
Hall of Fame, il meglio della cerimonia del 2021 con Pierce, Bosh, Webber e Wallace
Ben 16 nuovi Hall of Famer sono stati introdotti nell’arca della gloria di Springfield, la classe più ampia di sempre. A guidarla leggende NBA del calibro di Paul Pierce, Chris Bosh, Chris Webber, Ben Wallace, Toni Kukoc ma anche allenatori leggendari ed ex stelle della WNBA. Riviviamo il meglio della serata, in cui al termine è comparso anche LeBron James

CHRIS WEBBER RINGRAZIA THOMAS: “IL MIO ANGELO CUSTODE” | Il primo a parlare nella serata è stato Chris Webber, che ha definito Isaiah Thomas — presente al suo fianco per introdurlo — come “il mio angelo custode, uno che mi ha guidato fin da quando avevo 16 anni standomi sempre vicino. Mi ha protetto da tutte le voci cattive”. Webber ha anche voluto al suo fianco Charles Barkley, “il mio giocatore preferito e il mio mentore dopo la carriera”

BARACK OBAMA INTRODUCE BILL RUSSELL | A introdurre Bill Russell nella Hall of Fame per la seconda volta (in questa occasione per la sua carriera da allenatore) è stato nientemeno che Barack Obama, che ha registrato un video raccontando di come “per quanto sia alto Bill Russell, il suo esempio e la sua eredità vanno molto più in alto di così”

BILL RUSSELL RINGRAZIA AUERBACH, STERN, KOBE E LA MOGLIE JEANNINE | In un messaggio registrato precedente, Russell ha voluto ringraziare Red Auerbach per avergli dato l’opportunità di allenare i Boston Celtics, David Stern e Kobe Bryant per la loro amicizia (“che significava il mondo per me”) e la moglie Jeannine per il continuo sostegno e supporto nella vita di tutti i giorni

JORDAN ACCOMPAGNA KUKOC, CHE LO RINGRAZIA PER BARCELLONA 1992 | Ad accompagnare Toni Kukoc sul palco di Springfield erano presenti Michael Jordan e il proprietario dei Bulls Jerry Reinsdorf. Kukoc si è concesso una battuta che sapeva molto di verità: “Vorrei ringraziare questo signore qui, Michael Jordan, che insieme a Scottie Pippen mi ha fatto il c…o a Barcellona. Mi ha motivato a lavorare per far parte dei Bulls”

BEN WALLACE CHIUDE A PUGNO ALZATO | Ben Wallace ha tenuto un discorso diverso dagli altri, quasi un racconto, senza menzionare la sua carriera ma parlando delle lezioni di vita e delle avversità che ha dovuto superare. “Ero troppo basso e non potevo giocare nella maniera che loro volevano… era come se non potessi avere successo. Ma datemi un’opportunità equa e vi farò vedere chi sono”. Wallace ha chiuso dicendo “Panthers march” e alzando il pugno destro come le Black Panthers, fondate nella sua città natale di Lowndes County in Alabama

PIERCE RINGRAZIA CHI LO HA PASSATO AL DRAFT | Decisamente più leggero il discorso di Pierce, che ha raccontato di quando si presentò in hangover a un allenamento (“Rivers mi mandò a casa, quella sera ne feci 30”) e di quando saltò fuori da un taxi insieme a Kevin Garnett (presente con lui sul palco) per non pagare. Soprattutto ha ringraziato le 9 squadre che lo hanno “passato” al Draft, citandole una per una: “Grazie per aver messo ancora più benzina al fuoco delle mie motivazioni”

CHRIS BOSH RESTITUISCE L’ANELLO A PAT RILEY | Ultimo a parlare, Chris Bosh ha chiuso un cerchio cominciato nel 2010: “Cercando di reclutarmi da free agent, mi diede il suo anello di campione NBA del 2006 dicendomi ‘Me lo ridarai quando ne vinceremo uno insieme’. Ne abbiamo vinti due, ma non glielo ho mai ridato. Ho aspettato il momento giusto: credo sia questo” alzandosi e mettendoglielo al dito, presente sul palco insieme a Ray Allen

LEBRON PRESENTE PER BOSH | Un po’ a sorpresa tra il pubblico è comparso anche LeBron James, fresco di ritorno dal suo viaggio in Europa, che ha presenziato per l’introduzione del suo amico ed ex compagno di squadra Chris Bosh, posando poi per delle foto insieme anche a Dwyane Wade e Ray Allen. “I miei fratelli per la vita” ha scritto su Twitter