NBA, i nuovi Lakers di Redick: spazio ai giovani, un aiuto per LeBron e mercato aperto
Dopo diversi tentennamenti, i Lakers hanno scelto JJ Redick come nuovo allenatore. Ora, in vista del Draft e dell’apertura del mercato giocatori, in casa gialloviola la nuova versione della squadra può cominciare a prendere forma. “The Athletic” ha raccolto le impressioni e le sensazioni maturate durante la ricerca del sostituto di Darvin Ham e ha provato a immaginare come potrebbero essere i nuovi Lakers di Redick
- Le settimane trascorse dal licenziamento di Darvin Ham alla nomina di JJ Redick sono state, come d’altronde d’abitudine dalle parti di Hollywood, una vera e propria baraonda mediatica. Dal tentativo fallito con Dan Hurley fino alle voci di un pesante disaccordo tra Jeanie Buss e Rob Pelinka sul profilo adatto alla panchina, il percorso che ha portato alla scelta dell’ex Clippers è stato tutt’altro che tranquillo e spedito
- Secondo le testimonianze raccolte da “The Athletic”, i Lakers vedono in Redick un possibile incrocio tra Steve Kerr, approdato nel 2014 alla guida di Golden State senza alcuna esperienza pregressa in panchina e subito arrivato al successo, e Erik Spoelstra, ovvero una guida tecnica in grado di diventare il vero punto fermo della franchigia negli anni a venire
- Durante i diversi colloqui, formai e informali, intrattenuti da Redick con il front office dei Lakers, quello che poi sarebbe diventato il nuovo allenatore gialloviola ha avuto modo di abbozzare la sua idea di squadra. E, allo stesso tempo, Buss e soprattutto Pelinka hanno potuto rappresentare a Redick quelle che la proprietà e la dirigenza dei Lakers ritengono debbano essere le priorità e i punti fermi per il presente e per il futuro
- Austin Reaves, Rui Hachimura e Max Christie sono ritenuti gli elementi a roster dai margini più ampi di miglioramento. Il loro sviluppo, e quindi lo spazio da concedergli e l’attenzione da dedicargli, pare sia stato al centro dei colloqui avuti con tutti i candidati alla panchina. Logico quindi presumete che Redick comincerà da qui, così come pare difficile che i nomi dei tre giovani in rampa di lancio finiscano coinvolti in eventuali trade
- Nei piani di Redick ci sarebbe poi l’obiettivo di coinvolgere in maniera molto più consistente Anthony Davis nella manovra offensiva dei Lakers. Al lungo ex New Orleans il nuovo tecnico vorrebbe anche affidare i possessi decisivi delle gare punto a punto, fin qui terreno quasi esclusivo di LeBron James
- Ogni considerazione sul futuro a breve termine dei Lakers non può che partire da un’esigenza ormai più che manifesta: alleviare il peso che grava sulle spalle di James. Ormai alla soglia dei quarant’anni, LeBron non appare più fisicamente in grado di trascinare la squadra lungo tutto la stagione. Redick avrà quindi anche il compito di sgravare James del ruolo del tutto centrale avuto fin qui, con la speranza di preservarlo al meglio per i playoff
- Per alleviare il peso sulle spalle di LeBron, i Lakers potrebbero dover ricorrere a cambiamenti sostanziali nel roster. L’idea sarebbe quella di affiancare a James (e possibilmente a Reaves) un altro ball-handler di primo livello in grado di creare gioco per i compagni e di mettere punti a tabellino
- Detto della situazione che concerne Reaves, Hachimura e Christie, nomi non considerati intoccabili ma che la dirigenza preferirebbe trattenere a Los Angeles, ai Lakers restano comunque diverse carte da giocarsi al tavolo di eventuali trade. Prima di tutto le tre scelte scambiabili, quella al Draft imminente e a quelli del 2029 e del 2031, anche se Pelinka parrebbe puntare a spenderne al massimo due
- In attesa di capire se eserciterà la player option da 18.6 per la prossima stagione, D’Angelo Russell è in cima alla lista dei giocatori che i Lakers ritengono spendibili come contropartita per eventuali scambi. Seguono Gabe Vincent, Jarred Vanderbilt e Jalen Hood-Schifino. Si tratta di un quartetto che dal punto di vista salariale aprirebbe al front office gialloviola diverse opzioni
- In cima alla lista dei desideri dei Lakers, e non da oggi, c’è invece Trae Young. Aggiungere un All-Star come il playmaker degli Hawks sarebbe un colpo pesante per Pelinka, ma è difficile che Atlanta accetti di trattare senza poter inserire nella possibile trade il nome di Reaves
- Già trattato poco prima dell’ultima trade deadline, Dejounte Murray piace ai Lakers quasi quanto il compagno di reparto ad Atlanta. Il prezzo da pagare per portarlo in California dovrebbe essere sensibilmente più basso rispetto a quello richiesto per Young e la trade più semplice da costruire su entrambi i lati dello scambio
- Qualora le trattative per una delle due guardie degli Hawks non dovessero decollare, è probabile che i Lakers puntino comunque a rafforzare il backcourt con alternative certamente meno affascinanti ma meno impegnative dal punto di vista della contropartita da sacrificare. Malcolm Brogdon e Collin Sexton sarebbero al momento i due nomi più gettonati per l’eventuale “piano B” di Pelinka