo le spiagge di Mar del Plata e le altre localita' della costa atlantica del paese, dove le moto e le auto della Dakar hanno oggi fatto i primi chilometri della lunga corsa che si concluderà il 15 gennaio a Lima, in Perù.
La notizia della morte del centauro argentino è stata uno choc per tutta la carovana della gara, mentre stanno già scattando le polemiche per una gara che dal '79 ha lasciato una scia interminabile di sangue. Martinez Boero e' morto in seguito a una caduta a due chilometri dal traguardo della prima tappa della 33/a edizione della Dakar, una speciale di 57 km tra le dune di sabbia, nei pressi della cittadina di Necochea. "Dopo la caduta il pilota è stato vittima di un arresto cardiaco - hanno fatto sapere gli organizzatori - è stato soccorso cinque minuti dopo l'incidente dal personale medico della corsa presente a bordo di un elicottero. Ma non è stato possibile rianimarlo ed è morto durante il trasferimento in ospedale". A quanto pare, riferiscono i media locali, il motociclista è morto dopo aver sbattuto con violenza contro un tombino della strada dove ha perso il controllo della sua Beta.
Boero aveva già partecipato alla Dakar lo scorso anno, ed era stato costretto a ritirarsi nel corso della 6/a tappa dopo una caduta a un chilometro dall'arrivo a Iquique, in Cile. Nell' incidente era finito in un burrone e aveva dovuto aspettare i soccorsi più di otto ore. Il pilota era figlio del vincitore nel 1982 della categoria locale di automobilismo 'Turismo Carretera', personaggio noto nell'ambiente delle gare d'auto, conosciuto con il nome di 'El Gaucho'.
Prima della partenza stamani da Mar del Plata aveva dichiarato che la sua partecipazione al rally aveva tra l'altro il significato di "un omaggio a mio padre". Per poter partecipare alla gara, il motociclista aveva fatto molti sacrifici economici, hanno ricordato oggi i suoi amici, visto che aveva per esempio venduto un appartamento. Qualche ora fa, il 38/enne motociclista aveva scritto quello che sarebbe stato il suo ultimo testo via twitter: "Auguri a tutti. Grazie per i vostri messaggi, sono pronto a dare tutto. Ciò che non uccide, ci rafforza", sottolineava. In un altro messaggio, scritto ieri, aveva d'altra parte ricordato che "il camion per l'assistenza della mia moto ha sfortunatamente sbattuto ed è impossibile ripararlo. Ma non mi arrendo - aveva promesso - ce la metterò tutta e arriverò a Lima". Ma la sua corsa è finita prima, nel rispetto di quella maledizione che in 33 anni ha sempre accompagnato la Dakar.