Con la sconfitta di stanotte, James ha perso 10 delle 15 partite disputate a Salt Lake City, di cui le ultime sette consecutive. Alcune sono davvero rocambolesche: andiamo a riscoprirle assieme
Nella sua carriera LeBron James ha disputato 1.097 partite e ne ha vinte 735, con una percentuale di successo del 67%. Eppure c’è una squadra – o, meglio ancora, un campo – che gli risulta particolarmente indigesto: quello degli Utah Jazz, dove ha perso 10 delle 15 volte in cui ha giocato, di cui le ultime sette consecutive. “Sin da quando sono entrato nella lega, se c’è una cosa che fanno è muovere il pallone” ha commentato James nel 2014. “Muovono gli uomini, condividono il pallone e giocano duro. Questa cosa non è mai cambiata”. La circostanza particolare è che “King James” ha quasi sempre disputato delle grandi partite a Salt Lake City, eppure il più delle volte ha perso in maniera davvero rocambolesca. Andiamo a ripercorrere insieme tutte le partite del Re nello Utah.
17 gennaio 2004 | Utah-Cleveland 96-102 OT | 29 punti, 7 rimbalzi, 12/28 dal campo, 45 minuti | La prima visita di LeBron nello Utah coincide con una vittoria e con una grande prestazione, ma anche con il primo infortunio della carriera in grado di fargli saltare una partita. Una distorsione alla caviglia destra negli ultimi secondi dei regolamentari gli impedisce di essere sul parquet nel supplementare per festeggiare la prima vittoria dei Cavs a Salt Lake City in più di 14 anni, per di più rimontando da -18 all’intervallo. Senza Ilgauskas (espulso per una rissa con Greg Ostertag), è Carlos Boozer – ai tempi ancora giocatore dei Cavs – a deciderla con 10 dei suoi 32 punti di serata.
15 gennaio 2005 | Utah-Cleveland 71-84 | 27 punti, 8 rimbalzi, 5 assist, 5 recuperi, 9/20 dal campo, 41 minuti | Un anno dopo, Carlos Boozer è ancora in campo ma questa volta con la maglia dei Jazz, dopo aver voltato le spalle ai Cavs in free agency dopo aver dato la sua parola d’onore al proprietario Gordon Gund. Ancora una volta i Cavs rimontano da -19 grazie ai 10 punti di LeBron nell’ultimo quarto, finito 31-14 per Cleveland. Secondo miglior realizzatore di serata per i Cavs? Jeff McInnis con 24.
21 gennaio 2006 | Utah-Cleveland 108-90 | 51 punti, 5 rimbalzi, 8 assist, 19/35 dal campo, 43 minuti | Dopo essersi sottoposto a radiografia per essere sicuro che nel suo ginocchio destro fosse tutto a posto, LeBron – pur con il raffreddore e decidendo solo all’ultimo di scendere in campo – realizza la sua miglior prestazione sul campo dei Jazz firmandone 51, diventando quella stessa sera il più giovane di sempre a segnare 5.000 punti, meritandosi la standing ovation del pubblico di casa. È la terza vittoria in altrettanti anni sul campo dei Jazz, ma le cose sono destinate a cambiare radicalmente.
14 febbraio 2007 | Utah-Cleveland 99-98 | 23 punti, 10 rimbalzi, 4 assist, 3 stoppate, 9/25 dal campo, 43 minuti | Incredibile a dirsi, ma il grande protagonista della serata è Gordan Giricek, che nell’ultimo quarto tiene James a soli 4 punti (1/5 al tiro) con la giocata difensiva finale – contestata dai Cavs che volevano un fallo – su Sasha Pavlovic per difendere il vantaggio di un punto. È anche la serata del career-high (ai tempi) di Deron Williams che segna 33 punti, gli stessi di Larry Hughes per Cleveland. Non il San Valentino che avrebbe voluto festeggiare LBJ.
