Tutte vincenti le prime tre a Est (facili i successi di Boston e Milwaukee, Miami batte Indiana solo nel finale), mentre cade contro Orlando Philadelphia. Vincono ancora i Golden State Warriors
MIAMI HEAT-INDIANA PACERS 113-112 | Due squadre da playoff a Est, solide, capaci di giocare bene secondo il credo dei due allenatori, Erik Spoelstra e Nate McMillan. Non ne poteva uscire che una partita equilibrata, combattuta fino alla fine: la spunta Miami, che all’American Airlines Arena ha perso una volta sola in tutto il campionato a fronte di 14 vittorie. Per gli Heat il miglior marcatore è Jimmy Butler a quota 20 ma enorme il contributo di Bam Adebayo con 18 punti, 15 rimbalzi, 6 assist e un ottimo 8/10 dal campo. Sono 18 i punti anche di Duncan Robinson con 6/10 da tre punti, mentre dalla panchina coach Spoelstra ha 40 punti complessivi, con i 14 di Goran Dragic a guidare il gruppo
È proprio Dragic a decidere la partita con il canestro decisivo a meno di 7 secondi dalla fine: prima di lui sia Butler che Kendrick Nunn avevano avuto il tiro del vantaggio fallendolo, ma gli Heat recuperano due importanti palloni a rimbalzo (14-2 il conto dei rimbalzi offensivi in favore di Miami) per dare allo sloveno la chance di portare avanti i suoi. Aaron Holiday – ancora in quintetto per l’assenza di Malcolm Brogdon e autore di 17 punti, il migliore dei suoi – potrebbe vincerla nel finale ma sbaglia l’ultimo tiro
ATLANTA HAWKS-MILWAUKEE BUCKS 86-112 | Pur senza Giannis Antetokounmpo, a riposo per un dolore alla schiena, la miglior squadra NBA (28-5) non ha problemi a sbarazzarsi della peggiore, gli Atlanta Hawks, che scendono a 6-26 dopo l’ennesima sconfitta interna (3-12 il record casalingo). Il miglior marcatore è Khris Middleton, autore di 23 punti, ma a far notizia è il massimo stagionale per punti e rimbalzi di Ersan Ilyasova, che risponde all’inserimento in quintetto al posto di Antetokounmpo con una gara da 7/8 al tiro, 18 punti e 17 rimbalzi. Ce ne sono 19 anche per Brook Lopez, mentre il migliore degli Atlanta Hawks è Allen Crabbe a quota 20 dalla panchina. Settima vittoria con almeno 25 punti di scarto per i Bucks quest’anno
Atlanta ha già poche speranze contro la miglior squadra della lega: diventano ancora meno quando – sul finire del secondo quarto, con il punteggio già sul 60-40 per Milwaukee – Trae Young si gira la caviglia ed è costretto a uscire. Non tornerà in campo, chiudendo la sua prestazione con 12 punti in 15 minuti
BOSTON CELTICS-CLEVELAND CAVS 129-117 | Tutto facile per i Boston Celtics, che contro Cleveland raccolgono la loro quinta vittoria in fila ipotecata già a partire dal primo quarto, chiuso 33-22: all’intervallo il divario è ancora più ampio (62-47) e la partita non viene mai più rimessa davvero in discussione. Si tratta della 13^ vittoria dei biancoverdi al TD Garden, a fronte di una sola sconfitta, con i Celtics a sfiorare il 52% dal campo, a testimonianza di una serata offensivamente sontuosa per gli uomini di Brad Stevens
Nessuno fa meglio di Jaylen Brown, che firma il suo massimo in carriera a quota 34 punti e per la prima volta da quando è nella NBA chiude due gare consecutive con almeno 30 punti (ne aveva segnati 30 anche contro Toronto la sera di Natale). Per l’ex giocatore di California cinque triple a segno e un complessivo 13/20 al tiro. Nel primo tempo fa addirittura meglio di lui Jayson Tatum, che segna 24 dei suoi 30 punti finale nei primi 24 minuti. Ce ne sono 14 con 7/10 al tiro dalla panchina anche per Enes Kanter
