Sei Nazioni, Italia ko all'esordio. Ma è la miglior sconfitta di sempre con l'Inghilterra

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Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

All'esordio nel Sei Nazioni, l'Italia di Quesada è sembrata attenta ma non "conservativa". E soprattutto non ha mai mollato prendendosi il punto di bonus. Qualche rimpianto per un secondo tempo spento e il piazzato fallito da Allan, ma c'è fiducia verso la trasferta più difficile in Irlanda. Il torneo è in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW

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La miglior sconfitta di sempre contro l’Inghilterra in un test match. In termini numerici, 3 punti di scarto, contro il "record" precedente di 4 (2008 al Flaminio 19-23 e 2012 all’Olimpico 15-19) e per lo spirito messo in campo, con uno strepitoso primo tempo chiuso addirittura in vantaggio 17-14. Chi lo avrebbe detto? L’Italia di Quesada è più attenta, non “conservativa”, perché attacca con la voglia e lo stile che abbiamo visto dal novembre 2022 senza avere tuttavia un atteggiamento scriteriato. Tre mete segnate, una più degli inglesi, due nei 40 minuti iniziali, anzi nei primi 27 minuti, con Alessandro Garbisi, messo nelle condizioni di schiacciare da Brex e Lorenzo Cannone, e un’altra con Tommaso Allan, col solito Brex di mezzo e grazie alla collaborazione di Garbisi, Paolo in questo caso, e di Menoncello. E poi l’assolo di Monty Ioane, che esce allo scoperto con le sue gambe veloci e rompiplaccaggi dopo una partita non da grande protagonista all’85’…. Sì, avete letto bene, quasi 5 minuti dopo i canonici 80. Cosa significa? Che l’Italia non ha mollato, che ha giocatori di grande qualità in grado di accendersi da un momento all’altro, e che si può e si deve lottare fino all’ultimo, anche quando sai che non potrai vincere. Come premio aggiuntivo un bel punto di bonus, difensivo, sconfitta con 7 o meno punti di scarto. E classifica che non ha il temuto e annoso zero.

Quel piazzato sbagliato

Però la miglior sconfitta di sempre contro gli inglesi, mai battuti nella storia (31 partite, 31 partite perse) resta una sconfitta. Per certi aspetti potrebbe essere un’occasione persa. Un secondo tempo un po’ spento, in cui è mancato possesso, senza una grande touche, con un gioco al piede così così, le battaglie aeree che ci hanno messo in difficoltà, e avversari decisi, duri, bravi a calciare, a metterci sotto pressione, a gestire il pallone. Nel conteggio numerico non si può non pensare a un piazzato sbagliato da Tommy Allan, uno dei migliori per altro, al 59’. Aggiungendo i 3 punti al tabellino sarebbe arrivato un pareggio. Un ragionamento ex post, facile per chi si limita a giocare coi… numeri, senza essere in campo.

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Fiducia verso Dublino

Adesso arriva il peggior avversario e la peggior trasferta, Irlanda, Dublino. I favoriti, capaci di vincere, anzi stravincere, in Francia. L’Italia ha ritrovato Menoncello, uno che fa la differenza in attacco e che placca in difesa, uno che è mancato incredibilmente nel Mondiale, ko a inizio agosto in una partita di preparazione (lesione a un tendine brachiale). Tommy Allan da estremo ha giocato una ottima partita. Brex è una sicurezza, una garanzia, e alla solidità difensiva continua ad aggiungere cose nuove in attacco, migliora sempre se possibile. Lorenzo Cannone, uscito troppo presto, ammaccato, è stato all’altezza delle sue migliori prestazioni. Bene i debuttanti Spagnolo e Izekor, pochi minuti ma, come si dice, di qualità. L’atteggiamento giusto per dare energia, per spingere l’Italia a togliersi di dosso il ribaltamento del secondo tempo, break duro 0-13. Per non deludere l’Oimpico, di nuovo esaurito, finiamola di usare "sold out"…siamo in Italia, con la convinzione di aver visto qualcosa di diverso. Sì, la meta di Ioane quasi fuori tempo massimo è più di una speranza, più della miglior sconfitta di sempre contro gli inglesi. Serve ad alimentare l’entusiasmo e ad avviare il lavoro del nuovo CT Quesada, argentino che ha subito imparato l’italiano, che non ha cantato l’inno, come si deve fare, per evitare di essere ruffiano, e che risponde onestamente alle domande scegliendo la concretezza ai proclami o alle promesse insostenibili.

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