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NBA, tutti i nodi dei Chicago Bulls: Wade, Butler, Rondo e Hoiberg

NBA

Dario Vismara

I Big Three dei Chicago Bulls: Jimmy Butler, Rajon Rondo e Dwyane Wade (Foto Getty)
bulls

Le conferenze stampa di fine stagione aprono la lunga estate dei Chicago Bulls: Wade deciderà per sé, mentre la dirigenza deve decidere il futuro di Butler e Rondo. In tutto questo, Hoiberg è stato confermato sulla panchina nonostante i cori dello United Center che ne chiedono il licenziamento

Quando Dwyane Wade parla difficilmente lo fa utilizzando le frasi fatte che troppo spesso contraddistinguono le dichiarazioni di altri sportivi. È il privilegio di aver disputato ben 14 stagioni in NBA ad altissimo livello, e soprattutto di avere ben tre titoli di campione NBA in bacheca. Per questo le sue parole nell’ultimo incontro con i giornalisti prima di chiudere la sua prima stagione coi Chicago Bulls sono state di particolare interesse, dando uno spaccato di quello che pensa un atleta di altissimo livello che deve programmare gli ultimi anni della sua carriera. “Mi trovo nella grande posizione di poter fare quello che voglio” ha dichiarato Wade. “A questo punto della mia carriera, ci sono tantissime variabili che vanno considerate. Io non ho bisogno di inseguire gli anelli, ma volendo lo posso fare – ed è un grande privilegio. Oppure posso trasmettere la mia esperienza e le mie conoscenze ai più giovani. Non sono una persona prevedibile, o almeno credo. Ma non mi trovo in un brutta situazione, ho tante opzioni a mia disposizione, ho tanti soldi che posso decidere di prendere perché ho lavorato tanto, nel corso della mia carriera, per trovarmi in queste condizioni. Ma qualsiasi cosa io scelga, darò il meglio nel mio ruolo per la squadra”. Molto dipende da cosa deciderà di fare con l’opzione sul suo contratto per il prossimo anno: Wade può scegliere se rimanere coi Bulls anche il prossimo anno a 23.8 milioni di dollari oppure tornare sul mercato dei free agent alla ricerca di un accordo più lungo, anche se molto probabilmente meno remunerativo. “Una volta che Gar [Forman] e [John] Paxson avranno raccolto tutte le informazioni che servono per capire in che direzione vogliono andare, e quando avranno capito chi può far parte delle prossime squadre, ci siederemo e ne parleremo. Ma sarà una decisione di Dwyane Wade” ha continuato l’MVP delle Finali del 2006, parlando di se stesso in terza persona. 

Il nodo Butler

Molto dipenderà anche da cosa i Bulls vorranno fare con Jimmy Butler, il pezzo pregiato della squadra e l’unico in grado di garantire un “ritorno” (in termini di giocatori futuribili e soprattutto scelte al Draft) che possa dare a Chicago un futuro migliore dell’attuale presente. Il contratto di Butler è garantito per la prossima stagione e per quella successiva (e per questo al massimo del valore per una squadra interessata), mentre diventerà free agent nell’estate del 2019 quando comanderà un contratto al massimo salariale ben superiore ai 19.8 milioni previsti dall’attuale accordo. Soprattutto, se verrà votato nei quintetti All-NBA il prossimo anno, Butler sarà “eleggibile” per il Designated Player Contract che vale oltre 200 milioni di dollari in cinque anni.  “Jimmy è stato un fattore enorme nel mio passaggio qui e sapete tutti che è il mio uomo, per cui il suo futuro mi interessa, ma alla fine sarà una mia decisione” ha continuato Wade. “E molto dipenderà dalla situazione generale della squadra, non solamente da quella di un giocatore. Dal punto di vista dell’organizzazione, dobbiamo essere tutti sulla stessa pagina”. Cosa che non sempre è successa nel corso della stagione, in particolare per Wade che troppo spesso si è ritrovato a essere il portavoce della franchigia pur essendo l’ultimo arrivato. “Ovviamente è stato diverso, ma me lo aspettavo” ha continuato l’ex Miami Heat. “Dopo aver giocato tutta la mia carriera con una sola squadra, non poteva che essere diverso. Ma la cosa migliore è il modo in cui tutti quanti, non solo la città, mi hanno accolto a braccia aperte: dagli allenatori, dai giocatori, ci sono stati momenti buoni e altri pessimi. Come in ogni stagione. Ma non rimpiango la mia decisione di venire qui, assolutamente. Perdere non è mai facile, specialmente quando hai vinto dei titoli in passato. Ma quando fai un passo indietro e ci rifletti, emergono le cose positive. E ci sono sempre cose positive, più di quelle negative, quando giochi a pallacanestro per soldi al più alto livello del mondo. Non può essere una cosa brutta indipendentemente da cosa succeda” ha detto Wade mostrando una prospettiva sulla vita che solo un veterano può permettersi. Poi, sulla sua situazione, ha chiuso dicendo: “Non ho fretta, almeno io: ho almeno un mese prima che debba pensarci sul serio, perciò posso andare via, lasciare che mi crescano i capelli e godermi un po’ di sole”. 

