IndyCar 2022, a Indianapolis il successo è di Colton Herta. I risultati

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Matteo Pittaccio

FOTO da @IndyCar - Twitter

Colton Herta trionfa nel Gran Premio di Indianapolis vincendo una delle gare più caotiche e pazze degli ultimi anni. I continui cambiamenti delle condizioni meteo e le otto Full Course Yellow non fermano il giovane pilota Andretti Autosport, autore di una gara pressoché perfetta

Partito quattordicesimo, Herta ha tentato l’azzardo delle gomme slick prima degli altri e, nonostante la pista fosse ancora prevalentemente umida, è salito in testa alla classifica grazie a due giri eccezionali. In queste tornate Herta ha fatto la differenza recuperando e superando anche Pato O’Ward, passato da quinto a primo nel corso del primo giro. Il messicano di Arrow McLaren SP ha montato le slick morbide al terzo giro tornando in pista davanti a Herta che, dopo un sovrasterzo spettacolare, ha passato il rivale in curva nove approfittando di gomme più calde. Il GMR Indy GP si è quindi chiuso con il settimo successo di Colton Herta, arrivato sul traguardo con il regime di doppia bandiera gialla ancora attivo per via dell’incidente occorso a Montoya, sesto in classifica fino a pochi minuti dal traguardo. Herta vola così verso la parte alta della classifica approfittando dei problemi di Alex Palou, Josef Newgarden e Scott McLaughlin, tutti condizionati dal caos di Indianapolis.

Maiuscola la prestazione di Simon Pagenaud, scattato dalla ventesima piazza e secondo alla fine del Gran Premio. Il portacolori Meyer Shank Racing ha unito l’efficacia della strategia all’ottima guida e, giro dopo giro, ha recuperato terreno e posizioni fino al secondo posto, gentilmente regalato da Pato O’Ward. Quest’ultimo ha provato a rimanere in pista con le slick nel finale di gara ma la scelta non ha pagato e a pochi minuti dalla fine si è dovuto fermare, così come Romain Grosjean e Scott McLaughlin, entrambi in testacoda durante il regime di Full Course Yellow.

Il podio del GMR Indy GP è completato da Will Power, al quinto piazzamento consecutivo in Top4. Questo risultato permette a Power di artigliare la vetta della classifica piloti, evento sicuramente stimolante in vista della 500 Miglia di Indianapolis. Passando oltre, sorprendente quarto posto per Marcus Ericsson, finito in fondo al gruppo dopo un contatto ad inizio gara con Graham Rahal. Lo svedese ha approfittato delle otto caution e nei complicati giri conclusivi ha avuto la meglio su Conor Daly, quinto nel GP di casa nonostante un primo stint di gara da dimenticare. Al sesto posto spicca Felix Rosenqvist, in lotta per il primo posto fino alla ripartenza del quarantaduesimo giro, quando O’Ward si è girato nel tentativo di passare Rosenqvist stesso e Herta. Lo svedese non ha potuto far nulla per evitare la macchina del compagno di squadra, rimasto fermo in traiettoria. Nonostante il tempo perso ai box per sostituire il muso, Rosenqvist non si è dato per vinto e ha portato a casa un sesto posto che sembrava irraggiungibile.

Ottima prestazione anche per Takuma Sato, protagonista di duelli e sorpassi da capogiro. Il giapponese ha chiuso il GP in settima posizione davanti al rookie Callum Ilott, all’esordio sul bagnato in IndyCar. L’alfiere Juncos-Hollinger Racing ha dovuto cedere una posizione per aver sorpasso in regime di bandiera gialla e così ha finito la gara dietro a Sato e davanti un altro debuttante, Christian Lundgaard, risalito in top10 nel finale di gara e transitato sul traguardo con la macchina distrutta. Il danese, infatti, ha tamponato Ilott prima di passare sotto la bandiera a scacchi ma, nonostante i danni, ha comunque chiuso la gara al nono posto. A chiudere la Top10 troviamo Scott Dixon, rimasto senza benzina mentre percorreva la pit road per effettuare la prima sosta. Le numerose caution hanno aiutato il neozelandese, riuscito a sdoppiarsi e a chiudere il Gran Premio in decima posizione.Undicesimo Alexander Rossi, seguito da David Malukas, Hélio Castroneves, Tatiana Calderón, Graham Rahal ed il già citato Romain Grosjean, penalizzato dalla scelta di rimanere in pista con gomme slick. Solo diciottesimo Alex Palou, finito in testacoda ad inizio Gran Premio mentre percorreva le prime curve con gli pneumatici d’asciutto. Motore poi in stallo per il campione in carica, tornato a pieni giri solamente nella fase conclusiva della gara, corsa per lo più in regime di caution. Dietro a Palou ha chiuso O’Ward, seguito da McLaughlin e DeFrancesco, che al giro ventuno ha impattato contro la Dallara-Chevrolet di Rinus VeeKay, finito in testacoda dopo il duello con Ilott. Gara da dimenticare anche per Josef Newgarden, coinvolto in un incidente a tre avvenuto in curva dieci nel giro diciassette.

 Appena superato da Takuma Sato, Newgarden è stato attaccato prima da Rossi e poi da Harvey, che ha toccato il posteriore del pilota Penske spedendolo fuori pista. La doppia foratura e i danni al fondo hanno costretto Newgarden ai box per parecchi giri e il due volte campione IndyCar ha chiuso la gara in venticinquesima posizione.

Alla vigilia della Indy500 la classifica piloti vede in testa Will Power, in vantaggio di quattordici punti su Palou e di diciotto su McLaughlin. Perde terreno Josef Newgarden, ora in ritardo di trenta lunghezze, mentre la vittoria a Indy Road consente a Herta di salire al sesto posto con un solo punto di svantaggio rispetto a Dixon.