
NBA, Spencer Dinwiddie si candida al ruolo di GM dei Chicago Bulls: “Ecco il mio piano”
In un lungo thread su Twitter l'estrosa guardia dei Brooklyn Nets (con un breve passato a Chicago) si è candidato al ruolo di general manager dei Bulls con un dettagliatissimo piano per riportare ai vertici della NBA la franchigia dell'Illinois. A partire dal ritorno in città del figliol prodigo Anthony Davis

LE PAZZE IDEE DI SPENCER DINWIDDIE | Le idee (soprattutto quelle balzane) non gli sono mai mancate. E così, forse annoiato da un campionato in pausa, la guardia dei Brooklyn Nets Spencer Dinwiddie ha deciso di candidarsi al ruolo di general manager dei Chicago Bulls, che proprio nelle ultime ore hanno affidato ad Arturas Karnisovas il compito di ricostruire il front office della franchigia dell’Illinois
KARNISOVAS A CAPO DELLA DIRIGENZA, I BULLS CERCANO UN GENERAL MANAGER
UN PASSATO AI BULLS | Dinwiddie un passato a Chicago già lo vanta: aveva disputato la preseason 2016-17 con la maglia dei Bulls (scendendo in campo in 5 partite) prima di essere tagliato e affidato alla squadra di G League controllata, i Windy City Bulls, con la quale ha viaggiato oltre i 19 punti e 8 assist di media

LA CANDIDATURA AL RUOLO DI PLAYER/GM | “Ha catturato la mia attenzione il fatto che i Bulls stiano cercando un GM”, ha scritto su Twitter Dinwiddie. “Se me lo chiedete con cortesia potrei anche diventare il primo giocatore/GM”. E da lì, l’inizio di un thread assolutamente irresistibile

LO SCAMBIO PER FARLO ARRIVARE AI BULLS | La guardia dei Nets, infatti, ha evidentemente studiato un piano dettagliatissimo per “convincere” Karnisovas. “Per prima cosa occorre mettere in piedi uno scambio Satoransky per Dinwiddie e poi fare di Dinwiddie il general manager della squadra”, esordisce il n°26 dei Nets

IL NUOVO AGENTE E LA CACCIA ALLA SUPERSTAR | “Poi, secondo passo: chiamare Rich Paul. Accetto di firmare per Klutch [la sua agenzia, che rappresenta LeBron James, Anthony Davis e tanti altri, ndr] al massimo contrattuale se mi garantisce di portare a Chicago Anthony Davis”, per cui peraltro l’approdo ai Bulls sarebbe un ritorno a casa, già in passato non escluso. Ottimista (a dir poco), però, lo scenario di sign-and-trade che i Lakers accetterebbero nella trattativa con i Bulls: “Thaddeus Young, Crisiano Felicio, Wendell Carter Jr. e una prima scelta?”, l’ipotesi di Dinwiddie, che non a caso lo fa seguire da una emoticon dubbiosa

I PRIMI CINQUE NOMI DELLA ROTAZIONE | “Ora ho la mia coppia di guardie Dinwiddie/LaVine e quella di lunghi Lauri [Markkanen]/AD. Senza menzionare Coby White, che dalla panchina può giocare entrambi i ruoli di guardia (sono un suo tifoso). Questi sono cinque giocatori solidi. Ma mi sembra che ci manchino dei buoni difensori in ala e un numero 5 atletico che completi la nostra rotazione a nove giocatori”.

LA PANCHINA | Ovviamente Dinwiddie ha pensato anche a questo, e ha le idee molto chiare: “Per i sei giocatori in uscita della panchina tengo tutti i preferiti dei tifosi: Antonio Blakeney [che però i Bulls hanno lasciato andare ancora a settembre, ndr], Shaquille Harrison, Chander Hutchison, Daniel Gafford e due veterani, gente alla Jared Dudley, fondamentali per la chimica di spogliatoio”, scrive

GLI ALTRI QUATTRO IN ROTAZIONE | “Ora però torniamo ai 4 giocatori che completeranno la mia rotazione a 9. Cerco un difensore in ala del tipo Moe Harkless/Robert Covington”, fa sapere Dinwiddie, che ovviamente ha già pensato anche alla trade giusta (?) per ottenerlo: “Per accomodare il contratto di Moe Harkless dobbiamo organizzare una trade con Ryan Arcidiacono, Luke Kornet e un altro contratto allettante”

LA PRESENZA DI VETERANI | “Ci serve un altro veterano 3&D [ala forte in difesa, ndr], alla Terrence Ross o alla Marcus Morris (qualcuno che ci dia presenza fisica). Devo capire quanto spazio salariale ho per “Mook” [il soprannome di Marcus Morris], sperando che mi faccia uno sconto venendo a giocare per una squadra da titolo”, l’astuto piano della guardia dei Nets, a cui non manca la fantasia

RINFORZI DAL DRAFT | “Visto che ho una scelta in Lotteria, nelle prime 8 o giù di lì, sento cosa ne pensa Rashad Phillips [esperto di college basket, ndr] sul miglior giocatore 3&D disponibile che sappia anche marcare le guardie e i playmaker avversari. E poi forse cerco una trade Otto Porter per Andre Drummond se entrambi accettano la player option sui loro contratti attuali, anche se qui ovviamente devo mettere sul piatto qualche altro contratto allettante”, riconosce Dinwiddie con la seconda emoticon dubbiosa della sua carriera da GM

IL RAPPORTO CON LA SUPERSTAR | Poi la guardia dei Nets passa a scrivere in maiuscolo: “LA COSA PIÙ IMPORTANTE: massima trasparenza nelle comunicazioni con AD, deve sapere che si fa come vuole lui”, e questa volta l’emoticon è quello di una grassa risata: Dinwiddie sa che nella NBA è meglio mantenere felice la propria superstar…

LA FINESTRA PER IL TITOLO | Soddisfatto del roster messo in piedi, Dinwiddie si lascia andare a qualche considerazione: “I miei 4 giocatori principali hanno un’età media di 26 anni: questo ci dà una finestra di cinque anni per puntare al titolo. Dinwiddie, LaVine, Anthony Davis e Andre Drummond, con Marcus Morris possibile quinto titolare”

GESTIONE DEL GRUPPO E SCELTA DELL’ALLENATORE | Stabilito il quintetto, il giocatore di Brooklyn ora passa ad analizzare la panchina: “Quattro riserve principali: Moe Harkless, Coby White, la nostra scelta in Lotteria al Draft e Lauri Markkanen. Fanno un veterano e tre giovani di grandissimo talento. Se poi AD vuole una maggior presenza di veterani a roster, possiamo aggiustare il tiro in corsa e puntare da subito al titolo. Io e lui collaboreremo anche per la scelta dell’allenatore”, conclude Dinwiddie. Che ora — terminata la “sbornia” da giocatore/GM dei Chicago Bulls — può tornare a ricoprire il suo ruolo ai Brooklyn Nets