L'azzurro dei Clippers è decisivo con 19 punti e 10 rimbalzi. Ottima anche la prestazione del rookie arrivato da Philadelphia Landry Shamet, che segna 13 dei suoi 17 punti nel quarto quarto, quando si compie la rimonta di L.A.. Quarto ko in fila per San Antonio: non bastano 11 punti di Belinelli
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Boston Celtics-L.A. Clippers 112-123
Sembrava tutto facile per Boston, che chiude sopra di 23 un primo quarto in cui a un certo punto segna 15 punti di fila; nel secondo periodo il vantaggio arriva addirittura a +28, ma inizia a girare male per i padroni di casa: su una penetrazione in palleggio, si gira male il ginocchio destro di Kyrie Irving, che è costretto a uscire per una leggera distorsione e non torna più in campo. Forti di una dote di 21 punti all’uscita degli spogliatoi dopo l’intervallo, i giocatori di coach Brad Stevens devono fare i conti con la rimonta dei Clippers, che piazzano un terzo parziale da 28-12 per rifarsi sotto. A segnare il primo vantaggio Clippers è poi un canestro di Danilo Gallinari sul 100-100, che scatena i fischi del pubblico di Boston timoroso di assistere – due giorni dopo quello contro gli odiati rivali dei Lakers, vincenti dopo aver recuperato 18 punti – a un altro collasso. E collasso infatti è, e anche di dimensioni storiche: da 15 anni infatti i Celtics non si facevano rimontare 28 punti finendo per perdere una gara a tratti dominata. Il merito è di un gruppo – quello allenato dall’ex coach di Boston Doc Rivers, che a Beantown ha portato l’ultimo titolo NBA nel 2008 – in cui si mescolano bene volti conosciuti e nuovi arrivati, nella prima uscita dei Clippers dopo la trade deadline. Tra i primi, a trascinare gli ospiti ci sono un Montrezl Harrell da 21 punti con 8/13 al tiro e un’ottima doppia doppia di Danilo Gallinari autore di 19 punti e 10 rimbalzi e un ottimo +25 di plus/minus (oltre a 15 punti di Lou Williams, che però tira solo 5/14 dal campo); tra le facce nuove, invece, l’impatto migliore è quello di Landry Shamet dalla panchina, da dove contribuisce con 17 punti (e 4 triple a segno) segnandone ben 13 nel decisivo quarto quarto, ma anche Ivica Zubac e Garrett Temple, entrambi in quintetto, si mettono in mostra in maniera molto positiva, il primo sfiorando la doppia doppia con 12 punti e 9 rimbalzi, il secondo aggiungendoci 11 punti. Senza il loro leader – uscito con 2 minuti e mezzo da giocare prima dell’intervallo di metà gara (14 punti in 14 minuti per lui) – Boston ha in Gordon Hayward il miglior marcatore di serata a quota 19, mentre ne mandano a referto 16 a testa Jayson Tatum e Terry Rozier. Il secondo ko dei Celtics – giunto dopo 10 vittorie in 11 gare – coincide invece con la terza vittoria su cinque trasferte dei Clippers (la sesta contro Minnesota prevista per lunedì notte chiude il lungo viaggio lontano da L.A.), che mantengono il loro vantaggio sui Kings e sui Lakers per l’ottavo posto a Ovest. E con un Danilo Gallinari tornato in rotazione e sempre più a suo agio in campo dopo l'infortunio alla schiena, con anche spazi maggiori dovuti alla cessione di Tobias Harris, le parole di coach Rivers su un gruppo che non molla e continua a puntare ai playoff anche dopo le manovre di "alleggerimento" salariale compiute in prossimità della trade deadline tornano di interessante attualità.
Utah Jazz-San Antonio Spurs 125-105
Alla quarta gara del loro consueto rodeo trip lontano da San Antonio gli Spurs (li aspettano altre quattro, prima di riabbracciare il parquet dell’AT&T Center) devono ancora mandare in archivio la prima vittoria. Utah infatti prende il volo segnando 9 punti consecutivi sul 32-32, e da quel momento non si volta più indietro, terminando il secondo periodo con un parziale di 22-2. L’attacco dei Jazz funziona alla meraviglia, come testimoniano i 29 assist di squadra e soprattutto il 52.2% al tiro, una statistica significativa se unita al dato che vede la squadra di coach Snyder vincente in 43 delle ultime 44 gare concluse sopra il 50% dal campo. Sugli scudi per i padroni di casa un Donovan Mitchell da 23 punti e un Rudy Gobert forse stimolato dal confronto diretto con LaMarcus Aldridge (il lungo degli Spurs convocato all’All-Star Game nel posto che poteva essere del francese): il centro di Utah chiude con 21 punti e 13 rimbalzi, la sua doppia doppia n°45 in stagione (top NBA insieme a Joel Embiid), tirando 8/10 dal campo contro il 5/16 del suo avversario diretto. Bene anche per i Jazz un Royce O’Neal che pareggia il suo massimo stagionale a quota 17 e un Ricky Rubio da 16, 6 rimbalzi e 6 assist ma soprattutto senza neppure una palla persa. San Antonio ha 23 punti da DeMar DeRozan e soli 15 come detto da Aldridge, mentre ne aggiunge 11 in 28 minuti dalla panchina Marco Belinelli, che però è impreciso al tiro (solo 3/10 dal campo, sbagliando tutte tre le triple tentate) ma contribuisce con anche 4 rimbalzi e 2 assist. Per i neroargento, prima di un ritorno in Texas a questo punto urgente, il calendario prevede altre quattro trasferte a Memphis, Toronto, New York, e Brooklyn: i Clippers inseguono il settimo posto degli Spurs a una sola vittoria di distanza, mentre Utah – col successo della notte – stacca proprio San Antonio al sesto.