NBA, guida alla nuova stagione: chi ha cambiato numero di maglia e perché l'ha fatto
Che LeBron James abbia scelto di abbandonare il n°6 e di tornare al suo 23 (quello che ha sempre indossato ai Cleveland Cavaliers e che aveva già avuto nei primi 3 anni a L.A.) è risaputo da tutti. Ma al via della nuova stagione ritroviamo anche tanti altri giocatori che, per un motivo o per l'altro, hanno scelto di scendere in campo con un nuovo numero. Spesso perché hanno cambiato squadra (il caso ad esempio di Danilo Gallinari), ma altre volte no (Kyrie Irving). Vi spieghiamo i motivi dietro ogni scelta
- Quand'era ai Cavs LeBron James utilizzava il n°6 solo in allenamento. Poi a Miami lo ha fatto diventare il suo numero (in onore a Bill Russell, ha spiegato), per poi riprenderlo anche a Los Angeles dopo le prime tre stagioni in gialloviola
- Quest'anno si torna al classico. Il n°23. Certo, di Michael Jordan prima di lui, nell'immaginario di tutti. Ma suo anche fin dai tempi di St. Vincent-St. Mary, poi a Cleveland e quindi anche ai Lakers. Prima di prendere il 6. E prima di scegliere di tornare al 23. Perché? Leggete qui sotto
- Perché da quando la NBA ha scelto che il numero 6 di Russell sia ritirato non solo dai Boston Celtics (che già lo avevano fatto) ma anche da tutte le altre franchigie (e nessun giocatore che entra nella lega ora quindi potrà più indossarlo), "King James" ha scelto di tornare al n°23. Permettendo così eventualmente ai Lakers di ritirarglielo a fine carriera
- Quand'era arrivato a Dallas da Brooklyn, a campionato in corso, il n°11 era già occupato da Tim Hardaway Jr.
- Appena ha potuto, però, Irving ha chiesto al suo compagno di poter tornare al numero a cui tiene tantissimo, l'11, ottenendone il permesso. I motivi sono mille, e li ha spiegati lui stesso: era il numero del padre a Boston University, Kyrie+Irving sono esattamente 11 lettere, la lettera K è l’undicesima dell’alfabeto, a Duke ha giocato soltanto 11 partite ed è stato sceclto al Draft del 2011
- La guardia di Dallas, da sempre con il n°11 sulle spalle ai Mavs, ha scelto di cederlo a Kyrie Irving
- Solo una cifra in meno, nel nuovo numero scelto da Hardaway Jr. per la stagione che va a iniziare
- Lo ha definito "un numero familare", ed è così nel vero senso della parole: è un omaggio al numero indossato dal padre, Tim Hardaway, durante la sua carriera NBA, a Golden State con i "Run TMC" ma poi anche a Miami
- All'ingresso nella NBA Edwards non aveva potuto continuare la sua carriera con il numero indossato al college (il 5) perché ai Timberwolves era prioprietà di Malik Beasley. Così aveva scelto l'1, il numero della sua scelta al Draft nel 2020
- Ora finalmente Edwards è potuto tornare al suo 5, che è il giorno in cui compie gli anni (5 agosto) ma anche il giorno del mese in cui sono venute a mancare le due donne a cui tiene di più, la madre e la nonna (entrambe sconfitte da un tumore). E da quest'anno può ricordarle e onorarle ogni volta che scende in campo con i suoi T'Wolves
- C'è voluta la complicità di Kyle Anderson perché Anthony Edwards potesse tornare a indossare il suo amato n°5, che era sulle spalle del prodotto di UCLA. Che però ha accettato di buon grado la volontà della superstar di squadra
- Lo "scambio" di numeri con Edwards si è completato proprio con l'ex Spurs a vestire il n°1 già indossato finora dal prodotto di Georgia. Un numero che Anderson aveva già indossato anche quest'estate al Mondiale con la nazionale cinese, con il nome di Kaier Li
- La giovane promessa dei Bucks fin dal suo ingresso nella lega l'anno scorso aveva sempre indossato il n°0
- Per questa sua seconda stagione, però, il prodotto della G League Ignite scenderà in campo con il n°3, ma se avete seguito i movimenti di mercato dell'estate NBA non vi sarà difficile capire il motivo del cambio...
