Steph Curry è in scadenza soltanto nel 2026, e fino ad allora Golden State pensa (ragionevolmente) di poter ancora puntare al titolo. Se lo farà con o senza Klay Thompson e Chris Paul non è però dato sapere. Il primo sarà free agent a partire dal 1 luglio, mentre è probabilissimo che gli Warriors rinuncino all'ultimo anno a 30 milioni di dollari sul contratto del secondo. Ed entrambe le squadre di Los Angeles sembrerebbero interessate
Non sono molte, 24 ore, per riflettere su un’eliminazione che ancora brucia, per accettare il destino, chiudere una stagione e guardare già avanti. Ma l’eliminazione dei Golden State Warriors – ultima dinastia conosciuta – ha fatto ovviamente rumore e ora sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro di una franchigia che vuole sfruttare fino in fondo la finestra temporale legata a Steph Curry, il proprio leader. Uno dei due leggendari “Splash Brothers”, insieme a Klay Thompson, e proprio Thompson – protagonista di un’orrenda gara chiusa con 0 punti e 0/10 al tiro contro Sacramento – è l’uomo che si ritrova addosso tutti i riflettori il giorno dopo l’eliminazione. Per molti la pessima prova contro i Kings è la riprova che il giocatore (tornato in campo dopo due brutti infortuni, a 34 anni compiuti da poco) non è più quello di una volta. “È finito”, azzarda qualcuno. E allora il suo futuro tiene subito banco. “Che giorno è, oggi? Il 17 aprile? La free agency inizia il 1 luglio: mi pare prematuro parlarne già ora”, le parole di Thompson, che prova a dribblare così le voci sul suo futuro, magari lontano da San Francisco. In scadenza di contratto, di certo Thompson non può pensare di guadagnare i 43 milioni di dollari incassati quest’anno, mentre accettando una (netta) riduzione nell’ingaggio la sua permanenza agli Warriors potrebbe continuare: “Voglio continuare a vincere. Non mi dispiacerebbe mettermi un anello anche al pollice [le altre 4 dita già lo hanno, visti i 4 titoli vinti dal 2015 al 2022, ndr]. Penso che un ultimo titolo sia ancora alla nostra portata. Ma penso anche di voler essere felice in questi ultimi anni della mia carriera”.
Curry: "Non riesco a immaginarmi di non giocare al fianco di Klay”
Per i suoi due compagni “storici” agli Warriors questi ultimi anni di carriera vedono un solo scenario possibile: quello con Klay Thompson con la maglia di Golden State: “Non riesco a immaginarmi di non giocare al fianco di Klay”, ha dichiarato Steph Curry, e sulla stessa falsariga sono arrivate anche le parole di Draymond Green: “Non esiste scenario che contempli la partenza di Klay che si possa definire favorevole per questa squadra e per questa organizzazione”. “Sono parole che significano molto per me - ha risposto Thompson – perché con loro ho attraversato mille momenti, anche storici, e sono grato di averli vissuti sempre al loro fianco”.
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Chris Paul: “Questa non è la fine della mia carriera”
Fra poche settimane compirà 39 anni l’altro grande veterano arrivato in estate a San Francisco, Chris Paul, per provare a coronare il sogno di una carriera: mettersi al dito un anello di campione NBA. Non ci riuscirà quest’anno, ma questo non vuol dire che non continuerà a provarci: “Questa eliminazione non è la fine della mia carriera, questo è poco ma sicuro”, ha dichiarato CP3 dopo la sconfitta contro Sacramento. Prima di aggiungere: “Non è ancora tempo di pensare al futuro, ma quando lo sarà mi farò una bella chiacchierata con Steve Kerr e Mike Dunleavy [il GM di Golden State, ndr] e vedremo il da farsi. Qui però sono stato molto bene”. I 30 milioni dell’ultimo anno del suo contratto non sono garantiti, quindi è probabile che Golden State (con un payroll attorno ai 400 milioni di dollari) scelga di non rinnovare il suo contratto. Ridiscuterne un altro a cifre molto inferiori (al minimo salariale per i veterani?) è ovviamente un’opzione, così però come quella di un possibile ritorno a Los Angeles (dove ha già giocato per 6 stagioni, e dove vive la sua famiglia): i Clippers potrebbero volerlo riabbracciare, ma anche i Lakers (con l’amico LeBron James) si sono sempre dimostrati interessati.