MotoGP 2017, Yamaha e Ducati obbligate a vincere

MotoGp

Giovanni Zamagni

LORENZO_e_DOMENICALI

Dalle presentazioni Yamaha e Ducati MotoGP, due proclami importanti. Jarvis: “Il nostro è un super team, puntiamo al titolo piloti, costruttori e team”. Da Borgo Panigale replica Domenicali: “Abbiamo mezzi tecnici, economici e piloti per riportare il titolo in Italia”. Altro che tatticismi e prudenza: il 2017 inizia, a parole, tutto all’attacco

Vincere: quasi un imperativo, più che una speranza o un obiettivo. Lin Jarvis, numero uno dello sport di Casa Yamaha, lo ha detto chiaramente giovedì, a Madrid, durante la presentazione della squadra 2017. «Vogliamo conquistare il titolo piloti, costruttori e team» è stato il suo proclama. Inequivocabile, come le parole pronunciate durante la conferenza Ducati di venerdì a Borgo Panigale dall’ingegnere Gigi Dall’Igna. «Prendendo Lorenzo ci siamo tolti tutti gli alibi, non abbiamo più scuse: l’obiettivo è il titolo mondiale, anche se non partiamo favoriti. Ma una Casa come la Ducati deve vincere» ha ribadito più volte il Direttore Generale, come sempre molto chiaro nelle sue tesi. Altro che scaramanzia, altro che profilo basso: Yamaha e Ducati partono all’attacco, senza paure. «In questo momento è giusto sognare» ammette Andrea Dovizioso, a conferma che, con l’arrivo di Jorge Lorenzo, effettivamente qualcosa è già cambiato.

Una sfida affascinante, ma difficile

Sia per la Casa giapponese – abituata a vincere: 5 titoli piloti e 4 costruttori negli ultimi 10 anni – sia per quella di Borgo Panigale (di proprietà del gruppo Audi) il progetto è ambizioso e impegnativo, perché l’avversario da battere è un certo Marc Marquez con la Honda, tre iridi in MotoGP tra il 2013 e il 2016. «E’ lui il favorito» ammette Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati. Per poi aggiungere: «Abbiamo mezzi tecnici, economici e piloti per riportare il mondiale della MotoGP in Italia». Come dire: gli avversari sono tosti, tostissimi. Ma noi non siamo da meno. Lo pensa, naturalmente, anche Jarvis, convinto che i suoi due piloti possano giocarsela alla pari. «Il nostro è un super team: Valentino è una leggenda vivente, Maverick è velocissimo nonostante sia molto giovane» è la tesi del numero uno della Yamaha. «Giorgio (come Dall’Igna chiama affettuosamente Jorge fin dai tempi dei titoli mondiali in 250 con l’Aprilia, nda) non si discute, è un campionissimo, Andrea è maturato molto ed è nel momento migliore della sua carriera» è la replica a distanza del responsabile corse Ducati.

Rossi e Dovizioso: due compagni scomodi

Insomma, a due mesi dall’inizio del mondiale e a meno di una settimana dai primi test di Sepang, Yamaha e Ducati non si nascondono e non lo fanno nemmeno i due protagonisti italiani, seppure con più prudenza. «Negli ultimi tre anni sono sempre arrivato secondo: bisogna trovare il modo per fare quel “pelino” in più» ha detto Rossi. «Non siamo ancora da titolo, ma ci manca davvero pochissimo e si può fare molto bene» ha ribadito Dovizioso. Entrambi, però, dovranno battere il compagno di squadra, prima ancora di Marquez. «Diciamo che con Lorenzo avevo un problema, ma con Vinales ne ho un altro altrettanto grande» ha ammesso Valentino. «La determinazione di Lorenzo è impressionante: lo conosco dal 2001, dal campionato europeo, so quanto è forte» ha riconosciuto Andrea. Ma chi tra i due è messo peggio, sportivamente parlando? Chi tra Rossi e Dovizioso ha il compagno più tosto e difficile da battere? «Non lo so. Mi aspetto molto da Vinales, credo abbia tutte le carte per giocarsi il titolo già al primo anno con la Yamaha. Molto dipenderà dalla sua gestione della stagione a livello mentale, soprattutto avendo Valentino come compagno di squadra. Credo che per Rossi non sarà per niente facile, ma non so chi ha il compagno peggiore: diciamo che sia per me sia per Valentino sarà una sfida difficile ed eccitante» ha risposto a precisa domanda il pilota della Ducati. Se si guarda il “curriculum” non c’è confronto, Dovizioso è messo molto peggio: Lorenzo ha vinto cinque mondiali (3 in MotoGP), 65 GP (44 in MotoGP), salendo complessivamente 145 volte sul podio; Vinales ha conquistato un titolo in Moto3, 17 GP (1 in MotoGP) e 44 podi (4 in MotoGP). Insomma, non c’è confronto.

Rossi rischia di più

Ma, proprio per questo, si può dire che il compagno peggiore ce l’abbia Valentino, perché se Andrea verrà battuto da Jorge, sarà considerato la “normalità” – anche tenendo conto dell’abissale differenza di ingaggio tra i due compagni di squadra -, mentre se Rossi arriverà dietro a Vinales sul campionissimo cominceranno a piovere critiche e dubbi. Insomma, psicologicamente non sarà facile per Valentino, abituato, però, a sopportare tensioni simili, anzi addirittura peggiori. Per Rossi e Dovizioso una certezza: se batteranno chi hanno a fianco nel box, allora saranno sicuramente grandi protagonisti. In attesa di scendere in pista, si può dire che il 2017 è iniziato in modo differente dal passato: nessun tatticismo, nessuna dichiarazione di comodo. In questo, Yamaha e Ducati sono equiparabili: entrambe sono “obbligate” a vincere. Lo chiedono Jarvis e Domenicali.

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