NBA, un giocatore per ogni squadra con qualcosa da dimostrare nel 2022-23
A poco più di una settimana dall’inizio della regular season, il sito ufficiale della NBA ha passato in rassegna tutte le 30 squadre per trovare un giocatore che ha qualcosa da dimostrare nel corso del 2022-23. La classica "chip on the shoulder" per smentire i detrattori e trovare ulteriori motivazioni: ecco quelli che sono stati selezionati
ATLANTA HAWKS — DEANDRE HUNTER | La salute è sempre stato il problema principale per Hunter, quarta scelta assoluta del Draft 2019. Williamson, Morant, Barrett e Garland hanno tutti ricevuto estensioni contrattuali in tripla cifra, mentre lui è ancora fermo: se non dovesse arrivare l’accordo entro il 17 ottobre, sarebbe restricted free agent in estate. Motivo in più per fare il salto di qualità
BOSTON CELTICS — MALCOLM BROGDON | Dopo aver vinto il premio di Rookie dell’Anno con Milwaukee, a Indiana non è riuscito a tornare al centro del discorso cestistico per via di sconfitte e infortuni. Ai Celtics, con un ruolo in uscita dalla panchina, è chiamato a fare la differenza per i vice-campioni NBA
BROOKLYN NETS — BEN SIMMONS | Non lo vediamo in campo da un anno e mezzo (preseason esclusa) e l’attesa è ai massimi livelli. I Nets non possono pensare di competere se lui non è al 100%, perché la sua presenza difensiva è troppo importante per le alchimie della squadra. Il più grande punto di domanda dell’intera NBA, ma anche un giocatore in grado di spostare gli equilibri
CHARLOTTE HORNETS — PJ WASHINGTON | L’assenza di Miles Bridges gli apre definitivamente le porte del quintetto, l’improbabile estensione di contratto invece dovrebbe portarlo alla restricted free agency il prossimo anno. Avrà motivazioni altissime per guadagnarsi il primo contratto grosso della carriera: spazio ne avrà parecchio a disposizione
CHARLOTTE HORNETS — PJ WASHINGTON | L’assenza di Miles Bridges gli apre definitivamente le porte del quintetto, l’improbabile estensione di contratto invece dovrebbe portarlo alla restricted free agency il prossimo anno. Avrà motivazioni altissime per guadagnarsi il primo contratto grosso della carriera: spazio ne avrà parecchio a disposizione
CLEVELAND CAVALIERS — DONOVAN MITCHELL | Sul talento non si può discutere, ma le mancanze difensive e il modo abulico con cui si è conclusa la sua avventura a Salt Lake City hanno sollevato più di un dubbio. Con che atteggiamento comincerà la sua esperienza a Cleveland, dopo aver ammesso candidamente che sarebbe voluto andare a New York? A Est può fare la differenza, ma deve anche volerlo
DALLAS MAVERICKS — CHRISTIAN WOOD | Alle spalle di Luka Doncic è il giocatore con più punti nelle mani, chiamato a sopperire alla partenza di Jalen Brunson quantomeno dal punto di vista realizzativo. Playmaking e difesa sono due punti di domanda, così come la sua consistenza mentale nella partita: ha la chance di giocare per una contender dopo aver fatto bene solo nei contesti perdenti di Detroit e Houston
DENVER NUGGETS — MICHAEL PORTER JR. | Il discorso è molto semplice: dando per assodata la grandezza di Jokic e del rientrante Jamal Murray, se lui sarà in grado di diventare la terza stella dei Nuggets, allora a Denver possono anche pensare di giocarsela per il titolo. Dovrà salire a livello difensivo per evitare che gli attacchi avversari si concentrino su di lui, ma ha i mezzi atletici per farlo. E in attacco nessuno può arrivare a contestargli il tiro
DETROIT PISTONS — MARVIN BAGLEY III | Il quintetto base dei Pistons è intrigante, ma in panchina c’è il deserto. Bagley è l’unico giocatore di vero talento a disposizione tra le riserve, e il voto di fiducia che ha fatto la dirigenza su di lui (triennale da 37.5 milioni di dollari) deve essere ripagato. La carriera dell’ex scelta numero 2 davanti a Luka Doncic deve avere una svolta quest’anno
GOLDEN STATE WARRIORS — JAMES WISEMAN | A proposito di seconde scelte al Draft, anche Wiseman è atteso a un ruolo di rilievo all’interno degli Warriors, fornendo quell’opzione di verticalità sui due lati del campo che l’anno scorso non c’era. Deve migliorare in difesa per guadagnarsi la fiducia di coach Kerr e dei suoi compagni, ma i mezzi tecnici e atletici non possono essersi persi nel nulla al netto degli infortuni
