Il n°30 di Golden State va vicinissimo alla tripla doppia (con 9 assist e 8 rimbalzi) e insieme ai 27 punti di Kevin Durant trascina i campioni in carica alla prima vittoria stagionale. A OKC non basta un secondo tempo da 21 punti di Paul George
ANELLI E BANNER: LA FESTA DI GOLDEN STATE
Golden State Warriors-Oklahoma City Thunder 108-100
Non è mai facile tornare a concentrarsi e giocare una partita NBA contro avversari di livello dopo aver festeggiato e per i Golden State Warriors che celebrano il titolo 2018 il pericolo è dietro l’angolo, anche se gli Oklahoma City Thunder arrivano sulla Baia dovendo fare a meno di Russell Westbrook. Così la cerimonia di consegna degli anelli, seguita dal momento sempre emozionante in cui il banner del titolo 2017-18 sale verso il soffitto della Oracle Arena, gratifica ma allo stesso tempo un po’ preoccupa Steve Kerr e il suo coaching staff. A giudicare dall’avvio di partita gli Warriors non sembrano però subire effetti collaterali: è di Steph Curry dall’angolo il primo canestro (da tre) della stagione dei campioni in carica e se i Thunder hanno le mani freddissime all’inizio (3/15 al tiro) la coppia Curry-Durant dimostra invece di essere già in grandissima forma. Il primo quarto del n°30 è da 12 punti con 4/5 al tiro e 2/2 dalla lunga distanza, ma anche l’MVP delle ultime due finali NBA chiude i primi dodici minuti in doppia cifra a quota 10, con 4/8 dal campo. Un mini parziale di 7-0 porta gli Warriors sul 31-19 ma la primissima frazione si chiude con 4 punti dei Thunder che fissano il vantaggio dei padroni di casa sul +7. Perché anche Klay Thompson raggiunga i suoi due compagni in doppia cifra bisogna aspettare solo quattro minuti del secondo quarto, anche se OKC comincia a dare segni di vita e si riavvicina ai californiani, grazie all’apporto di una panchina viva e produttiva. Guidati ancora dai canestri di Curry e Durant, i padroni di casa però riallungano immediatamente, si portano fino al +14 (53-39) e chiudono il primo tempo avanti di 10, sul 57-47. Il miglior marcatore è Curry, a quota 19 e con un perfetto 3/3 dall’arco, 15 li aggiunge Durant e se Draymond Green conta solo 2 punti, ha già a referto 9 rimbalzi e 5 assist. Manca invece all’appello, in contumacia Westbrook, l’altra superstar di Oklahoma City: Paul George rientra in spogliatoio all’intervallo con soli 6 punti, frutto di un pessimo 1/8 dal campo (con 0/5 da tre) cui aggiunge anche 3 palle perse e -16 di plus/minus (il terzo peggior primo tempo della sua carriera a OKC). Meglio di lui senz’altro Dennis Schröder, all’esordio coi Thunder: accelera, lotta, si dà da fare e chiude il primo tempo in doppia cifra con 12 punti, unico tra i suoi. Golden State tiene OKC al 31% al tiro (3/16 dall’arco!) ma oltre alla difesa funziona anche un attacco che produce 14 canestri assistiti su 20, vero marchio di fabbrica dei californiani.
Si scatena Paul George (ma non basta)
Il primo a essere deluso della sua prestazione, Paul George rientra in campo e confeziona un immediato 5/5 al tiro per 12 punti: OKC si scuote, segue il suo leader e si porta addirittura in vantaggio (il primo della gara) su una tripla di Dennis Schröder che dà ai Thunder il 67-66. Dopo un canestro di Steven Adams sale a 22-9 il parziale degli ospiti che costringe Steve Kerr a chiamare un time-out: in uscita dal minuto di pausa è la quinta tripla di Steph Curry su cinque tentativi a ridare respiro ai campioni in carica (anche se poi il n°30 ne sbaglia tre in fila). Ma il protagonista del terzo quarto è Paul George: per lui ci sono 15 punti nella frazione, fondamentali per tenere OKC in partita, sotto solo di 4 (83-79) prima degli ultimi dodici minuti. La mano dei tiratori di Golden State si raffredda nel secondo tempo, soprattutto dalla distanza (Thompson firma un inusuale 1/8 dall’arco), ma i californiani alzano l’intensità difensiva e riescono comunque a fare gara di testa, anche grazie agli apporti di Damian Jones e Kevon Looney sotto canestro – i due lunghi chiudono rispettivamente con 12 e 10 punti (più 10 rimbalzi, prima doppia doppia in carriera). Il finale appartiene però ancora alla coppia Curry-Durant: il primo si inventa un gioco da tre (per i punti 30, 31 e 32 della sua partita), il secondo segna in penetrazione e affossa le residue speranze dei Thunder (27 per lui alla fine). Golden State parte con il piede giusto nella difesa del titolo vinto a giugno: è 108-100 il risultato finale della Oracle Arena, nonostante i 27 punti di George e i 21 di Schröder.