
NBA, Toronto vince la 14^ in fila, i Lakers rovinano la prima di Wiggins a Golden State
Non si fermano più i Raptors, che contro Brooklyn la spuntano di un punto grazie ai 29 di Fred VanVleet. Sono 24 i punti all'esordio in maglia Warriors per Andrew Wiggins, ma 27 di Anthony Davis e un LeBron James vicino alla tripla doppia danno la vittoria ai Lakers. New Orleans passa a Indianapolis nonostante le assenze di Williamson e Ingram (9 punti per Melli), Dallas vince a Charlotte senza Doncic e Porzingis. Quarto successo in fila per New York, brutta caduta dei Clippers contro Minnesota

TORONTO RAPTORS-BROOKLYN NETS 119-118 | Successo numero 14 consecutivo per i Raptors, che in back-to-back stringono i denti, combattono per 48 minuti e allungano la striscia di vittorie da record nella storia della franchigia. Merito di un Fred VanVleet da 29 punti - 10 dei quali arrivati nel quarto periodo - dei 20 di Pascal Siakam che realizza il libero decisivo a 22 secondi dalla sirena e più in generale del contributo diffuso di una squadra che trova sempre risorse ed energie anche nei momenti più complicati
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Decimo successo casalingo in fila dei canadesi contro Brooklyn, che non riesce a rompere la maledizione nonostante un Caris LeVert da 37 punti - nuovo massimo in carriera - con 6/7 dalla lunga distanza e con l’unico errore che arriva a un secondo dalla sirena finale, quando il canestro avrebbe significato vittoria. I Nets, ancora senza l’infortunato Irving, mantengono il settimo posto a Est, con i Pacers sempre lontani e molto più avanti in classifica
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GOLDEN STATE WARRIORS-LOS ANGELES LAKERS 120-125 | Al Chase Center tutti i tifosi ricevono una maglia nera con i numeri 24, 8 e 2 per ricordare Kobe e Gianna Bryant. Poi si gioca e i Lakers, che vengono da tre sconfitte nelle ultime cinque gare, riescono a domare gli Warriors che per la prima volta schierano in quintetto Andrew Wiggins, appena arrivato dal Minnesota. Tra i protagonisti ovviamente LeBron James, che si ferma a due rimbalzi dalla tripla doppia, con 22 punti e 11 assist, ricevendo l’investitura di coach Kerr: “Stasera onoriamo Kobe, ma LeBron – se si parla dell’eredità lasciata da Bryant come miglior giocatore NBA – ha già raccolto il suo testimone”. Oltre a James i Lakers – che tirano il 59% nel primo quarto, oltre il 52% nella gara e sopra il 48% da tre punti (14/29) – hanno 27 punti da Anthony Davis, 21 con 5 triple da Avery Bradley e 41 dalla panchina, guidata dai 12 di Dwight Howard e dagli 11 di Rajon Rondo
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In casa Warriors si festeggia la prima partita di Andrew Wiggins, subito positivo al debutto in California: l’ex Timberwolves chiude con 24 punti, un ottimo 8/12 al tiro e anche 3/4 dalla lunga distanza. Meglio di lui fa Marquese Chriss, autore di 26 punti con 12/15 dal campo, mentre il rookie Jordan Poole ne mette 19 in uscita dalla panchina anche lui con ottime percentuali (8/12 in 23 minuti). Golden State ha riaccolto tre ex, JaVale McGee, Quinn Cook e DeMarcus Cousins – ma solo il primo ha visto campo