7 novembre 2007 | Utah-Cleveland 103-101 | 32 punti, 15 rimbalzi, 13 assist, 12/27 dal campo, 41 minuti | È ancora Deron Williams a dare un dispiacere a James segnando il sottomano della vittoria a 1.3 secondi dalla fine dopo essersi fatto tutto il campo, rendendo inutile l’11^ tripla doppia della carriera del Prescelto e la tripla con cui aveva pareggiato la sfida con 6.8 secondi sul cronometro. “Grande giocata quella di Deron, pensavamo che chiamasse timeout. Avremmo dovuto aspettarcelo” il breve commento di LeBron.
24 gennaio 2009 | Utah-Cleveland 97-102 | 33 punti, 14 rimbalzi, 9 assist, 14/27 dal campo, 41 minuti | Questa del 2009 è l’ultima vittoria di James con la maglia dei Cavs, arrivata una sera dopo aver battuto i Golden State Warriors (neanche lontani parenti di quelli attuali) con un buzzer beater. Questa volta non ha avuto bisogno di un canestro decisivo, ma è comunque andato a un rimbalzo dalla tripla doppia per vincere la 34^ partita stagionale, miglior record della NBA ai tempi. I Jazz sbagliano due triple che avrebbero potuto pareggiare la partita nell’ultimo minuto, ma non riescono a superare James e Mo Williams, che ne segna 25.
14 gennaio 2010 | Utah-Cleveland 97-96 | 36 punti, 9 rimbalzi, 6 assist, 5 recuperi, 12/20 dal campo, 40 minuti | La nobiltà e il proletariato della NBA a confronto: il Re guida una parziale di 22-4 segnando 18 degli ultimi 20 punti dei Cavs e finendo con 36, ma a batterlo è il buzzer beater di Sundiata Gaines, rookie 24enne appena chiamato dalla D-League e firmato con un decadale. Entrato al posto di Deron Williams, il canestro di Gaines rappresenta anche la sua prima tripla mandata a segno, gli ultimi di 9 punti segnati nell’ultimo quarto.
8 dicembre 2010 | Utah-Miami 98-111 | 33 punti, 7 rimbalzi, 9 assist, 12/20 dal campo, 39 minuti | I Jazz avevano battuto gli Heat in Florida con una incredibile rimonta conclusa al supplementare, ma la prima trasferta di LeBron con la maglia di Miami rappresenta ad oggi anche la sua ultima vittoria a Salt Lake City. Grazie ai 33 di LeBron e i 28 di Dwyane Wade, gli “Heatles” vincono la sesta partita consecutiva all’interno di una striscia da 21 successi in 22 partite, fondamentali per risollevare una squadra che aveva cominciato con un record di 9-8 nelle prime 17.
2 marzo 2012 | Utah-Miami 99-98 | 35 punti, 10 rimbalzi, 6 assist, 16/24 dal campo, 44 minuti | Ancora una rimonta, ancora un finale in volata, ancora un protagonista inatteso: è il gioco da tre punti di Devin Harris a 4.5 secondi dalla fine a decidere la partita, nonostante la doppia-doppia da 35+10 di LeBron, che segna 17 punti nel solo ultimo quarto viene criticato per aver passato il tiro della vittoria a un liberissimo Udonis Haslem (ai tempi, prima dei titoli consecutivi, ancora si diceva che non fosse “clutch”). Si interrompe così la striscia di 9 successi consecutivi tutti in doppia cifra degli Heat, con James che commenta: “Nessuna partita viene persa con l’ultimo tiro o per il fatto che io non ho tirato, ma sono consapevole che inizieranno le solite chiacchiere”.
14 gennaio 2013 | Utah-Miami 104-97 | 32 punti, 4 rimbalzi, 6 assist, 13/19 dal campo, 44 minuti | Un’altra rimonta mancata contraddistingue la quinta sconfitta a SLC di James, che con gli Heat sotto di 21 e i compagni Wade e Bosh in panchina, segna 9 dei suoi 32 punti nell’ultimo quarto facendo rientrare i suoi fino a -2, prima di commettere un’interferenza a canestro e un fallo in attacco per poi sbagliare una tripla, senza riuscire a impedire la vittoria dei Jazz guidati dai 23 di un eccellente Al Jefferson e dai 22 di Gordon Hayward, autore del canestro conclusivo a 40 secondi dalla fine.
