The Last Dance, tutti i nomi finti usati dai Chicago Bulls del 1998 negli hotel
I giocatori NBA difficilmente utilizzano i loro nomi veri quando fanno il check-in in un albergo, figuriamoci i Chicago Bulls di Michael Jordan del 1997-98. Uno dei membri della squadra ha condiviso su Twitter gli "alias" utilizzati quell’anno, e le scelte sono molto curiose
Se il nome di Rusty LaRue non vi dice niente, siete scusati. D’altronde ha giocato meno di 100 partite in NBA tra il 1997 e il 2004, ma ha avuto la fortuna di iniziare la sua carriera nei Chicago Bulls del 1997-98, per i quali ha giocato solo 140 minuti (nessuno nei playoff) senza nemmeno meritarsi una menzione in "The Last Dance"
L’ex giocatore dei Bulls, al tempo 24enne e visto poi anche a Varese nel 2002-03, si è unito ai Bulls a stagione in corso e ha condiviso su Twitter la lettera che accompagnava il suo contratto dell’epoca e il manuale con gli schemi realizzato da Phil Jackson per quella specifica stagione, ribattezzata "The Last Dance" sin dalla copertina
Il documento che però ha destato maggior interesse è stata però la lista delle stanze dei Bulls in trasferta, con alcuni nomi reali (tra cui il suo) e alcuni totalmente inventati. È uno stratagemma largamente utilizzato dai giocatori NBA negli hotel per evitare di essere disturbati, specialmente quelli famosi come quei Bulls con Jordan, Pippen, Rodman e tutti gli altri
Già, ma a chi appartenevano i nomi inventati? Il giornalista Rob Shaefer di NBC Sports Chicago ha fatto una ricerca e ha trovato una corrispondenza tra l’ordine delle stanze e quello alfabetico reale dei giocatori, riuscendo così a "decifrare" il codice e associare ogni alias al suo legittimo proprietario. L’unica differenza è l’assenza di tre giocatori minori scambiati durante la stagione
KEITH BOOTH alias JOHN THOMPSON | Booth è cresciuto a Baltimora e ha fatto l’università a Maryland, ma per il suo alter ego ha scelto quello di John Thompson, leggendario allenatore di Georgetown nonché il primo allenatore afro-americano a vincere il titolo NCAA nel 1984
RANDY BROWN alias FRED SANFORD | Brown ha invece scelto un personaggio della sit-com Sanford and Son trasmesso negli anni ‘70
JUD BUECHLER alias GREG NOLL | Grande appassionato di surf, il nativo di San Diego Buechler non poteva che ripiegare su una delle leggende del suo sport preferito (nel 1996 Luc Longley si infortunò gravemente facendo surf con il compagno)
SCOTT BURRELL alias TYSON BEDFORD | Tecnicamente non esiste un Bedford, ma nel 1998 era già molto famoso Tyson Beckford, uno dei modelli afro-americani più conosciuti al mondo. Che Burrell volesse paragonarsi a lui in quanto a bellezza, ma avesse paura di eventuali attenzioni indesiderate dalle fan?
DAVID VAUGHN o DICKEY SIMPKINS alias BUMPY JOHNSON | Il giornalista di NBC Sports non è riuscito a stabilire chi fosse presente in squadra tra Vaughn e Simpkins, scambiati nel corso dell’anno. Uno dei due, in ogni caso, come alias ha usato il nome del famoso gangstar e allibratore di Harlem, la cui vita è stata più volte raccontata nei film
RON HARPER alias PETER PARKER | Il figlio di Ron Harper, che attualmente gioca all’università di Rutgers, dice che Spiderman (aka Peter Parker) sia il suo supereroe preferito. Sarà per questo che il papà lo ha utilizzato come alias nei suoi anni coi Bulls?
STEVE KERR alias AUSTIN POWERS | Il personaggio dei film impersonato dal comico Mike Myers era già diventato famoso nel 1997 con il primo film (“International Man of Mistery”), tanto da portare Kerr — non esattamente un donnaiolo come l’agente segreto dei film — a sceglierlo per i suoi viaggi in trasferta
JOE KLEINE alias JOE KLEINE | Non tutti avevano bisogno di usare un alias: Joe Kleine, ad esempio, era sicuro di non essere importunato da nessuno
RUSTY LARUE alias RUSTY LARUE | La stessa fonte di questa lista non sentiva la necessità di un nome finto
BILL WENNINGTON alias BILL WENNINGTON | Anche un membro discretamente famoso di quei Bulls non usava un nome finto, almeno nel documento riscoperto da LaRue
TONI KUKOC alias TONI KUKOC | Forse la rivelazione maggiore è che anche uno come Kukoc, come minimo il quarto giocatore più importante di quei Bulls, usava tranquillamente il suo nome — convinto forse che, se qualcuno avesse provato a intrufolarsi da qualche parte, avrebbero cercato Jordan o Pippen
LUC LONGLEY alias STAGGER LEE | "Usavo Bruce Doull, Norman Gunston e Stagger Lee" ha ammesso Longley successivamente sui suoi nomi finti. Quello di Lee fa riferimento alla storia di un assassinio a St. Louis da parte del killer afro-americano “Stag” Lee Shelton, raccontata in tantissime canzoni da artisti di alto livello (tra cui James Brown, Nick Cave, Bob Dylan e i Grateful Dead)
SCOTTIE PIPPEN alias JOHNNIE WALKER | John Walker era un avvocato di diritti civili dell’Arkansas, ma è probabile che Pippen facesse soprattutto riferimento alla famosa marca di whiskey. D’altronde Scottie va molto vicino a “scotch”…
DENNIS RODMAN alias BROOK MASON | Per quale motivo Rodman ha scelto questo nome? Come per molte cose nella sua vita, non c’è una risposta: anche il giornalista di NBC Sports non ha trovato corrispondenze reali, se non Brooke Mason — avvenente attrice che però avrebbe debuttato solo cinque anni più tardi…
MICHAEL JORDAN alias OSCAR MILES | C’erano forse dubbi che MJ non potesse fare riferimento al golf? Oscar Miles è stato uno storico sovrintendente di numerosi campi di golf dell’Illinois, tanto da essere inserito nella Hall of Fame golfistica dello stato. Da notare dalla lista anche che MJ aveva ben due stanze per i suoi tre membri della sicurezza, oltre che quella per il suo trainer Tim Grover