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NBA, Victor Oladipo: "Dwyane Wade la mia ispirazione: voglio diventare una leggenda"

NBA
©Getty

Al sito "The Athletic" la guardia dei Pacers racconta la voglia di tornare in campo e l'ispirazione ricevuta dal guardare "The Last Dance": "Impareggiabili l'etica del lavoro di Jordan e di Kobe, ma è stato Wade a farmi credere di poter diventare un giocatore NBA"

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Tra le squadre che vogliono tornare in campo e giocarsi i playoff ci sono anche gli Indiana Pacers di Victor Oladipo, quinti a Est al momento dello stop, stesso record (ma vantaggio nell’assegnazione della testa di serie) dei Philadelphia 76ers e Miami Heat nel mirino per il quarto posto. Pacers che sono guidati dal loro All-Star, solo che il loro All-Star non è (più) Victor Oladipo — alla partita delle stelle nel 2018 e nel 2019 — bensì Domantas Sabonis. Il motivo è semplice: Oladipo ha dovuto saltare 46 partite della stagione 2018-19 e ne ha giocate solo 13 di quella attuale, dopo il lungo recupero dall’infortunio al ginocchio: “Non ero neppure all’80% del giocatore che posso essere — racconta il n°13 dei Pacers — ma l’ultima gara [quella contro Boston, ndr] ho giocato davvero bene”. Le cifre lo confermano: 27 punti in 29 minuti, 5/7 da tre, statistiche da vecchio Oladipo (quello votato giocatore più migliorato della lega nel 2018). “Devo portare a termine il lavoro iniziato — dice il giocatore di Indiana — perché l’infortunio al ginocchio è stato soltanto un ostacolo sulla strada verso la grandezza. Voglio essere ricordato come uno dei più forti di sempre”, dice — e sembra crederci sul serio. “Voglio che il mondo intero si ricordi del mio nome, è per questo che scendo in campo ogni sera. Oggi non sento di avere ancora il rispetto che merito, e va bene, lo capisco, sono stato lontano dai campi più di un anno e ho ancora molto da dimostrare”. Ma Oladipo è determinato a fare in modo che le cose cambino in fretta: “Mi ricordo quando nessuno sapeva chi fossi: è stata quella la spinta che mi ha fatto lavorare più duro di qualsiasi altro, e ancora oggi credo non ci sia un singolo giocatore che lavora più di me in palestra. Perché lo faccio? Perché voglio essere una leggenda”.

“The Last Dance” e l’esempio di tre grandi campioni

Per questo anche Oladipo confessa di aver amato tantissimo rivedere sugli schermi l’epopea sportiva di Michael Jordan: “Poter vedere così nel dettaglio come si costruisce una squadra vincente, un’autentica dinastia ti fa venire soltanto voglia di lavorare ancora più duramente”. E poi confessa: “Sono sempre stato un fan di Michael Jordan, così come di Kobe Bryant, ma il giocatore che mi ha fatto credere di poter eccellere nella NBA — da guardia, nonostante i 195 centimetri — è stato Dwyane Wade, che con un fisico simile al mio è riuscito a essere quello che è stato. Loro tre sono i giocatori a cui mi sono ispirato di più, perché l’etica del lavoro di MJ e di Kobe è impareggiabile. Voglio che sia così anche la mia, per potermi anch’io — un giorno — chiamare campione come loro”.