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NBA, Golden State torna al successo: Portland battuta in casa

NBA

I campioni in carica "vendicano" la sconfitta incassata alla Oracle Arena due giorni fa e dominano la sfida contro i Blazers grazie a un ritrovato Klay Thompson e ai 50 punti combinati dal duo Curry-Durant. Non bastano a Portland i 40 punti di Damian Lillard

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Portland Trail Blazers-Golden State Warriors 105-115

Questa volta non era più possibile sbagliare. Lo sapevano bene gli Warriors, chiamati dopo 48 ore a riscattare contro Portland una sconfitta che aveva complicato una regular season molto più insidiosa del previsto. Extra-motivazioni che hanno permesso a Golden State di arrivare con la giusta concentrazione alla sfida; quella necessaria ai ragazzi di coach Kerr per performare al meglio e tornare a essere la corazzata che abbiamo conosciuto negli ultimi cinque anni. Gli Warriors hanno dunque presentato la loro versione migliore al Moda Center, vincendo il testa a testa dei punti segnati in ogni quarto e mantenendo il comando della gara per oltre mezz’ora. Alla sirena finale il miglior realizzatore degli ospiti è Klay Thompson, che ritrova con continuità la via del canestro (e la confidenza perduta, tanto da guardare la mano dopo l’ennesimo bersaglio e dire “Mi mancavi”, viste le modeste percentuali in questa prima parte di regular season) in un match chiuso con 32 punti e 4/5 dall’arco, a cui si aggiungono i 25 a testa di Steph Curry e Kevin Durant. Con il trio di All-Star oltre quota 80 punti combinati, diventa tutto più semplice anche in difesa (Draymond Green mette a referto 3 punti, 1/6 dal campo, ma raccoglie un eloquente +27 di plus/minus), con Portland che a fatica supera i 100 punti soltanto nel finale. Ben 40 portano la firma di Damian Lillard, che raccoglie metà del suo bottino nel terzo quarto, quando Portland tenta il massimo sforzo per acciuffare la partita. Lo svantaggio scende ripetutamente in singola cifra, senza che i Blazers riescano a tornare avanti, nonostante un Jusuf Nurkic da 21 punti, 8/14 dal campo, dieci rimbalzi e sette assist. Un bel grattacapo per la difesa degli Warriors, che riesce però a limitare il resto del supporting cast di Lillard e a tenere tutti i Blazers - escluso il n°0 - a un misero 3/18 dall’arco. Davvero troppo poco per sperare di battere i campioni in carica.

Warriors nervosi: espulso Andre Iguodala a fine primo tempo

Un successo che arriva al termine di una settimana complicata e che riporta Golden State a mezza partita di distanza dal 1° posto a Ovest occupato da Denver. Una preoccupazione e una tensione nuova all’interno di uno spogliatoio che non appare più impermeabile e un’isola felice come un tempo. Continua a esserci del nervosismo palpabile nell'aria: basta guardare all’espulsione di Andre Iguodala, allontanato dagli arbitri dopo il suono della sirena del primo tempo. Con il secondo quarto che stava volgendo al termine, il veterano n°9 di Golden State ha raccolto con qualche istante di ritardo il pallone in mezzo al campo, con il cronometro che volgeva rapidamente a zero mentre la frustrazione aumentava. La luce sul tabellone si accende, niente ultimo tiro, ma nonostante questo Iguodala ha “impugnato” il pallone per scagliarlo con qualche istante di ritardo con una sola mano oltre la 20esima fila. Un gesto (di grande forza fisica) colto dagli arbitri che lo hanno sanzionato con un fallo tecnico, prima di andare a rivedere le immagini al video e optare per l’espulsione (visto che non era una preghiera lanciata all'ultimo istante, ma un chiaro gesto di frustrazione). Nessun problema: al suo posto nel secondo tempo coach Kerr ha lasciato più a lungo sul parquet Jonas Jerebko e Quinn Cook, che combinano per 14 punti e quattro triple fondamentali per garantire un’alternativa ai Big Three. Quando Golden State gioca così, fa davvero paura a qualsiasi avversario.