- Già, a Milwaukee è arrivato un certo Damian Lillard, e lo zero che lo ha accompagnato per tutta la carriera non è mai stato messo in discussione neppure nello spogliatoio dei Bucks. Dev'essere bastata un'occhiata al giovane Beauchamp per convincerlo a cedere immediatamente il suo vecchio numero... ("Ti ripagherò in scarpe", sembra gli abbia detto Dame)
- Cinque anni ai Suns, sempre con il doppio due sulle spalle per l'ex prima scelta assoluta al Draft 2018
- C'è un due in meno, invece, sulla nuova maglia di Ayton, quella dei Trail Blazers. Il motivo? Facile, se conoscete la storia di Portland
- La 22 dei Blazers è infatti ritirata dalla franchigia per onorare Clyde "the Glide" Drexler, la guardia degli anni '90 che ha trascinato Portland a due finali NBA, anche membro del Dream Team del 1992
- Il numero 8 nel destino, per il Gallo, nato l'8/8/88. Ovvio allora il motivo per cui lo abbia sempre indossato finora
- Nella Capitale Gallinari lascia (il suo vecchio numero), ma raddoppia, facendolo diventare l'88
- Il motivo è semplice: prima del suo arrivo l'israeliano Deni Avdija aveva già chiesto agli Wizards di poter cambiare il suo n°9 (quello con cui è sceso in campo fino allo scorso anno) con il n°8, che sfoggia già anche in nazionale. Permesso accordato. Per il dispiacere di Gallinari
- Sette annate in Canada, un solo numero sulle sue spalle (il n°23)
- Numero che cambia invece in Texas, perché a Houston Fred VanVleet indosserà il 5
- Ai Rockets, infatti, il n°23 è ritirato per onorare Calvin Murphy, playmaker dalla lunga carriera NBA, quasi interamente a Houston, per tutti gli anni '70 e l'inizio degli '80. Un talento da Hall of Fame
- Si è fatto conoscere come roccioso difensore a Memphis, con il n°24 sulle spalle
- Ora anche lui, come Fred VanVleet, arrivato a Houston è costretto a cambiare numero. Sceglie di optare per il n°5
- Come Murphy, un altro Hall of Famer è il motivo della scelta (obbligata) di Brooks. Moses Malone non ha vinto un titolo a Houston (lo ha fatto a Philadelphia) ma in Texas non hanno avuto dubbi quando c'era da ritirargli la maglia, anche in virtù dei due titoli di MVP NBA vinti ai Rockets
- Ha giocato con il n°11 a Philadelphia e New Orleans, poi con il 21 a Milwaukee. Ma ora ha dovuto abbandonarlo
- Ai Boston Celtics la nuova pagina della carriera di Holiday si riflette in un nuovo numero: il 4
- Non è facile mantenere il proprio numero quando si arriva ai Celtics, per via della sterminata lista di maglie ritirate di una delle franchigie più gloriose e vincenti nella storia della lega: e il n°21 - nel caso di Holiday - è già ritirato sul tetto del TD Garden di Boston per onorare Bill Sharman
- Il n°6 aveva accompagnato il lèttone dall'inizio della sua carriera fino a oggi, prima a New York, poi a Dallas e quindi a Washington
- Ai Celtics invece Porzingis indosserà la maglia che doveva essere di Danilo Gallinari e che l'azzurro - per via dell'infortunio - non ha mai potuto indossare in campo, limitandosi a qualche scatto fotografico di inizio stagione
- Sfiora il sacrilegio anche solo l'idea di indossare il n°6 a Boston. Anzi, non si può farlo. Per primo motivo perché il n°6 originale, quello di Bill Russell, è stato ritirato. E poi perché la lega, proprio in omaggio al centro dei Celtics, ha imposto anche alle altre 29 squadre di ritirarlo
- Il mago del rapporto assist/palle perse ha detto addio a Memphis, dopo 4 stagioni. Tutte trascorse con il n°21 sulle spalle
- Nuova avventura nella Capitale per lui. E anche un nuovo numero, il 5
- Il numero "storico" di Jones, infatti, a Washington è già sulle spalle del centro Daniel Gafford: e non sarà certo un "piccolo" a sfilargli il numero da sotto il naso...
