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NBA, i dolori dei giovani Boston Celtics fanno arrabbiare Kyrie Irving

NBA

Dopo le ultime due sconfitte contro Miami e Orlando, la stella dei Boston Celtics ha chiesto ai compagni di cambiare marcia: "Ci manca esperienza, siamo più forti degli altri ma non lo dimostriamo ogni sera. Se pensano che sia dura ora, cosa sarà alle Finals?". E l'ultimo possesso coi Magic ancora brucia

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Se c’è una costante in questa stagione dei Boston Celtics è che non c’è una costante. Proprio quando sembrava che la squadra di Brad Stevens avesse finalmente "svoltato", trovando la formula giusta che li ha portati a vincere sette partite su nove a cavallo tra la vigilia di Natale e il 10 di gennaio, le ultime due sconfitte in Florida contro Miami e Orlando hanno fatto scattare un campanello d’allarme. O almeno così sembra ascoltando le parole di Kyrie Irving, che in questa stagione si è già lamentato diverse volte dell’andamento altalenante della squadra, facendosi sentire specialmente dopo le sconfitte. "Ci manca esperienza" ha detto dopo la partita persa con i Magic. "E abbiamo ancora tanto da imparare. So per certo che siamo meglio di tanti altri in questa lega, ma bisogna dimostrarlo ogni singola sera. Fino a quando non lo faremo, fino a quando non capiremo che la profondità del nostro roster è un bene e fino a quando non mettiamo da parte tutti i nostri desideri personali, non saremo una squadra migliore. Altrimenti continueremo ad avere i nostri alti e bassi specialmente in trasferta". Parole che suonano come l’ennesima accusa nei confronti dei più giovani del roster, in particolare il trio formato da Terry Rozier, Jaylen Brown e Jayson Tatum, che lo scorso anno formava l’ossatura principale del backcourt dei Celtics arrivati a un passo dalle Finali NBA e ora ricopre un ruolo secondario con i ritorni di due dei tre giocatori più pagati a roster, Gordon Hayward e lo stesso Irving.

Quell’ultimo possesso che ha fatto arrabbiare Kyrie

Il campione NBA 2016 con i Cleveland Cavs è sembrato particolarmente irritato dopo l’ultimo possesso della partita di stanotte, quando Hayward — incaricato della rimessa — ha passato a Tatum invece di eseguire la prima opzione dello schema, che presumibilmente avrebbe messo la palla nelle mani di Horford prima di cederla al playmaker, partendo di rincorsa dalla metà campo difensiva. Tatum ha poi sbagliato il tiro del pareggio molto contestato dalla difesa e Irving, visibilmente contrariato, ha chiesto spiegazioni a Hayward sotto gli occhi di coach Stevens e, soprattutto, quelli delle telecamere puntate su di loro. Dopo la partita Irving ha evitato qualsiasi domanda sull’argomento ("JT ha preso un buon tiro, passiamo alla prossima"), ma era chiaro dalle sue parole che le ultime due sconfitte non gli hanno fatto piacere, e che la mancanza di continuità di questo gruppo è motivo di preoccupazioni all’interno dello spogliatoio.

I dati schizofrenici della stagione dei Celtics

C’è un dato che rappresenta bene la "schizofrenia" dei Celtics in questa stagione: nel primo quarto di regular season, i biancoverdi hanno avuto la miglior difesa della lega; nel secondo quarto, sono improvvisamente diventati il miglior attacco della NBA, grazie anche al cambiamento nelle rotazioni apportato da coach Stevens. Ora in quintetto partono sia Marcus Smart che Marcus Morris, due dei veterani più apprezzati da Irving, mentre il terzetto formato da Rozier, Hayward e Brown forma il backcourt della second unit — un trio che potrebbe legittimamente essere titolare in una squadra di playoff a Est e che invece esce dalla panchina. Dal 26 novembre, giorno in cui Smart è entrato in quintetto, i Celtics hanno di gran lunga il miglior differenziale su 100 possessi della lega (+10.1, i Pacers secondi si fermano a +7) con l’attacco dietro solamente di un punto decimale a quello dei Rockets e la settima miglior difesa della lega. Anche considerando l’intera stagione, il Net Rating dei biancoverdi è secondo solamente a quello dei Milwaukee Bucks. 

Irving: "Se vi sembra dura adesso, cosa sarà alle Finals?"

Insomma, le preoccupazioni sembrano arrivare più da ciò che succede in spogliatoio che da quanto accade in campo, dove il rendimento — per essere solo metà gennaio — è tutto sommato accettabile. Dopo un inizio difficile, i Celtics sembrano pronti a confermare le aspettative di inizio anno che li vedevano come i chiari favoriti ad avanzare fino alle Finali NBA. Eppure, secondo Kyrie Irving, è proprio quello il motivo che spiega l’andamento altalenante della squadra: "Lo scorso anno non avevamo niente da perdere, nessuno aveva aspettative su di noi. Quest’anno, invece ci sono e sono tante. È una novità che è difficile da gestire". "Ma quello che stiamo affrontando ora non è niente rispetto a ciò che ci aspetta se vogliamo arrivare al trofeo. Se adesso è difficile, cosa pensate che sarà quando arriveremo alle Finals?" ha chiesto Irving in maniera retorica prima di concludere. "Non possiamo accontentarci di essere al quinto posto. O almeno, io non lo farò". I compagni sono avvisati.