INDIANA PACERS-NEW ORLEANS PELICANS 117-124 | Vittoria convincente dei Pelicans che senza Brandon Ingram e Zion Williamson (i due migliori realizzatori della squadra con i loro 44 punti di media complessivi) passano a Indianapolis grazie soprattutto al contributo di uno scatenato Jrue Holiday nel finale. Ai Pacers non basta tutto il quintetto in doppia cifra guidati dai 26 punti di Jeremy Lamb per evitare la quinta sconfitta in fila - un campanello d’allarme per una squadra apparsa stanca
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Nella gara della famiglia Holiday con ben tre fratelli in campo, è Jrue a prendersi la scena con i suoi 31 punti - 14 dei quali arrivati negli ultimi 2 minuti e 26 secondi di partita. Dal 108-108 insomma, New Orleans si è affidata completamente a lui che non ha tradito le aspettative, dimostrando ancora una volta di essere un giocatore di livello assoluto
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Buone notizie anche per Nicolò Melli che, approfittando della rotazione ridotta, torna in quintetto e chiude con 9 punti e 6 rimbalzi in 24 minuti, tre triple a segno e la capacità di allargare il campo “da lungo” (New Orleans ha stravinto la battaglia a rimbalzo per 53-37 nonostante le assenze) che potrebbero tornare utili anche in futuro ai Pelicans
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MINNESOTA TIMBERWOLVES-L.A. CLIPPERS 142-115 | I nuovi Timberwolves stravincono e convincono nella nuova versione del roster post-mercato, ritrovano il successo dopo 13 sconfitte in fila e tornano a sorridere al termine del periodo più complicato a livello di risultati degli ultimi anni. Merito di un Malik Beasley da 23 punti, dei 24 massimo in carriera di Jordan McLaughlin e della tripla doppia sfiorata da un Towns da 22 punti, 13 rimbalzi e 9 assist. Per il lungo dei T’Wolves è la prima vittoria negli ultimi tre mesi, Minnesota non conquistava un successo con lui sul parquet da novembre
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In una gara da 26 triple a segno - massimo nella storia della franchigia per Minnesota - e ben 142 punti segnati, c’è davvero poco da salvare nella prestazione dei Clippers; travolti in difesa e incapaci di andare oltre i 29 punti di Leonard e i 21 di George, con gli ospiti mai al di sotto delle 17 lunghezze di distanza nel secondo tempo. Interrotta così la striscia di tre successi in fila, ennesimo passo falso per una corazzata che non riesce a trovare la definitiva continuità

PHOENIX SUNS-DENVER NUGGETS 108-117 | 4-0 senza appello dei Nuggets in stagione contro Phoenix, dopo l’ultimo successo stagionale raccolto in trasferta da Denver per mano della solita coppia Murray-Jokic. Gli ospiti ritrovano Paul Millsap sul parquet a un mese esatto dall’ultima volta e hanno la meglio contro un Deandre Ayton da 28 punti e 19 rimbalzi, oltre ai 41 punti complessivi messi a referto da Devin Booker e Kelly Oubre Jr. – meno incisivi rispetto all’exploit di 24 ore prima contro Houston
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Il miglior realizzatore del match è Jamal Murray, autore di 36 punti con 14/17 dal campo, 6/8 dalla lunga distanza, cinque assist, cinque rimbalzi, +5 di plus/minus e il cinque ricevuto da tutti i compagni una volta rientrati nello spogliatoio dopo aver rimesso in piedi una partita iniziata male (sotto in doppia cifra nel primo quarto). Per Denver sono cinque vittorie nelle ultime sei gare, il passo giusto per puntare al vertice della Western Conference
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ORLANDO MAGIC-MILWAUKEE BUCKS 95-111 | Una tripla di Khris Middleton dopo meno di 20 secondi a bersaglio, 3-0 per iniziare e poi una lunga cavalcata senza più voltarsi indietro. Senza mai permettere ai Magic di mettere il naso avanti, in un match senza storia vinto da Milwaukee che raccoglie la vittoria n°45 della sua stagione su 52 complessive disputate. Una cavalcata da record per i Bucks, che non si arresta anche in una partita in cui Giannis Antetokounmpo domina, sfiora la tripla doppia, ma resta sotto le sue medie con “soli” 18 punti a referto con 17 tiri dal campo - conditi con 18 rimbalzi e 9 assist
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I Magic continuano a incassare sconfitte senza perdere il posto ai playoff: tre ko in fila, otto delle ultime nove gare, dieci delle ultime 12. Un periodo nero che tuttavia non ha spostata la classifica di Orlando, con Washington nona che senza aver fatto nulla di particolare si sta regalando una chance di qualificazione ai playoff, anche perché la squadra della Florida non è andata oltre i 21 punti, 14 rimbalzi e 6 assist di Nikola Vucevic

