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NBA, alla scoperta di Jonathan Isaac: l’unicorno del Draft 2017

NBA

Dario Vismara

Jonathan Isaac, 12 punti e 8 rimbalzi di media nel suo unico anno a Florida State (Foto Getty)
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Il prodotto di Florida State è un profilo unico all’interno della classe 2017: grazie a misure e versatilità, può difendere potenzialmente su chiunque ed essere utilissimo anche in attacco grazie a un tiro più che sostenibile. E se fosse lui la variabile impazzita in top-5?

La pallacanestro NBA sta cambiando, ormai ce lo ripetiamo da talmente tanto tempo che nemmeno ci accorgiamo quanto rapidamente stia succedendo. I giocatori NBA sono sempre più veloci, più lunghi, più grossi e con più skills, rendendo la versatilità una delle qualità più richieste per “rimanere in campo” nella NBA e affrontare qualsiasi sfida si ponga davanti, che sia in attacco o in difesa. Quando a questa versatilità si aggiungono anche le misure, ecco che si ottiene un profilo di giocatore veramente unico, quello che negli ultimi anni sono stati definiti “unicorni” (o Monstars). In questa classe del Draft, c’è un giocatore nella Lottery che si staglia su tutti in quanto a unicità, e si chiama Jonathan Isaac: il prodotto di Florida State si inserisce perfettamente in quella scia di giocatori senza una vera posizione definita e senza una singola qualità che spicchi sulle altre, ma in grado di fare di tutto su entrambe le metà campo e di non avere difetti tali da rendersi “ingiocabili”. Un giocatore che può inserirsi subito come giocatore di ruolo di “complemento”, ma con il potenziale per poter diventare anche qualcosa di più con il giusto sviluppo fisico, tecnico e soprattutto mentale.

Percorso scolastico e storia personale: quei 21 centimetri in un anno…

Quello che più colpisce di Isaac, ovviamente, sono le misure – dietro alle quali si nasconde anche la storia più interessante del suo passato. Nato a New York nel Bronx ma cresciuto a Naples, in Florida, fino al suo secondo anno di liceo era una guardia di 1.90 con delle buone capacità, ma è stata con la sua crescita di 21 centimetri da un anno all’altro che è finito sui radar di tutta America, venendo anche selezionato per le varie selezioni di Team USA. Nonostante la crescita esponenziale lo abbia portato a diventare un 2.11, un po’ come Anthony Davis anche Isaac non ha perso le qualità del suo passato da guardia, mostrando un’agilità, una coordinazione al tiro e una fluidità di movimenti da esterno – tanto è vero che si considera un 3 più che un lungo e spera di aver finito la sua crescita in altezza, potendo concentrarsi solo sulla stazza e sulla creazione di muscoli. Nel suo unico anno a Florida State ha giocato in una delle squadre più profonde della nazione, con 13 giocatori che hanno giocato almeno 10 minuti di media con un ruolo di ripiego in attacco che non gli hanno permesso di spiccare come altri. Le cifre “grezze” ne hanno risentito: i suoi 12 punti, 8 rimbalzi, 1.2 assist, 1.2 recuperi e 1.5 stoppate diventano più interessanti quando parametrate su 40 minuti (18.3, 12, 1.8, 1.8 e 2.3), ma sono le percentuali a far ben sperare (57% di eFG con il 35% da tre e il 78% ai liberi) per il suo sviluppo futuro, nonostante l’inconsistenza mostrata da un mese all’altro.

