Da metà giugno a metà luglio a tener banco nel mondo NBA è stato il chiacchieratissimo futuro di Kawhi Leonard. Annunciata apertamente la sua volontà di lasciare gli Spurs e indicata Los Angeles come destinazione preferita, l'ex MVP delle finali NBA è invece finito in Canada, in cambio di DeMar DeRozan
SHOCK A SAN ANTONIO: KAWHI LEONARD VUOLE LASCIARE SAN ANTONIO
Risolta (tutto sommato presto, a inizio luglio) la free agency di LeBron James, con la sua scelta di accasarsi ai Lakers, la vera telenovela estiva ha visto un solo protagonista e due squadre: Kawhi Leonard, i suoi (ex) San Antonio Spurs e i Toronto Raptors, che a metà luglio hanno vinto la corsa al giocatore più inseguito dell’estate. Una telenovela iniziata esattamente un mese prima, a meta giugno, dopo che al termine di una stagione che lo ha visto in campo solo in 9 partite con la maglia nero-argento, Leonard ha dichiarato apertamente alla franchigia (e all’intera NBA) la sua volontà di essere ceduto. Da quel momento è iniziato un lungo braccio di ferro – silenzioso ma non per questo meno cruento – tra la società texana e il giocatore. Gli Spurs hanno fatto subito capire di non gradire l’idea di cedere il loro miglior giocatore a una squadra della stessa conference, infrangendo così almeno in parte le speranze di Lakers e Clippers, suscitate in primis proprio dallo stesso giocatore, chiaro fin da subito nell’individuare Los Angeles come la sua destinazione preferita. Come conseguenza, i nomi di Sixers, Celtics e Raptors ma anche di Knicks, Heat e Cavs (in pratica mezza Eastern Conference) sono entrati di prepotenza nella discussione riguardante il futuro del n°2 degli Spurs, titolare peraltro di un contratto con San Antonio in scadenza solo al termine della stagione 2018-19 e quindi potenzialmente ostaggio dei nero-argento fino a quando R.C. Buford, Popovich e soci non avessero individuato la giusta contropartita. Se trovare la giusta offerta è stata per un mese una delle preoccupazioni della dirigenza texana, l’altra non nascondeva la speranza ancora viva di riuscire in qualche modo a sanare le fratture esistenti e trattenere in Texas l’MVP delle finali NBA 2014. Coach Popovich in particolare ci ha messo da subito la faccia, spendendosi senza sosta per cercare di (ri)reclutare il giocatore magistralmente sottratto agli Indiana Pacers ai tempi del Draft con la trade per George Hill. Anche l’incontro con il carismatico allenatore di San Antonio però ha portato a un nulla di fatto: belle parole, chiacchierata professionale e costruttiva, ma alla fine la volontà del giocatore che rimane sostanzialmente tale e quale: Leonard vuole lasciare gli Spurs e a metà luglio l’accordo si trova, con la cessione in Canada del giocatore (insieme a Danny Green) in cambio di DeMar DeRozan, Jakob Poeltl e una scelta futura. Popovich e gli Spurs devono lasciare andare il loro giocatore più forte e rappresentativo ma lo fanno (come da tradizione) con classe e senza rancore, così come – almeno dal punto di vista formale – anche il giocatore sceglie un’uscita soft vergando di proprio pugno una lettera aperta di ringraziamento a squadra, città e tifosi.
Leonard in Canada, DeRozan a San Antonio: tutti scontenti?
Al di là degli interessantissimi sviluppi tecnici-tattici dello scambio (come si inserirà Leonard nei Raptors di Nick Nurse, assistente allenatore promosso a head coach dopo il licenziamento di Dwane Casey? E coach Popovich sarà in grado di far fare a DeMar DeRozan l’ultimo salto di qualità, consacrandolo tra i grandissimi della lega?), lo scambio tra Spurs e Raptors porta con sé anche un’inevitabile dimensione personale: Leonard è sembrato gradire poco (almeno in un primo momento) la destinazione oltreconfine, mentre a DeRozan è piaciuto ancora meno il modus operanti della dirigenza dei Raptors, l’unica franchigia della sua carriera NBA, rea a suo avviso di averlo illuso fino a pochi giorni prima dello scambio di una sua sicura permanenza canadese. Proprio la sua scelta di rimuovere dal proprio account Instagram tutte le immagini della sua permanenza ai Raptors era stato un primo campanello d’allarme che l’All-Star di Compton potesse entrare come contropartita nella trade orchestrata da Toronto per arrivare a Leonard: così è stato e a scambio avvenuto il malcontento del giocatore verso il presidente dei Raptors Masai Ujiri è venuto presto in superficie, così come i propositi di vendetta dell’ex n°10 dei canadesi: “Avrò un match cerchiato in rosso sul mio calendario quest’anno, non ci sono dubbi”, le parole di DeRozan sull’incontro che poi – a calendari NBA annunciati – è stato fissato per il prossimo 22 febbraio: San Antonio Spurs @ Toronto Raptors, e il luogo comune calcistico dell'ex dal dente avvelenato per una volta ha cittadinanza anche sui parquet NBA.