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NBA: Stephen Curry segna 42 punti, Cleveland battuta da Golden State

NBA

I campioni NBA in carica travolgono nel secondo tempo i Cavaliers e battono senza problemi quelli che per quattro anni sono stati gli avversari da affrontare durante le Finals: "La nostra non è una rivalità particolare, è soltanto una partita come un'altra"

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Cleveland Cavaliers-Golden State Warriors 105-126

Il sapore non è più lo stesso, e non solo perché a Natale mancano ancora tre settimane scarse. No, sul parquet è cambiato davvero tutto, almeno in una metà campo e gli Warriors, nonostante il periodo difficile che stanno provando a lasciarsi alle spalle, se ne rendono conto sin da subito trascinati da uno Steph Curry d’eccezione. Il n°30 di Golden State dimostra di aver ritrovato la forma migliore dopo l’infortunio, mettendo a referto 42 punti (il massimo mai segnato in una partita di regular season contro Cleveland) con 9/14 dall’arco, trovando canestri impossibili e segnando nove punti in meno di un minuto nel parziale che decide la sfida nel quarto periodo.  Kevin Durant sfiora la tripla doppia da 25 punti, dieci rimbalzi e nove assist in quello che (playoff compresi) è l’ottavo successo consecutivo contro i Cavaliers. Dall’altra parte lo scenario invece è completamente diverso: con LeBron James è scomparsa buona parte della squadra, Kevin Love è infortunato, J.R. Smith resta ai margini, mentre Kyle Korver è ormai nello Utah. L’unico superstite sul parquet delle storiche battaglie degli ultimi quattro anni è Tristan Thompson, che chiude con 19 punti e 14 rimbalzi; un punto in meno di quelli messi a referto dal rookie Collin Sexton. “Quanto fatto vedere da queste due squadre negli ultimi anni è incredibile: sono stati alcuni dei momenti di pallacanestro più belli che abbia mai visto nella mia vita”, sottolinea Steve Kerr, consapevole del fatto che quei tempi sono andati e non torneranno più. Curry infatti segna 25 punti e sei triple nel primo tempo, ma i Cavaliers reggono botta prima dell’intervallo lungo, resistendo e mantenendo il contatto con gli ospiti. Poi nella ripresa il doppio parziale: 37-22 nella terza frazione, 34-19 nella quarta. “La nostra non è una rivalità, ma soltanto un’altra partita come tante”, chiosa l’allenatore di Golden State. Con questo rapporto di forze in campo, non c’è gara in effetti, ma ci vorrà ancora un po’ prima di far passare definitivamente l’effetto.