I risultati dell'Europa League più eclatanti della storia

Europa League

Marco Salami

Gol, rimonte, partite pazze e umiliazioni: quando le piccole battono i giganti. Dieci partite entrate nel mito tra Europa League e vecchia Coppa Uefa. Le quattro reti dello Zenit in un quarto d’ora. Le tre in quattro minuti incassate dalla Lazio. De Boer e l’Inter ko col Beer Sheva. Quel 21-0 del Feyenoord e il portiere goleador. Un flashback tra i risultati più eclatanti della competizione

DUDELANGE-MILAN MINUTO PER MINUTO

LAZIO-APOLLON MINUTO PER MINUTO

EUROPA LEAGUE: LA DIRETTA GOL

LE 5 PARTITE DI EUROPA LEAGUE CON PIÙ GOL

IL CALENDARIO DELL'EUROPA LEAGUE

Il poker di in un quarto d’ora

Il Maccabi Tel Aviv da una parte, un vecchio volpone della panchina dall’altra: Mircea Lucescu, che al tempo guidava lo Zenit, e una rimonta pazzesca da far impallidire Gerrard, il Liverpool e la finalissima di Istanbul. Sotto 3-0? Si può ancora recuperare, anche se il tris l’hai incassato addirittura al minuto numero 70. Tutto in venti minuti? Macché! Meno, perché dopo le reti di Medunjanin (due) e Kjartansson, gli israeliani del Maccabi pensavano già di avere la vittoria in tasca nella prima del girone di Europa League della stagione 2016-17. Ma poi… Kokorin (77’), Mauricio (84’), Guliano (86’) e Djordjevic (92’). Sì, poker. In un quarto d’ora (sedici minuti a voler essere pignoli), ribaltando il 3-0 iniziale e andato a vincere 4-3. Complice anche un’espulsione di Eli Dasa (pur sempre sul 3-1), a rendere l’impossibile realtà. Dopo quel primo match da urlo lo Zenit si qualificherà vincendo il girone (ma uscendo poi nei sedicesimi), mentre il Maccabi finirà eliminato al terzo posto in favore dell’AZ Alkmaar, per un solo misero punto perso in quella prima partita ancora da incubo.

Il 21-0 del Feyenoord

Anche questo è l’Europa League (o vecchia Coppa Uefa, tornando indietro nel tempo): piccole che sfidano i giganti. La storia di Davide che sconfigge Golia ma anche di Golia (il gigante) che schiaccia il povero pastore senza fare troppi complimenti. Accadde tutto nel 1972, quando nel primo turno della competizione gli olandesi del Feyenoord arrivarono a sfidare i lussemburghesi dell’Union Sportive Rumelange (dal nome solo simile al Dudelange avversario del Milan nei gironi). Per loro appena quattro partecipazioni nelle Coppe Europee, chiuse (le otto partite tra andata e ritorno) col parziale di 3 gol fatti e 48 subiti. Meriti per lo più del Feyenoord, appunto, che nel 72-73 decise di schiacciare come una bottiglia di plastica i poveri avversari. Andata? 9-0 in casa. Ritorno? Ancora più pesante: 12-0, con Theo de Jong (5 gol) e Attila Ladinszky (4) mattatori della doppia sfida più ricca di gol nella storia della competizione.

L’euro figuraccia dell’Inter

Persi nel deserto di Negev. In quei due giorni da dimenticare dove i nerazzurri lasciarono l’Europa prima di rientraci dalla porta principale. Vecino, il gol di testa alla Lazio e il ritorno in questa Champions League che servirà anche a espiare le colpe dell’ultima esperienza continentale. Settembre 2016, novembre 2016. Due partite due ko. Contro il modestissimo Hapoel Be'er Sheva sì campione nazionale ma senza nemmeno la vaga presenza di un fuoriclasse in campo. Addirittura 0-2 a San Siro col disastroso de Boer in panchina. Profeta del calcio all’olandese esiliato dall’Italia in meno di tre mesi. Poi la beffa completa col ritorno in Israele, con Pioli in panchina e i nerazzurri avanti per 2-0 all’intervallo (Icardi più Brozovic). Poi? La luce si spegne e la bella partita giocata fin lì diventa incubo. Maranhão, Nwakaeme, Ben Sahar. Tre gol in mezzora. Qui sì: Davide sconfisse per davvero Golia.

La cinquina di Aduriz

37 anni e un grande vizio: quello del gol. Oltre duecento in carriera di cui 165 col suo Athletic Bilbao, di cui è uno dei simboli. Nella storia dell’Europa League c’è anche lui, quando il 3 novembre del 2016 segnò cinque gol in una sola partita. Come lui, e nella vecchia Coppa Uefa, altri otto giocatori, tra cui Marco Van Basten, Ravanelli e Fonseca. Dal 1971 al 1994, ma nessuno tranne il basco nell’attuale formato (e nome) della coppa. La partita un Bilbao-Genk dei gironi, finita 5-3 solo grazie ai suoi centri. Tre su rigore (altro record individuale) e, da quel giorno, anche miglior marcatore nella storia del club nelle competizioni Uefa (21 gol).