SACRAMENTO KINGS-SAN ANTONIO SPURS 122-102 | Comodo successo dei Kings contro San Antonio, con Sacramento che si gode la nuova rotazione e un Buddy Hield versione extra-lusso pronto a uscire e colpire a gara in corso. Una partita frustrante per gli Spurs, come dimostrato dall’espulsione nel quarto periodo di DeMar DeRozan – allontanato a seguito di un doppio fallo tecnico fischiato in maniera consecutiva all’ex Raptors che non aveva accettato la segnalazione di un fallo in attacco. Altra serata complicata anche per Marco Belinelli, che resta seduto per 48 minuti senza mai entrare in campo
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Il protagonista del match è Buddy Hield, autore di 31 punti in uscita dalla panchina raccolti grazie a un clamoroso 9/10 nel tiro da tre punti, condito con sei rimbalzi, cinque assist, +33 di plus/minus in 32 minuti di gioco. Il modo migliore per il n°24 dei Kings di festeggiare il traguardo delle 800 triple in carriera – messe a referto nel minor numero di partite nella storia NBA, soltanto 296 gare contro le 305 di Steph Curry
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DETROIT PISTONS-NEW YORK KNICKS 92-95 | Quando Drummond non c’è, i topi ballano sotto canestro. Un concetto a cui Detroit dovrà presto abituarsi, come dimostrano Julius Randle e Mitchell Robinson che nel finale raccolgono i rimbalzi offensivi che permettono a New York di conquistare la quarta vittoria in fila – i migliori 10 giorni nella complicata stagione dei Knicks. A chiudere i conti è un tiro appoggiato al tabellone a 13.5 secondi dalla sirena del già citato Randle per sancire la migliore striscia di risultati della stagione
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I Pistons dalla rotazione rimaneggiata a causa degli infortuni e di un mercato che ha ridisegnato il roster di Detroit, non va oltre i 20 punti e 9 assist di Reggie Jackson e i 17 di Wood che adesso recita da protagonista nei pressi del ferro. Una situazione che in pochissimi avrebbero immaginato soltanto tre mesi fa, ma la regular season NBA può riservare enormi sorprese per chiunque

CHARLOTTE HORNETS-DALLAS MAVERICKS 100-116 | Charlotte è una città particolare per tutta la famiglia Curry, nessuno escluso. Non solo per papà Dell che ha scritto la storia degli Hornets sul parquet, a cui negli anni si è aggiunto uno Steph Curry sempre particolarmente ispirato quando si è trattato di “tornare a casa”. No, a loro due adesso si è aggiunto anche Seth Curry – che si sta lentamente ritagliando il suo angolo di notorietà e soddisfazioni, come dimostrato vestendo i panni del trascinatore dei Mavericks in una gara complicata per Dallas. Senza Luka Doncic e Kristaps Porzingis, il tiratore dei texani ha chiuso con 26 punti, 10/14 dal campo e 6/8 dall’arco in uscita dalla panchina
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Il migliore in casa Hornets come spesso accaduto in questa regular season è Devonte' Graham, autore di 16 punti e 10 assist in un match in cui Charlotte è sempre stata costretta a inseguire. I padroni di casa hanno iniziato nel peggiore dei modi la gara, sotto 31-10 dopo 12 minuti e incapaci di riportarsi in corsa. Per gli Hornets è la 13^ sconfitta nelle ultime 14 partite: peggio di così sarebbe difficile