NBA, Butler e Miami: è davvero rottura? Le cinque destinazioni possibili in caso di addio
Le voci che vorrebbero Jimmy Butler sempre più lontano da Miami continuano a prendere corpo, le trattative per il possibile prolungamento del contratto che lega il veterano agli Heat non decollano e allora si aprono prospettive impensabili fino a poco fa. In caso di rottura e addio a South Beach, sarebbero cinque le destinazioni più probabili per Butler, a caccia del rinnovo e del titolo NBA a lungo agognato
- Per quanto intricata dal punto di vista delle possibili conseguenza, la situazione tra Jimmy Butler e gli Heat è piuttosto semplice: il giocatore vorrebbe il prolungamento del contratto in scadenza nel 2026 e punterebbe al massimo salariale consentito, Pat Riley e soci non hanno alcuna fretta e altrettanto poche certezze sul fatto che il veterano, 35 anni a settembre, valga quel tipo di investimento
- Lo scenario che vede possibile la separazione tra Butler e Miami era a dir poco impensabile fino a poche settimane fa, ma tra le dichiarazioni non proprio accomodanti di Riley e la mancanza di sviluppi sulla questione riguardante il contratto la prospettiva del divorzio prende sempre più corpo. E i front office della NBA monitorano con attenzione quanto potrebbe succedere a South Beach, con cinque squadre pronte a tentare il colpo in caso di definitiva rottura
- Se ne parla ormai da diverse settimane, ai Sixers non dispiacerebbe affatto riportarsi in casa Butler per affiancarlo a Joel Embiid e Tyrese Maxey nel ruolo di terza stella della squadra. Philadelphia ha spazio salariale ampio, che potrebbe anche usare per perfezionare operazioni in stile sign & trade con Miami, aggiungendovi l’immancabile pacchetto di scelte
- Dopo un’annata tutto sommato positiva, Embiid scalpita per puntare al titolo. Dare l’assalto ai Celtics, però, non sarà facile, e per provare a vincere subito Butler, dall’alto della comprovata efficacia nelle partite che contano ai playoff, potrebbe persino essere meglio di Paul George, a oggi ancora primo obiettivo di mercato dei Sixers
- Smaltita la delusione per l’esito delle Finals, a Dallas si proverà da subito ad avviare la missione del possibile riscatto. Attrezzarsi per primeggiare anche solo nella Western Conference non sarà però affatto facile, e affiancare un giocatore del calibro di Butler alle stelle Luka Doncic e Kyrie Irving potrebbe essere la mossa giusta in questo senso
- Doncic e Butler, dal punto di vista caratteriale, sono fatti della stessa pasta e ci sono pochi dubbi sul fatto che potrebbero condividere con successo il parquet. Butler fornirebbe a Jason Kidd un alternativa in attacco e un’arma in difesa sugli esterni avversari, anche se per portarlo in Texas il front office di Dallas dovrebbe sacrificare diverse pedine tra quelle che hanno riportato la squadra in finale dopo tredici anni
- L’idea di fondo, a San Francisco, sembra proprio essere quella di concedere a Steph Curry la possibilità di giocarsi, molto probabilmente per l’ultima volta in carriera, delle chance da titolo. E per riuscirci Golden State ha bisogno di incrementare in maniera rapida e consistente il livello di talento a disposizione. Gli asset, sia in termini di giocatori giovani da mandare a Miami che di scelte al Draft, ci sarebbero, la volontà di puntare su Butler pure
- Dal punto di vista dell’età Butler si allineerebbe perfettamente a Curry (e a Draymond Green, oltre che a Klay Thompson qualora dovesse rimanere sulla Baia). Da quello tecnico e tattico sarebbe un aggiunta pressoché perfetta per una squadra che ha un bisogno assoluto di giocatori fisici e in grado di mettere anche punti a tabellino
- I tantissimi infortuni subiti nella fase decisiva della stagione hanno lasciato ai Knicks l’amaro in bocca, ma anche la sensazione che lo status di vera e propria contender non sia poi così lontano. Qualora le trattative per il rinnovo di OG Anunoby non dovessero andare in porto, i Knicks si troverebbero a dover puntare forte sul mercato e mezzi e volontà per arrivare all’obiettivo Butler non dovrebbero mancare
- La reunion con Tom Thibodeau, suo mentore a Chicago e poi protagonista di un bis non proprio riuscito a Minnesota, sarebbe già di per sé affascinante. Dal punto di vista dello stile di gioco e dell’attitudine sul parquet, poi, Butler sembra fatto apposta per giocare in questi Knicks e la sua presenza consentirebbe inoltre di alleggerire il peso della manovra offensiva ora come ora interamente sulle spalle di Jalen Brunson
- Ora che hanno risolto la questione panchina con l’arrivo di JJ Redick, i Lakers possono dedicarsi alla costruzione della squadra in vista della prossima stagione. Con LeBron James e Anthony Davis in gialloviola, pare scontato che il front office proverà ad allestire una squadra che, almeno nelle intenzioni iniziali, punti al titolo, anche sacrificando scelte e giocatori attualmente a roster. E in giro ci sono pochi innesti dal rendimento sicuro quanto quello di Butler
- Butler e James si sfidano, spesso marcandosi a vicenda, ormai da diversi anni e la stima della stella gialloviola per lo spirito competitivo e per le qualità cestistiche di Jimmy è nota. Qualora i Lakers decidessero davvero di andare all-in per il titolo e di fornire all’esordiente Redick una squadra di veterani, Butler potrebbe essere l’innesto ideale