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NBA, Dallas-Houston 107-104: Luka Doncic da impazzire, 11-0 di parziale e Rockets rimontati

NBA

Prestazione memorabile del rookie dei Dallas Mavericks, che con 11 punti filati ha ribaltato la sfida con gli Houston Rockets negli ultimi tre minuti del derby texano. Per Dallas si tratta della nona vittoria consecutiva in casa, mentre a Houston non bastano i 58 punti della coppia Harden-Paul

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Dallas Mavericks-Houston Rockets 107-104

Il profilo Twitter dei Dallas Mavs ha trovato le parole perfette: “Quella volta in cui Luka Doncic ha realizzato un parziale di 11-0 da solo…”. Non c’è bisogno di molto altro per accompagnare le immagini dei quattro canestri in fila realizzati dal rookie sloveno, perché le sue prodezze parlano da sole: con i Mavericks di fronte al massimo svantaggio di 8 lunghezze a meno di tre minuti dalla fine, Doncic ha realizzato 11 punti filati in prima persona, ribaltando completamente una partita che sembrava ormai persa. Prima ha segnato con una tripla dall’angolo davanti alla panchina dei Rockets; poi ha segnato una tripla frontale contro Clint Capela per il -2; quindi ha preso il centro dell’area di forza per realizzare il floater del pareggio; e infine ha suggellato il parziale con un’altra tripla contro Capela, fintando la penetrazione e costruendosi lo spazio per la tripla del sorpasso in step-back. E dire che Doncic — omaggiato all’intervallo da una versione live di “Halleluka”, la canzone-culto in suo onore sulla musica di Leonard Cohen — aveva giocato piuttosto male fino a quel momento, visto che stava tirando 3/13 dal campo per soli 10 punti e i Mavs avevano appena chiuso un tremendo periodo di sei minuti senza punti che sembrava aver dato ormai la vittoria ai Rockets. “Direi che è chiaro ormai che ha una certa predisposizione per questi momenti” ha detto il coach di Dallas Rick Carlisle. “Non ha paura di nulla. Non si vede spesso una cosa del genere: ha messo assieme tre o quattro minuti veramente unici”.

Harden e Paul segnano 58 punti in due ma sbagliano nel finale

I Mavs sono poi riusciti a resistere nell’ultimo minuto grazie a un canestro ispirato da DeAndre Jordan e concluso dal rookie Jalen Brunson, partito in quintetto per l’assenza di Dennis Smith Jr. alle prese con un infortunio al polso. Quei due punti sono stati fondamentali per sopperire ai due errori ai liberi di Wesley Matthews (miglior marcatore della sfida con 21 punti al pari di Doncic) che avevano lasciato la porta aperta al pareggio dei Rockets, ma la tripla sulla sirena tentata da Eric Gordon si è spenta sul ferro. Houston può solamente incolpare se stessa per gli errori commessi durante il parziale di Doncic, con James Harden — autore di una gara da 35 punti e 8 assist nonostante i problemi di falli iniziali — che ha sbagliato tutte le quattro triple tentate nell’ultimo quarto (due durante il parziale decisivo) e Chris Paul che, a fronte della sua gara da 23 punti e 8 assist, ha sbagliato due liberi che avrebbero portato i suoi da +2 a +4 a 1:49 dalla fine. “Onestamente, in quel momento la partita ci è sfuggita di mano” il commento amaro di Paul, che non è riuscito a impedire la settima sconfitta nelle ultime nove gare per i texani.

Nove vittorie in fila in casa, non succedeva dal 2011

I “cugini” di Dallas invece hanno raccolto la nona vittoria consecutiva tra le mura amiche come non succedeva dal 2011, ovverosia dall’anno dell’unico titolo vinto dalla franchigia di Dallas. Complice un quintetto tutto in doppia cifra (oltre a Doncic e Matthews ci sono anche i 14 a testa di Harrison Barnes e Brunson e la doppia doppia da 12+20 di DeAndre Jordan) e i 14 dalla panchina di Dorian Finney Smith, i Mavs hanno portato a casa una vittoria a dir poco combattutissima, visto che nessuna delle due squadre ha mai superato gli 8 punti di vantaggio e ci sono state ben 16 parità e 26 avvicendamenti nella guida del punteggio. Il risultato finale ha ripercussioni anche sulla classifica della Western Conference: con questo successo i Mavs salgono a un record di 13-11 buono per mantenere l’ottavo posto nella Western Conference, ovverosia il posizionamento che i Rockets vorrebbero raggiungere al più presto e che invece vedono distante due partite e mezzo, rimanendo ancorati al penultimo posto a Ovest con un record di 11-14. La stagione è ancora lunga, ma lo è altrettanto la risalita.