Quando il Borussia fece viola la Fiorentina

Ancora un’italiana. Ancora il maledetto 2016-17. E sul piatto un’altra rimonta clamorosa da 3-0 e 4-3. Doppia sfida sull’asse Firenze-Mönchengladbach per i sedicesimi di finale. All’andata è vittoria per la Fiorentina fuori casa, che passa 1-0 con Bernardeschi e indirizza la qualificazione per il ritorno del Franchi. L’inizio della partita? Uno spettacolo per i viola di Paulo Sousa, che vanno subito sopra 2-0 con le reti di Kalinic e Borja Valero. Sembra allora fatta. Già, sembra. Perché i tedeschi si svegliano a cavallo di primo e secondo tempo e ribaltano tutto. Lars Stindl quella notte sembra Batistuta, e segna su rigore, in tap in e poi ancora di destro. 3-3, giochi già fatti col gol in trasferta prima ancora del poker di Christensen (oggi centrale del Chelsea) che chiude definitivamente la partita.

Vincent Enyeama, portiere goleador

Il più famoso di tutti rimarrà sempre Rogerio Ceni, che con 129 gol guarda tutti gli atri portieri goleador dall’alto di una vetta irraggiungibile. Come lui c’è stato però anche Vincent Enyeama, unico nella storia coi guantoni ad aver segnato una rete in Europa League. Quarto turno preliminare dell’agosto 2009, lui difende la porta dell’Hapoel Tel Aviv contro i cechi del Teplice. Vittoria 2-1 e 1-1 al ritorno che manda gli israeliani direttamente ai gironi di coppa. Nel primo match anche il suo zampino, con la realizzazione dal dischetto del momentaneo 1-0. Regalando un altro momento storico della competizione.

Fuori in 246 secondi

Una rimonta così veloce non c’era mai stata. E tre gol segnati nell’arco di 4 minuti e 6 secondi nemmeno. Ultima Europa League: in palio l’accesso alle semifinali con vista sulla finale poi vinta dall’Atletico Madrid di Griezmann. Lazio contro Salisburgo, quelli dell’energy drink che mette le ali e che in quella partita hanno schiantato la squadra di Simone Inzaghi in un amen. 4-2 biancoceleste in casa all’andata, in una partita già rocambolesca e bellissima. Al ritorno Immobile segna dopo cinquanta minuti, e in sessanta secondi Dabbur pareggia. Poco male, ci sono ancora due gol di margine, quello però polverizzato nei 246 secondi di blackout che hanno portato alle reti di Haidara, Hwang e Lainer.

La partita perfetta del Partizan

Stagione 1984-1985, altra rimonta da record e altra partita entrata nella storia della competizione. Al tempo era Coppa Uefa, e il 6-6 finale dopo il 6-2 dell’andata rimane la rimonta più ampia messa a referto col maggior numero di gol segnati. La sfida è tra il Partizan di Belgrado e il QPR, che all’andata e in casa riuscì a imporsi per 6-2 nel secondo turno, mettendo solo all’apparenza al sicuro la qualificazione. La risposta dei serbi nei 62 minuti del ritorno, dove calarono il poker senza più subire altre reti.

La finale senza storia

Come loro non c’è nessuno. Dici Europa League e dici Siviglia, due volte campione in Coppa Uefa e tre volte (in fila) nell’attuale formato. Tra le partite più clamorose della storia della competizione ci entra di diritto anche la finale a senso unico, quella vinta col maggior numero di gol di scarto e senza appello. Anno 2006, al Philips Stadion di Eindhoven si gioca la finalissima contro il Middlesbrough di Hasselbaink, Viduka e Massimo Maccarone. Risultato? 4-0, nettissimo. Dove segnano Luis “O Fabuloso” Fabiano, Kanouté e con doppietta di Enzo Maresca.

Il ko della vecchia Juve

Ancora due anni e poi i bianconeri torneranno a far tremare tutta Italia, vincendo ogni scudetto possibile e puntando forte sulla Champions League. Il 2009 fu però anno diverso. Iniziato con Ciro Ferrara in panchina, e terminato in Europa League con Zaccheroni subendo l’eurorimonta clamorosa del Fulham. Qui tutti gli ingredienti possibili: la piccola che batte la grande e che lo fa pure in grande stile. Perché il 3-1 dell’andata con Legrottaglie, Zebina e Trezeguet viene poi sbiadito al ritorno dove sempre il bomber francese apre le danze, salvo poi vedere la squadra travolta dalle reti di Zamora, Gera (due volte) e Dempsey. Dal momentaneo 1-4 al 5-4 finale. Piccoli miracoli sportivi. Clamorosi ribaltoni. Ogni partita un’avventura. Direbbe un vecchio film: “È l’Europa league, bellezza!”