- Quattro stagioni a Miami, la ciliegina sulla torta delle ultime finali NBA da titolare (lui, mai scelto dalla lega) e ora una nuova avventura, prestigiosa, ai Lakers
- La nuova avventura gli fa cambiare costa ma non obiettivi: anche con LeBron James e Anthony Davis Vincent continuerà a puntare al titolo: con un nuovo numero: il 7
- Perché il n°2 che Vincent sfoggiava agli Heat a L.A è già occupato da Vanderbilt, il cui contratto è stato esteso proprio prima del via legandolo quindi a lungo termine ai Lakers
- Altro protagonista, come Vincent, della cavalcata playoff 2023 di Miami. E la squadra della Florida non ha potuto trattenere neppure il suo n°31, che ha capitalizzato sull'ottima stagione e sull'apparizione alle Finals
- Eccolo allora approdare a Cleveland, disfarsi del 3 sulla sua maglia e restare solo con il n°1
- Il motivo è semplice: ai Cavs c'è già qualcuno con il n°31 e quel qualcuno è il centro titolare della squadra, Jarrett Allen. Ora infortunato, ma presto tornerà
- Tutti i numeri della carriera NBA di Beverley girano attorno a due cifre: l'1 e il 2. Era così anche a Chicago, dove con i Bulls scendeva in campo con il 21
- Regola confermata anche a Philadelphia, ma numero non confermato. Il neo arrivato ai Sixers continua con uno dei suoi numeri feticcio, il 2 - stavolta raddoppiandolo
- Anche perché il 21 è già sulle spalle dell'MVP NBA in carica e con ogni probabilità sarà ritirato dai Sixers al termine della carriera di Joel Embiid. Impossibile metterci le mani...
- Il 3 sulla sua maglia a Golden State era quasi un avvertimento sull'area del campo da cui Poole era più pericoloso, da dietro l'arco. Ora però a Washington si cambia
- C'è anche il 3 nel nuovo numero voluto da Poole nella Capitale: solo che preceduto da un 1. La nuova guardia titolare degli Wizards ha scelto il n°13 per la sua nuova avventura
- Non sembra esserci un motivo "obbligatorio" nella scelta del nuovo numero. Volendo mantenere il 3, Poole avrebbe potuto farlo (non è ritirato dalla franchigia e non appartiene a nessun giocatore a roster). Si insinua un dubbio: il giocatore da Michigan è convinto (e straconvinto) del suo talento e della sua forza. Potrebbe aver pensato: se gli Wizards intendono ritirare il 3 di Bradley Beal (probabile, così come l'1 di John Wall), meglio cambiare numero per poter, un giorno, avere lo stesso onore...
- La sua carriera alla Simeon Academy di Chicago era iniziata onorando con il n°25 Benji Wilson, la star liceale uccisa a soli 17 anni. I numeri quindi contano, nella storia di D-Rose. A New York aveva il 4, ma ormai appartiene al passato
- Per lui che è nato e cresciuto a Chicago (dove ha esordito in NBA) il n°23 non è certo un numero qualsiasi. Ma la scelta di indossarlo ai Grizzlies non ha niente a che vedere con Michael Jordan
- Il motivo si spiega con un ritorno al passato, in tutto e per tutto. Da Memphis a Memphis, la chiusura di un cerchio. Dai Tigers, trascinati anche in finale NCAA, fino ai Grizzlies. Con lo stesso numero: il 23 allora, il 23 anche oggi. Che Rose si è ripreso più che volentieri
- Per lui 4 anni nella NBA, tutti a Boston, e sempre con un solo numero sulle spalle: il 12
- Ma il passaggio a Dallas vuol dire un nuovo inizio, e anche una nuova numerazione. Sceglie il 3, perché impossibilitato a dare continuità al numero che lo aveva sempre fin qui accompagnato
- I Mavericks infatti hanno già ritirato la maglia n°12 per onorare uno dei difensori più forti che la lega ricordi negli anni '80, Derek Harper. Un esempio a cui Grant Williams può guardare, senza però copiargli il numero di maglia
- Nove anni nella lega, i primi due a Cleveland, gli altri sette a Brooklyn. Sempre un solo numero: il 12
- Ora Joe Harris riparte da Detroit, veterano in una squadra giovanissima, e riparte da un nuovo numero di maglia: sfoggia infatti il n°31
- Livers è nella NBA solo da due anni, entrambi a Detroit, ma evidentemente 24 mesi sono stati abbastanza per resistere agli attacchi del veterano Harris e proteggere il proprio numero