HOUSTON ROCKETS — KEVIN PORTER JR. | Tiro da tre e difesa sono migliorati, seppur non a tal punto da essere notati dal grande pubblico o da cancellare l’etichetta di “testa calda” che si porta dietro da quando è entrato in NBA. A 22 anni e con tanto talento attorno deve dimostrare di poter essere la guardia del futuro dei Rockets, con i quali non ha raggiunto l’accordo per un’estensione di contratto
INDIANA PACERS — MYLES TURNER | Perennemente sul cubo degli scambi, il fatto stesso che i Pacers avessero offerto un contratto a Deandre Ayton fa pensare che i suoi giorni a Indianapolis stiano per concludersi, anche perché è in scadenza a fine anno. Indipendentemente da quale maglia indosserà, le motivazioni saranno altissime per guadagnarsi un nuovo accordo contrattuale
L.A. CLIPPERS — KAWHI LEONARD | Arrivato al quarto anno ai Clippers, ora non si può più scherzare. La squadra è profonda e competitiva, la salute c’è, in panchina siede uno dei migliori allenatori della lega: ci sono tutti gli ingredienti per una cavalcata fino al termine, alla ricerca di un terzo titolo NBA con tre squadre diverse che lo metterebbe in una cerchia ristrettissima
LOS ANGELES LAKERS — ANTHONY DAVIS | I mugugni attorno a lui e alle sue continue assenze per infortuni ormai lo precedono, ma Davis ha dimostrato nella bolla di Orlando di poter essere il lungo di riferimento per una squadra da titolo (ed era così anche prima dello stop per il Covid). Alla soglia dei 30 anni è chiamato a essere continuo sui due lati del campo, o quantomeno a essere in campo: senza di lui i Lakers non hanno una chance, al netto della grandezza di LeBron James
MEMPHIS GRIZZLIES — JAREN JACKSON JR. | Nella cavalcata playoff dello scorso anno ha fatto notizia più per i suoi problemi di falli che per le sue prestazioni. Ma i Grizzlies hanno bisogno di lui al meglio per raggiungere il loro massimo potenziale: purtroppo la salute non è dalla sua parte e un’infortunio al piede lo terrà fuori per l’inizio di stagione, ma ha il potenziale per vincere il premio di Difensore dell’Anno nel corso della sua carriera
MIAMI HEAT — DUNCAN ROBINSON | Ha finito la passata stagione nella “cuccia” di coach Spoelstra, facendo rimpiangere la decisione di dargli un contratto da 90 milioni di dollari in cinque anni. Ora sta a lui dimostrare di potersela giocare di nuovo per un posto in rotazione, altrimenti il suo contratto finirà inevitabilmente in qualche scambio di mercato per gli Heat che non hanno tempo da perdere complici le età anagrafiche di Kyle Lowry e Jimmy Butler
MILWAUKEE BUCKS — GIANNIS ANTETOKOUNMPO | Può avere ancora qualcosa da dimostrare un due volte MVP capace di conquistare anche il titolo NBA nel 2021? Sì, se si ha la motivazione di Giannis Antetokounmpo, che dopo non essere riuscito a difendere l’anello vuole riprendersi il trono della NBA. Anche perché lui stesso ha ammesso che il migliore al mondo è Steph Curry, dato che ha vinto il titolo. E lui vuole tornare a essere di quel livello
MINNESOTA TIMBERWOLVES — D’ANGELO RUSSELL | Nell’ultima partita degli ultimi playoff coach Finch gli ha preferito Jordan McLaughlin per chiudere il quarto periodo. Un’onta che un giocatore da oltre 30 milioni di dollari non può far passare sotto traccia, ma è stato il suo pessimo livello di rendimento a determinarlo. Anche lui in scadenza di contratto, con tre All-Star al fianco come Edwards, Towns e Gobert è chiamato a salire di livello
NEW ORLEANS PELICANS — ZION WILLIAMSON | Le voci sul suo contratto sono alle spalle, i problemi fisici (si spera) anche. Con una squadra in forte ascesa come i Pelicans visti lo scorso anno, Williamson può rappresentare quel singolo giocatore in grado di far fare il salto di qualità all’intero gruppo. Le condizioni fisiche sembrano essere al top da quando è entrato in NBA: ora bisogna produrre in campo
NEW YORK KNICKS — RJ BARRETT | Che sia stato offerto oppure no agli Utah Jazz per Donovan Mitchell, i Knicks hanno comunque dimostrato fiducia nei suoi confronti rendendolo il primo giocatore a essere esteso dopo il contratto da rookie da tempo immemore. Insieme a Jalen Brunson è chiamato a riportare i Knicks ai playoff, o quantomeno alla rispettabilità persa lo scorso anno
