6 ore San Paolo, successo Toyota con Buemi, Hartley e Hirakawa

Motori

Matteo Pittaccio

Il FIA WEC è tornato a San Paolo dopo dieci anni ed è Toyota a vincere con la #8 davanti alle Porsche Penske. Ferrari sulla difensiva. Vittoria per Porsche Manthey PureRacing in LMGT3-AM

Toyota Gazoo Racing ha dominato la 6 Ore di San Paolo vincendo con la GR010 Hybrid #8 di Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa, saliti sul gradino più alto del podio dopo un inizio di stagione alquanto complicato. Una prestazione dominante quella del marchio giapponese, alla seconda affermazione dopo aver vinto la 6 Ore di Imola, tornato a fare la voce grossa come non accadeva dalla fine dello scorso anno e capace di rifilare più di un minuto alle due Porsche Penske che hanno completato il podio. Buemi, Hartley e Hirakawa hanno preso le redini della corsa nel momento in cui la Toyota #7 del rientrante Mike Conway, accompagnato da Nyck de Vries e Kamui Kobayashi, ha sofferto un problema alla centralina della pompa di benzina a circa due ore dall’inizio della corsa, perdendo più di tre minuti ai box e scendendo in fondo alla classifica. Un evento che ha riaperto una gara fin lì dominata dall’equipaggio vincitore a Imola, lasciando la Toyota #8 a lottare da sola contro le Porsche del Team Penske. Tuttavia, le 963 non sono mai riuscite ad avvicinarsi davvero alla GR010 di Buemi, Hartley e Hirakawa, mentre la Toyota di Conway, De Vries e Kobayashi è riuscita a recuperare grazie ad un ritmo forsennato, con il quale ha scalato la classifico al quarto posto, artigliato a pochi minuti dalla fine con un sorpasso stratosferico sulla Ferrari #51 di Alessandro Pier Guidi alla S do Senna. Nonostante il distacco, Porsche Penske sorride per aver portato a casa un ottimo doppio podio, recuperando quasi un giro con la numero 6 di Laurens Vanthoor, André Lotterer e Kevin Estre dopo aver forato l’anteriore destra in un contatto con la 963 Jota di Will Stevens, penalizzato con uno Stop&Go di trenta secondi. I tre, seguiti dall’auto gemella di Makowiecki, Christensen e Campbell, allungano così in campionato, approfittando del problema tecnico occorso alla Toyota #7 e soprattutto della gara in difesa di Ferrari, accontentasi del quinto posto con Pier Guidi/ Calado/Giovinazzi e del sesto con Nielsen/Molina/Fuoco, i vincitori di Le Mans. Difficoltà comunque attese per la squadra italiana, soprattutto considerando i 17 kg di zavorra assegnati alla 499P dopo la vittoria di Le Mans.

Settima posizione per la Porsche Jota #38 di Jenson Button, Phil Hanson e Oliver Rasmussen, costretta a scontare uno Stop&Go di cinque secondi nel finale, proprio quando Button sembrava poter difendere il quarto posto dall’attacco di Ferrari e Toyota. Ciò nonostante, la prestazione si può definire decisamente solida, soprattutto in confronto della #12, rallentata da penalità e incidenti (ultimo dei quali con protagonista Ilott, a muro alla Descida do Lago appena uscito dai box). A completare la Top10 troviamo la Peugeot #93 di Jensen/Müller/Vergne, ottavi, la BMW WRT #15 affidata a Dries Vanthoor/Marciello/Wittmann – per la prima volta a punti – e l’Alpine #36 di Lapierre/Schumacher/Vaxiviere, rimasta ancorata alla zona punti nonostante la pressione imposta dalla Ferrari AF corse #83. Diciassettesimo posto per la Lamborghini-Iron Lynx affidata a Mortara, Kvyat e Bortolotti, arrivati sul traguardo con due giri di ritardo da leader sì, ma non troppo lontani da Cadillac #2, BMW WRT #20, Porsche Proton #99 e Peugeot #94, mentre è da segnalare il ritiro per problemi al motore della Isotta Fraschini. 

La classifica del Mondiale

La classifica del Mondiale Hypercar ora vede la Porsche Penske #6 comandare a quota 117 punti, a fronte dei 98 della Ferrari #50 e dei 95 della Toyota #7. La vittoria in Brasile permette alla Toyota #8 di arrivare a 69 punti, 2 in meno della Porsche Penske #5 che occupa il quarto posto. 

Le altre categorie

Passando alla LMGT3-Am in Brasile è andato in scena un altro assolo di Porsche e Manthey, orgogliosi di conquistare la quarta vittoria su cinque round per il marchio tedesco. A primeggiare è stato il team Manthey PureRxcing #92 con Joel Sturm, Klaus Bachler e Alex Malykhin, che mancava dal successo dal primo appuntamento stagionale. Una vera rivalsa dopo il ritiro di Le Mans, nonché il miglior modo per allungare in classifica nei confronti della Porsche Manthey EMA #91, la cui gara è partita malissimo a causa di vari contatti dovuti all’estrema aggressività del bronze Yasser Shahin. A completare il podio della LMGT3-Am sono state l’Aston Martin Vantage targata Heart of Racing (Ian James, Daniel Mancinelli e Alex Riberas) e la McLaren #59 preparata da United Aurosports e guidata da Nico Pino, Marino Sato e Joshua Caygill, al primo podio nel WEC proprio davanti alla McLaren 720s di Costa, Cottingham e Saucy. Chiude la Top5 la BMW M4 GT3 #46 di Valentino Rossi, Maxime Martin e Ahmad Al Harthy, rientrati ai box a circa mezz’ora dalla fine e protagonisti di una durissima battaglia nel finale proprio con la McLaren #59 e la Ferrari AF Corse #55 di Rovera, Mann e Heriau. Niente da fare, invece, per le Iron Dames, fermate da un problema al sistema di raffreddamento mentre occupavano il secondo posto. Guardando alle classifiche, il trionfo di Interlagos porta Sturm, Bachler e Malykhin (Manthey PureRxcing #92) a 100 punti, 25 in più di Lietz/ Schuring/Shahin (Manthey EMA #91), a loro volta in vantaggio di 1 punto sulla BMW WRT #31 di Farfus, Gelael e Leung, al decimo posto a San Paolo. Il FIA WEC ora va in pausa: prossimo appuntamento il 1° settembre nel Circuit of The Americas di Austin per altre 6 spettacolari ore di gara.