Tutto il meglio della stagione che, tra campionato e coppe, si è appena conclusa. Modulo 4-3-3 con una difesa bianconerazzurra, centrocampo che abbina qualità e quantità, attacco stellare. Ovviamente non mancano le esclusioni che fanno discutere... LA FLOP 11
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Juventus e Atalanta forniscono l’impalcatura della top11 che racchiude in sé il meglio della stagione calcistica italiana che si è appena conclusa. Modulo 4-3-3, diverse rinunce dolorose, specie nel reparto d’attacco, ma a (fanta)calcio si gioca in 11… -
GIANLUIGI BUFFON (JUVENTUS). Pochi dubbi, nel suo caso. A quasi 40 anni è ancora il migliore del mondo, con una linea difensiva (che lui sa guidare da dietro, da vero leader) che gli sta allungando la carriera centellinando i palloni che arrivano dalle sue parti. Su quelli che passano, se necessario, sa sfoderare ancora riflessi prodigiosi, vedi parata su Iniesta ormai entrata nel mito. Arrivare a un passo dal Pallone d’Oro, per un portiere, è un’impresa -
ANDREA CONTI (ATALANTA). Si porta a casa storico quarto posto con l’Atalanta, qualificazione all’Europa League, Rolex e Range Rover, questi ultimi grazie a una scommessa vinta con il suo procuratore, che pensava di aver posto l’asticella in alto quando gli chiese 7 gol in campionato (alla fine ne ha fatti 8). Gasperini l’ha esaltato, sulla corsia destra il futuro passa dalle sue parti e le big se ne sono già accorte -
LEONARDO BONUCCI (JUVENTUS). Personalità da vendere per il leader della miglior difesa d’Italia, con l’aggiunta di una capacità unica di far ripartire l’azione, in virtù di un piede da vero regista arretrato. Aggiungiamoci una manciata di gol pesanti e otterrete il prototipo del difensore praticamente perfetto. Anche in Champions, prestazioni che lo confermano tra i migliori del panorama Europeo -
MATTIA CALDARA (ATALANTA). Ancora Atalanta, ancora uno sguardo al futuro (della Juventus): bianconerazzurro che si intrecciano e si intrecceranno. Inizia la stagione dalla panchina, poi Gasp lo lancia e capisce che non può più fare a meno di lui. Una sicurezza, calma da vendere e senso della posizione da veterano. E poi i gol: 7 in campionato, giocando da centrale di difesa -
ALEX SANDRO (JUVENTUS). Una delle chiavi tattiche della Juve di Allegri, che ha scoperto quanto possa essere devastante sulla sinistra. Tanta corsa senza rinunciare alla qualità, uno strapotere con cui a tratti ridicolizza i diretti avversari di turno. Su quella fascia sicuramente il meglio che si possa trovare in Serie A, al momento -
MAREK HAMSIK (NAPOLI). Stagione unica, chiusa in doppia cifra (12 gol in campionato, 2 anche in Champions) grazie al sapere di Maurizio Sarri che ne ha valorizzato le qualità, prima su tutte la capacità di inserimento a fari più o meno spenti. Trascinatore di un Napoli che ha incantato, quest’anno ha stupito soprattutto per la maturità -
RADJA NAINGGOLAN (ROMA). Altro centrocampista capace di superarsi dopo un paio di stagioni che parevano già eccezionali. Si è preso la Roma e l’ha condotta in scia alla Juventus con la grinta e la tenacia che ormai lo contraddistinguono. In più, 11 reti in campionato -
SERGEJ MILINKOVIC-SAVIC (LAZIO). Premiamo la fantastica stagione della Lazio (quinta in campionato e finalista di Coppa Italia) con una pennellata di biancoceleste data da uno dei punti fermi dell’undici di Inzaghi. Su di lui, adesso, gli occhi di qualche big che ha scoperto un centrocampista capace di dominare i duelli della mediana, imporre la propria stazza e grazie a questa diventare anche fonte di assist (5, oltre a 4 gol) -
DRIES MERTENS (NAPOLI). La geniale intuizione di Sarri lo trasforma nel centravanti del Napoli, al centro del tridente, e l’esperimento è un successone. Un’annata irripetibile per quello che era reputato un fantasioso esterno d’attacco da utilizzare al servizio di una prima punta e che invece si è rivelato spietato finalizzatore del gioco cucito dal Napoli. La bellezza di 28 reti in 35 gare di campionato, altre 5 nelle 8 di Champions: a dir poco sorprendente -
EDIN DZEKO (ROMA). Se Mertens non ha vinto il titolo di capocannoniere è solo perché, dopo un’annata flop, il centravanti della Roma si è ricordato di saper fare i gol e ne ha fatti davvero tanti: 29 in tutto, altri 8 in Europa League -
“Papu” GOMEZ (ATALANTA). Accennavamo a qualche scelta dolorosa: ebbene sì, restano fuori Higuain (stagione super, ma paradossalmente il fresco flop in finale di Champions gli leva il posto che un successo, al contrario, gli avrebbe garantito), Belotti e Immobile. Perché la vera sorpresa è lui, il Papu, che ha segnato meno dei colleghi sopracitati ma che con i suoi 16 gol e i 7 assist ha trascinato l’Atalanta lassù dove nessuno si sarebbe mai immaginato. E poi come si fa a negare una maglia a un simile campione di simpatia? -
Allenatore: MASSIMILIANO ALLEGRI (JUVENTUS). Poche storie, quando si sfiora un triplete come nel suo caso, portandosi a casa Scudetto e Coppa Italia (per il terzo double di fila), arrendendosi solo in finale di Champions. Tatticamente superiore nel doppio scontro con il Barcellona, il suo capolavoro è il cambio di modulo (“trasformando” Mandzukic per far convivere tutte le stelle) con cui ha ridisegnato la Juventus -