Il nodo Rondo

Se il futuro di Wade è solamente in mano a Wade, quello di Rajon Rondo è invece nelle mani dei Chicago Bulls, visto che sono loro a dover decidere se riportare Rondo con i 13.3 milioni garantiti dal suo contratto per il prossimo anno oppure se tagliarlo prima del 30 giugno, risparmiando circa 10 milioni. Se la decisione spettasse allo spogliatoio dei Bulls sarebbe un plebiscito tanto tra gli allenatori che tra i giocatori: “Ovviamente lo vorrei di nuovo con noi il prossimo anno. È stato enorme per noi in questa stagione” ha dichiarato Jimmy Butler. “Modellando i giovani nei tipi di giocatori che avevamo bisogno in campo, nelle sessioni video, stando attorno a chiunque. E ovviamente per il modo in cui gioca, con cui coinvolge chiunque… amo giocare con lui, con D-Wade e con tutti gli altri. Ma non so cosa ci si possa aspettare nel futuro di chiunque di noi. Aspetterò il momento e lo affronterò quando arriverà”. Allo stesso modo, anche coach Fred Hoiberg si è schierato dalla parte di Rondo, nonostante i problemi avuti nella prima parte di stagione. “Ovviamente abbiamo giocato una grande pallacanestro con Rondo nel finale di stagione, a parte la partita di New York in cui si è rotto il legamento del polso. È stato fantastico. Nonostante gli alti e bassi, ha trovato un modo di continuare a combattere e ha giocato al suo massimo quando contava di più. Amo Rondo. Amo allenarlo. Amo tutto di lui. Quando lo abbiamo rimesso in quintetto con Mirotic e Butler, abbiamo raggiunto ottimi risultati giocando una bella pallacanestro da vedere e da allenare. E Rajon è stato responsabile di molto di tutto ciò”.

Il nodo Hoiberg

Parole per Rondo, ma anche un po’ per se stesso, dopo che una parte del pubblico dello United Center ha iniziato a cantare “Fire Hoiberg” nell’ultimo quarto di gara-6. “Capisco la loro frustrazione, perché è stato brutto uscire in quel modo, specialmente dopo aver iniziato la serie sul 2-0. Ma ci siamo battuti, specialmente in gara-5 a Boston. In gara-6 non ne avevamo più”. Il posto di Hoiberg comunque non sembra a rischio: con ancora tre anni di contratto a 15 milioni complessivi, il general manager Gar Forman (suo grande amico e sponsor) ha già dichiarato che sarà lui l’allenatore per il prossimo anno. Ma con le situazioni così intricate per le stelle Butler, Wade, Rondo e anche Nikola Mirotic, Michael Carter-Williams e Jouffrey Lauvergne (tutti restricted free agent) quali giocatori avrà a disposizione nella prossima stagione?