A poco meno di due mesi dal colpo di Draymond Green sul volto di Jusuf Nurkic che gli è costato 12 partite di sospensione, i due si sono incontrati di nuovo stanotte e ci sono state subito scintille tanto in campo quanto fuori. "È triste, non ha imparato niente. È solo una questione di tempo prima che colpisca qualcun altro, non merita un’altra possibilità" ha detto il centro di Phoenix, mentre Green ha sottolineato come i tentativi del bosniaco di provocarlo non abbiano funzionato
Sono passati poco meno di due mesi da quel 12 dicembre che rappresenta un momento di svolta quantomeno della stagione 2023-24 di Draymond Green. Quel giorno il numero 23 dei Golden State Warriors colpì sul volto Jusuf Nurkic dei Phoenix Suns, meritandosi una sospensione di 12 partite che ha messo nei guai la sua squadra e in dubbio la sua stessa carriera. Green è tornato da 11 partite e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, visto che gli Warriors si sono ripresi vincendo 6 delle ultime 7 gare disputate riagganciando il decimo posto nella Western Conference grazie anche alle prestazioni sui due lati del campo del loro leader emotivo, che anche questa notte ha fatto la differenza specialmente nel finale di gara in quella che Steph Curry ha definito come "la sua miglior partita dell’anno". A caricare ulteriormente Green è stato proprio il primo incontro con Nurkic dal "fattaccio" di Phoenix, con i due che certamente non se le sono mandate a dire né in campo né fuori.
Gli scontri in campo tra Green e Nurkic
Sul parquet tutto è cominciato dopo appena 4 minuti di partita quando Green ha commesso un fallo sul centro bosniaco, che pochi secondi dopo su una situazione di post basso è invece andato a commettere un fallo in attacco proprio contro Green, che in tutta risposta ha iniziato a mostrare i muscoli e a battersi le dita sulla tempia ("Stavo sottolineando quanto fosse stupido: non puoi cominciare a parlare e poi commettere uno sfondamento. Non è intelligente" la spiegazione di Green). Da lì in poi i due hanno continuato a battibeccare per tutto il match, fino a quando nel terzo quarto Nurkic non ha segnato a centro area sopra Green e ha esultato facendo il gesto del "too small", portando entrambe le mani al livello del terreno e sbattendole contro il parquet. Pochi secondi dopo però si è distratto e Green lo ha ripagato con la stessa moneta, esultando a sua volta con entrambe le mani sul parquet. "Non puoi essere una nullità in difesa e fare una cosa del genere" ha detto dopo il match. "Pesa probabilmente 30 chili più di me e si è fatto mettere nel canestro. Deve stare più attento".
approfondimento
L'espulsione di Draymond Green a Phoenix
Il duello fuori dal campo: "Non merita una seconda chance"
Il loro duello in campo si è poi trasferito fuori dal parquet, visto che Nurkic non si è certo tirato indietro dal commentare quanto accaduto. “È triste, non ha imparato niente” ha detto. “È solo una questione di tempo prima che colpisca qualcun altro. Mi rimangio tutto quello che ho detto su di lui: non merita una seconda possibilità”. Parole che, quando sono state riferite a Green, il quattro volte campione NBA ha commentato in questa maniera: “Penso di essere stato grande stasera. Ha provato a entrarmi sotto pelle ma non ci è riuscito. Ma se vuole che io vada in giro zitto e buono come fa lui, può scordarselo. Quelli che stanno zitti non vincono. Lui può continuare a fare quello che ha sempre fatto, tanto non funziona” ha detto con un sorriso. Green per la verità ha preso il primo fallo tecnico da quando è rientrato lamentandosi per un mancato fischio, ma per il resto è riuscito a tenersi sotto controllo pur rimanendo sempre se stesso: “Il mese in cui è rimasto fuori ha avuto un effetto reale, Draymond sapeva che si giocava, e si gioca ancora, la sua carriera. Capisce che deve essere quello che è stato negli ultimi nove anni, non quello dell’ultimo anno. E lo sta facendo”. “I commenti di Nurkic sono idioti, è evidente che Draymond gli fosse entrato sotto pelle quando ha esultato in quella maniera" ha sottolineato invece Curry. "Draymond sa come camminare lungo la linea sottile sulla quale deve rimanere, questa è stata probabilmente la miglior partita in cui si è visto”.