NBA, Gregg Popovich "allenatore" anche di chi aiuta i poveri a San Antonio
coronavirusIl coach degli Spurs ha dialogato a lungo con tutti i volontari che stanno fornendo cibo ai più bisognosi in queste difficili settimane nella città texana: "Noi siamo quelli che devono intrattenervi con uno sport che conta il giusto, voi siete la ragione per cui molte persone riescono a sopravvivere"
“La stagione NBA sarà anche sospesa, ma questo non vuol dire che Gregg Popovich abbia smesso di motivare le persone”. Questo l’attacco del pezzo del San Antonio Express-News che racconta come l’allenatore degli Spurs - attraverso una conference call - abbia dialogato e dato forza ai lavoratori di un’organizzazione no-profit impegnata nel garantire cibo a più persone possibile in questo complicato periodo. Il lockdown a seguito della diffusione del coronavirus infatti ha messo in ginocchio l’economia mondiale, abbattendosi inevitabilmente con maggior forza sui poveri e i meno abbienti: “È stato molto dolce da parte sua, molto gentile e carino con tutti”, sottolinea il presidente dell’associazione San Antonio Food Bank. Una chiacchierata in parte provvidenziale, giunta al termine di una durissima giornata di lavoro per chi aveva dovuto servire circa 10.000 - migliaia in più rispetto alle richieste iniziali. Le cifre infatti sono cresciute in maniera esponenziale, da quando nelle ultime settimane reperire cibo sta diventando sempre più complicato per chi già prima dello stop dovuto alla pandemia era in difficoltà: “Per darci motivazioni ci ha raccontato tante storie e battaglie complicate sul parquet, ci ha spiegato il modo in cui ha deciso di affrontare i momenti di crisi”. Solo consigli motivazionali, nessuna intenzione di sostituirsi o paragonare i ruoli rivestiti dallo sport e dalle persone che prestano servizio per la comunità: “Ci ha detto che il suo compito è quello di intrattenere nel migliore dei modi attraverso un gioco che non significa più di tanto, mentre noi siamo le persone dalle quali dipendono le sorti della comunità”. In molti hanno manifestato il dispiacere per la sospensione delle partite degli Spurs, oltre a testimoniare il loro tifo per San Antonio: “In tanti gli hanno chiesto cosa stessero facendo i giocatori in queste settimane, quale fosse la loro routine. Uno dei nostri dipendenti gli ha domandato come mai avesse deciso di mettere Tim Duncan in panchina nell’ultimo possesso di gara-6 delle Finals 2013 contro Miami…”. Insomma, una boccata di normalità necessaria in un momento così complicato per tutti.