L'ex giocatore dei Thunder è rimasto fuori contro San Antonio ed è in aperta polemica con la dirigenza per il ruolo che gli è stato dato in campo. Houston nel frattempo pensa a come risolvere la questione: Anthony sarebbe già stato informato che il suo tempo in Texas è finito
MERCATO: JIMMY BUTLER PASSA AI PHILADELPHIA 76ERS
Ufficialmente la sua assenza dal gruppo era dovuta a una febbre non meglio specificata, ma in realtà la lontananza di Carmelo Anthony dal parquet nella sfida persa contro i San Antonio Spurs ha fatto un bel po’ rumore. Secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di ESPN, i Rockets e l’ex giocatore di Nuggets, Knicks e Thunder stanno discutendo del suo ruolo in squadra e di come la convivenza con il resto del gruppo possa proseguire fino alla prossima primavera. Dopo un mese in sostanza, coach D’Antoni e Anthony sono già ai ferri corti, come accaduto in passato a New York. Una discussione in piena evoluzione: stando alle indiscrezioni di Marc Stein del New York Times, Anthony sarebbe già stato informato che il suo tempo in Texas è finito, anche se non è certo che si proceda con il taglio. Lo stesso Daryl Morey, GM dei Rockets, ha definito la notizia come "imprecisa" sulla nozione del taglio, ma non ha di certo negato che la sostanza - ovverosia l'addio a Anthony - sia reale. In caso di taglio Houston dovrebbe pagare comunque i 2.4 milioni di dollari previsti dal contratto, ma la questione al momento è legata agli equilibri di un gruppo in difficoltà e non di certo alla contabilità di una squadra che ha speso tanto in estate. D’Antoni a fine partita ha declinato ogni domanda: "Sono certo che possiate chiedere tutto questo a Daryl Morey, lui vi potrà rispondere – replica a chi gli chiede conto della situazione e dei rapporti tra Anthony e la franchigia – al momento sono impegnato a capire come tornare a vincere qualche partita. Dovete parlare con Daryl per sapere qualcosa in più". Un bel problema e una delle tante ragioni che hanno reso complicato l’avvio di stagione dei texani, orfani di uomini chiave come Trevor Ariza e Luc Mbah a Moute e disfunzionali su entrambi i lati del campo. A lungo si è discusso infatti delle lacune difensive di un gruppo che ha richiamato in fretta e furia l’assistente Jeff Bzdelik (anche lui in disaccordo dopo l’arrivo di Anthony), dimenticandosi però che la forza di questi Rockets è sempre stata l’attacco. Houston lo scorso anno ha sfiorato l’impresa di battere Golden State grazie all'attacco più produttivo della Lega, crollato in questo primo mese al 27° posto con i suoi 103.1 punti prodotti. Troppo poco, a prescindere dall’efficacia di un deludente Carmelo Anthony e dalla sua predisposizione ad accettare la panchina o un ruolo marginale. Una decisione da prendere in fretta, anche perché Jimmy Butler ormai non è più un'opzione e la stagione rischia seriamente di sfuggire di mano con largo anticipo.