OKLAHOMA CITY THUNDER — LU DORT | Da undrafted a un quinquennale da 87.5 milioni, l’ascesa di Dort negli ultimi tre anni è stata folgorante. Ora però ci saranno maggiori responsabilità e aspettative sulle sue spalle, al netto di una squadra in cui l’obiettivo più o meno dichiarato resta quello di continuare a perdere. Lui di suo deve salire di livello al tiro per dimostrare di valere quel contratto
ORLANDO MAGIC — JONATHAN ISAAC | Non lo si vede in campo dalla bolla del 2020, dove aveva fatto notizia per la sua decisione di non inginocchiarsi durante l’inno nazionale. Prima però erano state soprattutto le sue qualità difensive a farsi notare: già solo confermare di poter essere di nuovo quel tipo di difensore sarebbe già una grande notizia per i Magic, che hanno bisogno di uno come lui al fianco di Paolo Banchero e Franz Wagner
PHILADELPHIA 76ERS — JAMES HARDEN | Forse il giocatore che ha maggiormente qualcosa da dimostrare in tutta la NBA. Dopo aver richiesto la cessione da Houston e aver replicato a Brooklyn dopo appena un anno, ora a Philadelphia lo aspettano tutti al varco per capire se può davvero essere un giocatore di riferimento per una squadra da titolo con un altro candidato MVP in campo. Ai playoff ha avuto solo due partite “da Harden”: un rendimento del genere non sarà più accettabile
PHOENIX SUNS — DEANDRE AYTON | Sul mercato ha cercato il contratto al massimo salariale che voleva e lo ha ottenuto, pur vedendolo pareggiare immediatamente dai Suns. Ora l’obiettivo è salire ulteriormente di livello per diventare definitivamente uno dei giocatori di riferimento del roster e non una seconda scelta alle spalle di Chris Paul e Devin Booker. A 24 anni, ha tutto per poter esplodere
PORTLAND TRAIL BLAZERS — DAMIAN LILLARD | Era dal 2013 che ai playoff non c’era uno come Lillard, che tra infortuni e voci di scambio continua a fare notizia anche quando non gioca. I Blazers hanno investito sul mercato mettendogli al fianco Jerami Grant, rinnovando Anfernee Simons e Jusuf Nurkic e prendendo Shaedon Sharpe al Draft. Forte di mesi e mesi di riposo e riabilitazione, ora Lillard è chiamato a produrre a livelli da All-NBA
SACRAMENTO KINGS — DE’AARON FOX | Lo scorso anno è stato uno dei più deludenti, specie per le aspettative che c’erano su di lui — tanto che in molti ancora rimpiangono che sia stato ceduto Tyrese Haliburton per arrivare a Domantas Sabonis. Talento e velocità non sono in discussione, ma al suo sesto anno di NBA deve anche dimostrare di valere il massimo salariale che i Kings gli hanno allungato senza battere ciglio
SAN ANTONIO SPURS — DEVIN VASSELL | Undicesima scelta al Draft 2020, la diaspora di talento attorno a lui gli apre non solo le porte del quintetto, ma anche un ruolo di primo piano nelle gerarchie di coach Gregg Popovich. Ha tutto quello che serve per poter salire di livello, anche se non ci si aspetta certo che porti la squadra alla vittoria: c’è un obiettivo a fine anno che si chiama Victor Wembanyama e gli Spurs sono in pole position per arrivarci
TORONTO RAPTORS — OG ANUNOBY | VanVleet e Siakam sono tornati a livelli da All-Star, Scottie Barnes è il rookie dell’anno in carica, Precius Achiuwa ha fatto intravedere buone cose. Manca solo il 25enne inglese per poter chiudere un quintetto molto interessanti nelle mani di Nick Nurse, ma le sole 81 partite disputate negli ultimi due anni non depongono a suo favore. Sarà questa la stagione in cui esplode definitivamente?
UTAH JAZZ — MALIK BEASLEY | Della mega-trade che ha portato Rudy Gobert a Minneapolis è il pezzo più pregiato, anche se dopo aver firmato il contratto non è più riuscito a ritornare a quei livelli di efficienza ed efficacia. I Jazz sono un cantiere aperto dove tutti avranno una chance, anche perché vincere interessa fino a un certo punto: Beasley avrà palloni e tiri a disposizione per mettersi in mostra, anche in ottica mercato visto che la prossima stagione è in team option
WASHINGTON WIZARDS — RUI HACHIMURA | Dopo una stagione difficile in termini di infortuni e problemi personali, il giapponese deve dimostrare di poter essere un pezzo chiave della ricostruzione di Washington. Non pare che ci sia un’estensione da firmare da qui al 17 ottobre, perciò quest’anno sarà anche l’ultimo del suo contratto da rookie: ha concorrenza nel suo ruolo con Kyle Kuzma e Deni Avdija, ma è un anno chiave per la sua carriera e non lo può sbagliare