Punti forti: versatilità fisica, tecnica e posizionale

Quello che impressiona di Isaac non sono solo le misure (211 centimetri d’altezza, 216 di apertura alare e 274 di standing reach), ma anche l’incredibile rapidità di piedi e la fluidità dei movimenti che gli permette di essere efficace su entrambi i lati del campo. In questo momento, Isaac è più avanzato dal punto di vista difensivo che offensivo: nello schema difensivo di Florida State giocava da 4 ed era abituato a cambiare continuamente sui piccoli, dando in questo modo una versatilità pressoché totale alla sua squadra e rendendo terribile la vita agli avversari grazie alla lunghezza delle sue braccia. Isaac mostra tempi di reazione irreali, cambiando velocità e scivolando lateralmente più o meno contro chiunque anche sui 28 metri, coprendo ampissime porzioni di campo (è in grado di staccarsi dal proprio uomo sul perimetro per contestare al ferro e poi recuperare sul tiratore in pochissimo tempo) e mostrando doti e tempi più che interessanti nella protezione del pitturato. Isaac è anche più che competente a rimbalzo difensivo e mostra una voglia di competere strepitosa, senza andare a schiantarsi sui blocchi sulla palla (come può accadere a giocatori della sua taglia) e proponendosi come vero e proprio jolly per qualsiasi situazione difensiva. Avete presente quei minuti delle Finals in cui Kevin Durant è stato utilizzato da centro, dandoci una brevissima occhiata alla pallacanestro che si giocherà nel futuro? Ecco, Isaac ha il potenziale difensivo per poter essere quel tipo di giocatore totale, senza però che questo diminuisca l’impatto che può avere anche in attacco: Isaac è come minimo un giocatore che, se lasciato libero sul perimetro, può segnare una tripla smarcata con buonissime percentuali e può attaccare un closeout mettendo palla per terra e costruendosi un tiro dalla media, grazie all’ottimo tocco e al rilascio molto alto che rende difficile contestare la sua conclusione. Isaac lontano dalla palla mostra ottimi istinti anche come tagliante, come bersaglio per i lob per i compagni (anche se ha bisogno di tempo per caricare il salto), a rimbalzo offensivo partendo da lontano e in transizione occupando le corsie. Quello che davvero fa intrigare su di lui è però la possibilità che si sviluppi anche come realizzatore: Isaac ha un buon palleggio (per quanto alto, ovviamente) che gli permette di portare palla, sa gestire un pick and roll e un isolamento grazie al lavoro di piedi (anche se si accontenta troppo del tiro dalla media) e, per quanto il feel per il gioco e le doti di passaggio non siano eccelse, è un giocatore altruista a cui piace competere.

Punti deboli: mani piccole e mentalità da costruire

Le doti mostrate a Florida State, se confermate anche al livello più alto, ne fanno da subito un giocatore che può tenere il campo – ma può diventare anche qualcosa di più e non limitarsi a fare il “compitino” come troppo spesso gli accade, mostrando una certa timidezza in campo? Isaac dovrà soprattutto mostrare che il suo tiro sia sostanzioso: quando viene contestato mostra una certa inconsistenza nella meccanica di tiro, con la parte superiore del corpo un po’ bloccata e le percentuali che vanno e vengono, cosa che lo porta a perdere sicurezza e fiducia nel proprio tiro. La selezione di tiro poi non è sempre perfetta e la visione di gioco è solo basilare, senza sfruttare troppo la superiorità nei confronti del diretto avversario. Isaac in questo momento del suo sviluppo non è un giocatore “pulito” in attacco: il rapporto assist-palle perse è molto migliorabile, è abbastanza prevedibile, non chiude bene al ferro quando viene contestato ed è abbastanza lento nella transizione dal palleggio al tiro, oltre ad avere delle mani piccole che gli fanno perdere molti palloni. Quello delle mani è solo uno dei difetti che un giocatore reduce da una crescita fisica così improvvisa inevitabilmente ha: Isaac pesa solamente 93 chili, ha le spalle molto strette, viene spostato con facilità anche da giocatori più piccoli di lui (e in NBA dovrà marcare anche i 4 più grossi) e non ha una presenza “intimidatoria” quando gioca, specialmente in campo aperto dove è più “finesse” che fisico. L’asma di cui è affetto poi tende a stancarlo velocemente, ma è soprattutto la mentalità da “role player” da dover essere plasmata: se Isaac vuole diventare un All-Star, deve avere più fiducia nei suoi mezzi, più aggressività nell’attaccare la gara e imporre la sua volontà sulla partita.

Comparison e fit: tra Giannis Antetokounmpo e un 3&D

Può darsi che tutte queste cose arrivino con il tempo e soprattutto con il lavoro fisico a cui inevitabilmente gli staff professionistici della NBA lo sottoporranno. Magari Isaac non avrà l’impatto di altri rookie al suo primo anno, ma se riuscisse ad aggiungere peso senza perdere la fluidità unica che lo contraddistingue, potrebbe avere un impatto difensivo simile a quello di un Giannis Antetokounmpo, marcando potenzialmente tutti e cinque i ruoli. In attacco ovviamente non ha le doti di playmaking, di palleggio e di visione del greco, dovendo per forza di cose giocare più da "complemento" rispetto alla centralità di Giannis a Milwaukee. Ma avere anche “solo” un 3&D di 2.11 in grado di fare tutte quelle cose… sarebbe un bell’accontentarsi per chiunque. Jonathan Isaac è un giocatore modernissimo con il potenziale per diventare qualsiasi cosa, e per questo potrebbe essere lui la variabile impazzita in una top-5 (Fultz - Ball - Jackson - Tatum - Fox) che al momento sembra già scritta.