A provare a tenere alto l’onore dei Cavs ci pensa Kevin Love, che chiude con 30 punti frutto di un ottimo 10/16 al tiro che vede anche 6 triple a segno. Ne mette 21 Collin Sexton e 16 in 25 minuti dalla panchina la matricola Kevin Porter Jr. ma Cleveland – pur sfiorando il 52% dal campo e il 40% da tre punti – deve arrendersi concedendo 12 rimbalzi offensivi ai Celtics, che ne ricavano 18 punti da seconde opportunità
ORLANDO MAGIC-PHILADELPHIA 76ERS 98-97 | Sopra di 10 (93-83) a 110 secondi dalla fine, gli Orlando Magic provano a fare di tutto per complicarsi la vita, sbagliando liberi dopo liberi e concedendo così a Joel Embiid la possibilità di provare a vincere la partita con un tiro da centrocampo fuori equilibrio. Alla fine a spuntarla sono i Magic, trascinati dall’ottima prestazione di Nikola Vucevic – 16 punti, 12 rimbalzi e 7 assist – ma anche dai 20 di Evan Fournier e dalla doppia doppia (19 con 11 rimbalzi) di Aaron Gordon. Orlando tira solo il 42% dal campo ma tiene Philadelphia al 40%: “Una buona vittoria contro una buona squadra”, riassume coach Clifford alla sirena
CHARLOTTE HORNETS-OKLAHOMA CITY THUNDER 102-104 OT | Quinta vittoria nelle ultime sei gare per i Thunder, che continuano a dover far senza Danilo Gallinari. Salgono di colpi allora Shai Gilgeous-Alexander, il migliore dei suoi con 27 punti e un ottimo 10/17 dal campo, stessa identica prestazione al tiro di Dennis Schroder dalla panchina, che chiude a quota 24. Al resto ci pensa Chris Paul, che segna 10 dei suoi 16 punti tra quarto quarto e overtime, in una gara che vede le due squadre combinare per un pessimo 12/70 da tre punti. Il 17.1% dall’arco è la peggior percentuale di sempre di due squadre su oltre 2.400 partite chiuse con almeno 60 triple tentate
Charlotte vince il duello a rimbalzo e nel numero degli assist distribuiti (26-19) ma paga le troppe palle perse (15, 5 delle quali da Devonte Graham, che però mette a referto anche 13 assist, a due dal suo massimo in carriera – da cui i Thunder ricavano 23 punti. Agli Hornets non bastano i 26 punti di un ottimo Terry Rozier e tutto il quintetto base in doppia cifra
GOLDEN STATE WARRIORS-PHOENIX SUNS 105-96 | Sale a quattro la striscia di vittorie consecutive dei Golden State Warriors, che contro Phoenix inseguono anche di 10 punti nel quarto periodo ma trovano il modo di uscire vincitori per il 19° successo contro i Suns nelle ultime 21 sfide dirette. La squadra di coach Kerr va sotto nei primi tre parziali ma sfodera un quarto quarto da 39-18 che permette ai californiani di avvicinarsi (a sola mezza gara di distanza) ai New Orleans Pelicans, con l’obiettivo di non essere più il fanalino di coda della Western Conference
Il migliore tra i californiani è D’Angelo Russell, che per la sesta volta in stagione tocca quota trenta: chiude infatti con 31 punti, 6 assist, 5 rimbalzi e 4 triple a segno (su 11 tentativi), ma Steve Kerr vede altri quattro giocatori in doppia cifra a partire da Damion Lee, autore di 16 punti e 8 rimbalzi, con 13 dalla panchina per Alec Burks
Per coach Monty Williams – che guarda con rammarico alle 27 palle perse dei suoi, un’enormità – le notizie positive arrivano come al solito da un Devin Booker che dopo aver segnato solo 11 punti nell’ultima gara contro Denver ne ha messi già 17 all’intervallo per chiudere poi a quota 34, con un ottimo 13/24 al tiro (ma 8 delle 27 perse sono sua responsabilità). Phoenix vede Dario Saric in doppia doppia – 11 punti e 10 rimbalzi – ma poco altro