WRC 2017, la stagione della verità per Hyundai

Motori

Piero Batini

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Momento cruciale per il Team Principal della squadra Hyundai, Michel Nandan, pronto ad incrociare la storia con una i20 completamente nuova e le incognite del nuovo regolamento e degli avversari. L’opera è a buon punto!

Alla fine della Stagione 2016 il Team Hyundai è Vice Campione del Mondo Costruttori, Thierry Neuville, completamente recuperato è Vice Campione del Mondo Piloti, alla i20 è seguita la programmata New Generation i20, la i20 R5 e, eccoci al momento chiave in cui si completa la sincronizzazione tra intenti e realismi, è pronta anche la i20 Coupé WRC versione 2017, che sarà affidata ai confermati equipaggi per debuttare sulla stessa linea di partenza degli avversari a Monte-Carlo. Ecco l’intervista al boss Hyundai Michel Nandan.

Signor Nandan, era previsto sin dall’inizio che Hyundai Motorsport si impegnasse nella progettazione, nello sviluppo e nella costruzione, per non parlare della gestione sportiva, di ben 4 vetture (consideriamo anche la R5) in tre anni? - “Per la verità no. Prima di tutto perché non avevamo previsto ancora lo sviluppo della R5, che è venuto come uno step successivo, e poi soprattutto perché quando abbiamo iniziato noi il nuovo regolamento, quello che è storia di oggi e che si attiverà nel 2017, non era ancora neanche nell’aria.”

Quindi “from scratch” significa che ti hanno dato carta bianca e che tutte le decisioni e le scelte, anche quelle primordiali per arrivare al primo assetto generale, ricadevano sotto la tua giurisdizione. Una bella responsabilità, e un impegno notevole! Come eravate organizzati all’inizio? - “Non è stato facile, soprattutto all’inizio, quando non c’era ancora niente di organizzato veramente, neanche la base operativa e il lavoro degli ingegneri e dei tecnici. Tutto da fare, tutto da costruire. In quel momento è stato davvero difficile. Poi le cose hanno iniziato a funzionare, e l’anno scorso, e questa stagione logicamente ancora di più, siamo riusciti a lavorare davvero bene. Era una questione di organizzazione, di planning. Oggi abbiamo un reparto che lavora sulle WRC, e uno sulla R5. In effetti non era previsto di dover costruire una Macchina all’anno, per il solo fatto che non era ancora previsto un nuovo regolamento per il 2017. Avevamo previsto la New Generation i20, che era in programma con un leggero anticipo rispetto a quando è stata lanciata, e poi, con il nuovo regolamento, abbiamo dovuto mettere in cantiere anche la nuova i20 Coupé. Ma non direi che si sono creati elementi di disturbo.”

Quindi in un primo momento ogni responsabilità era di Michel Nandan? E come funziona adesso? - “Beh, adesso abbiamo diverse persone, ciascuna incaricata di seguire un settore più specifico. Inoltre c’è Bertrand Vallat, che sin dall’inizio ha seguito la parte engineering, e ci appoggiamo ad altri ingegneri, per esempio per l’aerodinamica e per i calcoli. Abbiamo un reparto engineering anche per lo sviluppo del motore, al quale dobbiamo il propulsore della nuova i20. Diciamo che adesso siamo molto ben organizzati.”

Dunque è stata, ed è, responsabilità del manager far sì che la Macchina sia buona per i suoi Piloti, ma allo stesso responsabilità per il Manager far sì che anche il pilota sia buono per la Macchina. Quindi Michel Nandan ha avuto sicuramente non pochi grattacapi anche sotto questo aspetto. Per esempio nella gestione degli alti e bassi di Thierry Neuville?
MN. 
“Vero, sì, ma fino a un certo punto. Direi che per quanto riguarda la gestione dei Piloti interviene anche Alain Penasse, che mi aiuta moltissimo. Anche perché non posso far tutto. Le gestione Neuville? Sì, il Pilota a un certo punto era un po’ perso, questo è sicuro, però vorrei dire che siamo riusciti a identificare con precisione la natura del suo problema. Si è rimesso subito, abbiamo visto che si trattava soltanto di una questione psicologica, di confidenza con la Macchina.”

È stata tua l’dea di creare, un po’ come nel calcio, l’equivalente della “panchina lunga”, sulla quale far sedere quei Piloti non perfettamente in forma, o motivati, nel momento della “partita”?
MN. 
“No, no. Diciamo che siamo stati aiutati dai fatti, dalle circostanze. Era così, e si è reso necessario intervenire in quel modo, senza nessun pensiero ad una strategia particolare, ad una qualche mossa politica o di altra natura.”

Per Michel Nandan è stata veramente una sorpresa il ritiro di Volkswagen? - “Sì, assolutamente sì. Per la verità ci aspettavamo una qualche reazione all’inizio dell’anno, a “caldo”, ma poi abbiamo visto che c’erano, erano lì, in “campo” annunciando ufficialmente che ci sarebbero stati fino al 2019, che i programmi non si toccavano. Quindi non ci abbiamo pensato più. Ma ecco che a fine anno è arrivato l’annuncio del ritiro, una vera sorpresa. Ancora adesso non si capisce bene perché sia stata presa quella decisione!”

Pur considerando che è stata una sorpresa, Michel Nandan non ha nessun rimpianto per non aver saputo o potuto prevedere che alla fine dell’anno, a Squadra fatta, avrebbe saputo che il Campione del mondo era “libero”? - “No, è una cosa che è arrivata a sorpresa, e per noi a decisioni prese. È e va presa così, coma una
cosa fatta. È vero che si può sempre dire: Ah, averlo saputo prima!, ma non lo abbiamo saputo prima e è andata così. La cosa che ritengo più importante, tuttavia, è il fatto che abbiamo confermato la stessa lineup del Team Hyundai Motorsport, con gli stessi Piloti, con lo stesso Team e la stessa famiglia. Con un “prodotto” nuovo, secondo me, questo è un autentico vantaggio. Perché c’è una sola componente nuova, seppure importante, da gestire, e tutto il resto è già funzionale, collaudato.”

Seimila chilometri con la Macchina nuova, che diventeranno quasi settemila aggiungendo le tre sessioni di prove da qui al Monte-Carlo, in un ambito nel quale non ci sono confronti, neanche indiretti. Che genere di riferimenti si riesce a costruire in una circostanza nuova per tutti come questa? - “Diciamo che di riferimenti veri non ne abbiamo. È impossibile averne. E impossibile costruirne. L’unico riferimento che abbiamo è la “vecchia” Macchina, ma visto che il regolamento ne genera una molto diversa, non possiamo pensare di creare dei confronti. Sappiamo che la nuova Macchina è migliore, ma questo è normale, ci mancherebbe altro, ma non quanto è migliore rispetto alle altre, perché i test si effettuano in luoghi che non sono gli stessi, e quando lo sono non sono uguali le condizioni. Una sorpresa, questa è la grande sorpresa che ci attende: vedere come andrà la nuova i20 Coupé e come andiamo noi rispetto agli altri. Vale per tutti. Tutti siamo partiti dallo stesso punto e con lo stesso regolamento tra le mani. Sarà una sorpresa, vedremo qualcosa già a Monte-Carlo, anche se si tratta di un Rally un po’ speciale, e di più in seguito.”

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