
All-Star Game NBA, le reazioni alla selezione delle riserve da parte dei giocatori
Tante prime volte, grandi assenti a causa degli infortuni e inevitabilmente gli esclusi che fanno tanto discutere: quando si scelgono i migliori giocatori della lega, difficile mettere tutti d'accordo. Queste le reazioni che i diretti interessati (e non solo) hanno affidato ai social

Rudy Gobert è uno dei volti nuovi nella prossima gara delle stelle di Chicago, alla prima selezione in carriera: il suo amico Fournier lo ha voluto ricordare così, postando una foto di quando era ragazzino con gli occhiali: "Questo ragazzo è un All-Star, tutto è possibile"

David Griffin, il GM dei New Orleans Pelicans, ha condiviso sui social il video del modo in cui la squadra ha annunciato a Brandon Ingram la sua prima convocazione in carriera all'All-Star Game. Il primo a festeggiare assieme a lui è proprio Zion, ben consapevole di dover andare anche lui in futuro a caccia di un posto in quella lista

Pascal Siakam fa festa: non sarà il solo Raptors alla partita delle stelle, assieme a lui ci sarà anche Kyle Lowry. Giocarsi un All-Star Game da campioni NBA in carica non ha davvero prezzo

Un gradito ritorno quello di Chris Paul, dato sul viale del declino da molti e invece ancora una volta protagonista anche con i Thunder: è lui il simbolo di una squadra che ha scoperto di essere da playoff, una decima convocazione in carriera all'All-Star Game su cui difficilmente avrebbe scommesso anche CP3 qualche mese fa

Jaylen Brown porge le giuste congratulazioni ai suoi due compagni di squadra selezionati: inutile sottolineare che anche lui voleva prendere parte alla competizione e condividere con loro quel momento, sarà per un'altra volta

Tutta la gioia di Donovan Mitchell, che è riuscito a farsi spazio a Ovest in una Conference piena di concorrenza (e anche ad approfittare dei tanti giocatori infortunati): nella vita ci vuole anche fortuna, oltre che il talento per farsi trovare pronti quando serve

La rabbia di Karl-Anthony Tonws non è rivolta a sé stesso - lasciato a casa in una stagione molto complicata per Minnesota - ma per l'amico Devin Booker, che sta giocando una stagione pazzesca da realizzatore: è il primo giocatore nella storia NBA con più di 27 punti e 6 assist di media, il 60% di True Shooting, ma senza un posto tra i 12 migliori della Western Conference

Anche Jusuf Nurkic è dello stesso avviso: davvero hanno deciso di lasciare a casa un talento come Devin Booker?

Giannis Antetokounmpo invece ribalta il discorso fatto dagli altri e dice: come si può pensare che una squadra in grado di vincere quasi 50 partite già a febbraio abbia nel suo roster "soltanto" due All-Star? Eric Bledsoe dove lo mettiamo? La domanda sorge spontanea: ma quindi conta il talento individuale o il rendimento di squadra? Nessuna delle due fazioni in realtà è felice della scelta

E poi anche lui lancia il suo appello: bisogna fare chiarezza, uno con il talento di Devin Booker non può restare fuori perché gioca in una squadra che vince poche partite - altrimenti questo condiziona non poco le scelte fatte dai giocatori