Djokovic: "Per ora non mi vaccino. Difficile dimenticare cosa è successo in Australia"

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Il numero uno al mondo in un'intervista alla tv di stato serba ha spiegato la sua decisione per ora di non vaccinarsi: "Come atleta controllo tutto quello che entra nel mio corpo. Sono prudente prima di prendere qualsiasi decisione e pronto ad affrontarne le conseguenze"

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Novak Djokovic non dimentica, ma allo stesso tempo non chiude con l’Australia e non esclude, un giorno, persino la possibilità di vaccinarsi. “Non mi aspettavo quello che è successo – ha detto in un’intervista a Rts, la tv di stato serba – e sarà difficile per me da dimenticare. Ma voglio tornare in futuro a giocare di nuovo alla Rod Laver Arena. Ricorderò sempre tutte le cose belle vissute a Melbourne, dove ho passato bei momenti professionali e personali. Nonostante tutto quello che è successo, ho un ottimo legame con l’Australia”.

"Non è stato facile guardare la finale dell’Aus Open"

“Non è stato facile guardare la finale dell’Aus Open – ammette Nole -, non volevo ma ho dovuto farlo perché mia moglie e mio figlio la stavano guardando. Non ho tifato né per Medvedev né per Nadal. Non mi importava chi sarebbe stato il vincitore, tanto io avrei perso comunque…"

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"Quel post post? Volevo solo essere trasparente"

E sul post post Instagram prima di arrivare in Australia: “Volevo essere trasparente e non me ne pento – assicura -. Non so se le cose sarebbero andate diversamente se non l’avessi postato. Alcuni miei colleghi mi hanno criticato per le modalità del mio ingresso nel Paese, vorrei solo che ascoltassero la mia versione della storia. Mi ha sorpreso quello che Nick Kyrgios ha detto di me. L’ho ringraziato, così come ho ringraziato tutti i giocatori che mi hanno sostenuto, che erano molti: Cornet, Medvedev, che mi ha mandato un messaggio 45 minuti dopo la finale. Una cosa che mi ha molto sorpreso…”.

Djokovic spiega perché per ora non vuole vaccinarsi

"Mi chiamano Novax? Nel corso della mia carriera mi sono abituato ad essere chiamato anche in modi peggiori – prosegue Djokovic -. Ci persone a cui non piaccio e persone che mi sostengono. E’ sempre stato così. Ho deciso per ora di non vaccinarmi. Come atleta d’élite, controllo tutto quello che entra nel mio corpo. Se qualcosa cambia lo 0,5% del mio corpo, lo sento subito. Sono solo prudente prima di prendere qualsiasi decisione e pronto ad affrontarne le conseguenze. In futuro? Ho la mente aperta e non escludo nulla, nella vita tutto è possibile. Vedremo come si svilupperà la situazione". 

Il ritorno a Dubai

Il numero uno al mondo tornerà in campo nell’Atp 500 di Dubai, in programma dal 21 al 26 febbraio e in diretta su Sky Sport. Il governo di Dubai non richiede che i visitatori siano vaccinati per entrare nell'emirato. Per il resto è impossibile conoscere il suo programma per il 2022. In un'intervista alla Bbc la scorsa settimana ha detto di essere disposto a saltare il Roland Garros, Wimbledon e altri tornei se gli verrà richiesta la vaccinazione per giocare. “Attualmente, nella situazione in cui ci troviamo, non dipende da me – spiega Djokovic -. Dipende dalle regole imposte nei paesi in cui si svolgono i tornei. In questo momento so che posso giocare a Dubai e questo è il mio prossimo torneo, il primo dell’anno per me. Ovviamente ci sarà una motivazione in più per me. Cercherò di incanalare tutta questa energia e di trasformarla in carburante mentale e fisico”. 

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Djokovic agli Internazionali, botta e risposta nel Governo

"Non mi convincono le motivazioni con il quale la sottosegretaria Vezzali ha detto che Djokovic potrà partecipare agli Internazionali di Roma, ci sono delle regole che vanno rispettate finché ci sono":  lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa a Radio 24. Nei giorni scorsi, Vezzali aveva sottolineato che secondo le attuali norme sulle competizioni sportive per Djokovic non esistono divieti di partecipazione agli Internazionali, in programma a Roma dal prossimo 2 maggio. "Credo che a dare delle deroghe, si finisca per dare dei messaggi sbagliati", ha aggiunto Costa. Poco dopo è arrivata la repica dagli uffici della Sottosegretaria allo Sport: "Le norme vigenti non prevedono per la pratica degli sport individuali, non di contatto e all'aperto, tra cui il tennis, l'obbligo del super Green Pass. Non si è mai parlato di concedere una deroga".