8 febbraio 2014 | Utah-Miami 94-89 | 13 punti, 7 rimbalzi, 5 assist, 4/13 dal campo, 39 minuti | L’eroe in casa Jazz stavolta è Marvin Williams, che segna 23 punti con due triple consecutive nell’ultimo quarto che permettono a Utah di costruire un margine di 8 punti da cui gli Heat non riescono mai a rialzarsi. Si tratta della peggior prestazione di James nello Utah, battuto perfino dal suo futuro compagno ai Cavs Richard Jefferson che ne segna 14. Tutto questo in un momento in cui la squadra guidata da Tyronn Corbin era la peggiore della Western Conference e pensava ancora di poter tirare fuori un titolare da Trey Burke, autore di 12 punti decisivi.
5 novembre 2014 | Utah-Cleveland 102-100 | 31 punti, 3 rimbalzi, 4 assist, 8/18 dal campo, 42 minuti | La maglia è quella vecchia, i compagni quelli nuovi, ma il risultato sempre lo stesso: una sconfitta nel finale di gara con il canestro allo scadere di Gordon Hayward, per la terza sconfitta di James dopo il ritorno a Cleveland. “Ho perso un sacco di partite in cui ho giocato bene qui. Non è una formula che mi piace”, commenta James nel post-partita, mentre negli spogliatoi prende a male parole Kyrie Irving per non aver distribuito neanche un assist nonostante i 34 punti (“Non puoi essere la point guard di questa squadra e finire con zero”, come avrebbero poi rivelato). James segna una tripla fondamentale e successivamente tre tiri liberi “clutch” per pareggiare la sfida dopo essere andato sotto anche di 16, ma il canestro di Hayward rende tutto inutile.
14 marzo 2016 | Utah-Cleveland 94-85 | 23 punti, 12 rimbalzi, 3 assist, 10/20 dal campo, 37 minuti | Con Hayward assente per via della fascite plantare, sono i 28 punti di Rodney Hood a decidere la partita nonostante un fastidioso problema alla schiena che lo limita. È un parziale di 16-2 nell’ultimo quarto a dare ai Jazz il +13 che si rivelerà irrecuperabile per i Cavs, già con la testa rivolta ai playoff che sarebbero cominciati di lì a un mese e che gli avrebbero dato il tanto agognato titolo NBA.
10 gennaio 2017 | Utah-Cleveland 100-92 | 29 punti, 6 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi, 10/20 dal campo, 37 minuti | Storia recente, anzi recentissima: i Jazz giocano probabilmente la miglior partita della stagione e vincono rovinando il debutto di Kyle Korver (solo 2 punti e 3 rimbalzi con 1/5 al tiro per l’ex di serata). LeBron organizza l’ennesima rimonta da -15 all’intervallo segnando 13 punti nel solo terzo quarto all’interno di un 17-0 di parziale, ma i 28 punti del solito Gordon Hayward e otto punti in fila nell’ultimo quarto di un positivo Trey Lyles permettono a Utah di cogliere la nona vittoria in 14 partite contro LeBron James a Salt Lake City.
30 dicembre 2017 | Utah-Cleveland 104-101 | 29 punti, 8 rimbalzi, 6 assist, 12/22 al tiro, 37 minuti | Neanche nel giorno del suo 33° compleanno riesce a spezzare la maledizione: non bastano i suoi 29 punti, 8 rimbalzi e 6 assist (con 6 palle perse), complice un parziale di 23-3 dei Jazz nel terzo quarto che ribalta il +10 con cui i Cavs avevano chiuso il primo tempo. Il suo errore negli ultimi 35 secondi impedisce ai suoi di riacciuffare definitivamente la sfida, perdendo davanti ai 29 del rookie Donovan Mitchell.