Europa League, l'albo d'oro della competizione

Europa League

Dal primo successo targato Tottenham all'era del Siviglia: in mezzo i successi del 'Gladbach, la doppietta Real e un decennio di vittorie italiane  

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La coppa ha cambiato nome nel 2009, diversa anche la formula del torneo: forse quel che non cambia è la sostanza, con la "vecchia" Coppa Uefa - oggi Europa League - capace sempre di scrivere grandi capitoli di una storia affascinante. Dalla nascita nel 1971 ai tempi nostri, il trofeo ha attraversato tante "ere" e conosciuto vincitori diversi, nomi prestigiosi e trionfatori a sorpresa. Ecco il racconto di questa lunga avventura.

La prima Coppa è del Tottenham

È una finale tutta inglese, la prima nella storia delle coppe europee, a inaugurare la storia del trofeo: il primo trionfo, datato 1972, è del Tottenham, che nella doppia finale supera il Wolverhampton vincendo 2-1 all’andata (doppietta di Chivers) e pareggiando 1-1 al ritorno. Un cammino senza troppi ostacoli, quello degli Spurs, capaci di diventare il primo club inglese a vincere due competizioni europee diverse, dopo aver sollevato nel 1963 la Coppa delle Coppe: il Tottenham apre con un 15-1 complessivo ai danni degli islandesi del Keflavik (6-1 all’andata, 9-0 al ritorno), soffre ma passa nei sedicesimi contro il Nantes, grazie all’1-0 del ritorno dopo lo 0-0 in Francia, si sbarazza dei rumeni del Rapid Bucarest e dell’UTA Arad, prima di incrociare il Milan in semifinale: 2-1 all’andata, 1-1 al ritorno, formula che si rivelerà vincente anche in finale. Anche i Wolves eliminano un’italiana, la Juventus (1-1 e 2-1) nei quarti di finale, mentre Napoli e Bologna erano già uscite rispettivamente al primo e al secondo turno. Ci sarà tempo, per i nostri club, per rifarsi…

Anni Settanta: dominano inglesi, tedeschi e olandesi

Dovremo attendere l’edizione del 1977 (la sesta del torneo) per assistere al primo trionfo di un’italiana, la Juventus; prima di allora, infatti, la coppa Uefa sembra un affare tra inglesi, tedeschi e olandesi. La seconda edizione, nel 1973, vede ancora un’inglese affermarsi, stavolta il Liverpool di Bill Shankly, vittorioso in finale sul Borussia Moenchengladbach, ma non senza faticare: il 3-0 di Anfield all’andata sembra indirizzare chiaramente l’esito della finale, ma al ritorno in Germania si scatena Jupp Heynckes, poi capocannoniere del torneo con 12 reti, che con una doppietta fa tremare i Reds. Nel 1974 Tottenham di nuovo in finale, ma sconfitto dal Feyenoord (2-2 e 2-0), squadra che solo l’anno prima aveva stabilito un record (tuttora imbattuto) con la miglior vittoria complessiva, tra andata e ritorno, nella storia del torneo: 9-0 e 12-0 contro il Rumelange, totale di 21-0. Malissimo le italiane Lazio, Fiorentina e Torino, fuori subito. L’anno dopo il ‘Gladbach torna in finale e riesce a prendersi la coppa strapazzando il Twente (5-1, tripletta di Heynckess, dopo lo 0-0 dell’andata), che a sua volta aveva eliminato la Juventus in semifinale; nel 1976 è l’ora del bis per il Liverpool, nel frattempo passato in mano a Bob Pasley, vittorioso sul Bruges, che tra ottavi e quarti aveva eliminato Roma e Milan.

Il primo successo italiano

Quando il successo di un’italiana sembra non voler arrivare mai, nel 1977 la Juventus di Trapattoni si impone sull’Athletic Bilbao al termine di una doppia finale tra un undici composto da soli italiani e un altro di soli spagnoli. 1-0 firmato Tardelli all’andata, sconfitta per 2-1 al ritorno, con il gol in apertura di Bettega fondamentale, in quanto realizzato in trasferta, per regalare la coppa ai bianconeri.

Gli Anni Settanta si chiudono senza che la musica cambi: di nuovo olandesi (vince il Psv nel 1978) e il “solito” Borussia Moenchengladbach (1979, vittoria finale sulla Stella Rossa), italiane non pervenute. Il dominio tedesco si fa addirittura clamoroso nell’edizione 1979/1980, con tutte le 4 semifinaliste provenienti dalla Germania: Eintracht Francoforte e di nuovo il ‘Gladbach arrivano in finale superando rispettivamente Bayern Monaco e Stoccarda, e alla fine, nel doppio confronto, questa volta trionfa l’Eintracht grazie ai gol in trasferta (sconfitto 3-2, vince 1-0 in casa), facendo piangere un Lothar Matthaeus 19enne (anche a segno nella finale d’andata), rivelazione al suo primo anno tra i professionisti, al quale sfugge una coppa che avrà poi modo di sollevare al cielo per tre volte in carriera. Per il Borussia Moenchengladbach, invece, 4 finali di Uefa nelle prime 9 edizioni del torneo, con due vittorie e due sconfitte.

Doppietta Real, Inter a un passo

Nei primi Anni Ottanta si affacciano sul palcoscenico europeo, raggiungendo la finale, anche altri club, come Ipswich (vittorioso nel 1981 sull’AZ Alkmaar) o Goteborg (1982); l’Anderlecht va in finale per due anni di fila, prima vincendo (1983, contro il Benfica di Sven-Goran Eriksson) e poi cedendo (nella prima finale terminata ai rigori) contro il Tottenham, al suo secondo successo dopo quello con cui aveva inaugurato l’albo d’oro. Fa doppietta anche il Real Madrid, nel giro di due anni, andando a prendersi la coppa per due volte consecutive nel 1985 (finale contro il Videoton) e nel 1986 (vittoria sul Colonia). In entrambe le edizioni l’Inter arriva a un passo dall’ultimo atto, eliminata sempre in semifinale dal Real Madrid. Clamorosa beffa nel 1985, con il 2-0 dell’andata a San Siro, ribaltato al ritorno da un 3-0 blancos; nuova beffa un anno dopo, quando i nerazzurri vincono 3-1 all’andata ed escono ai supplementari al ritorno dopo che il Real aveva restituito loro lo stesso risultato grazie anche a due rigori discutibili.

Nel 1987 anche il Goteborg scrive il proprio nome nell’albo d’oro per la seconda volta (battendo il Dundee Utd; Inter e Torino fuori ai quarti con i nerazzurri eliminati proprio dagli svedesi), nell’88 trionfa il Bayer Leverkusen, superando ai rigori l’Espanyol (3-0 e 0-3 nella doppia finale), con il Verona migliore italiana capace di raggiungere i quarti (Milan e Inter erano uscite prima, entrambe eliminate dall’Espanyol finalista). Qui si chiude un’era: se ne aprirà un’altra, tricolore.

Arrivano i nostri: il dominio italiano

La nuova era è quella che comprende le edizioni dalla 1988/89 alla 1998/99: undici in tutto, con ben 8 successi delle squadre italiane: 3 trionfi dell’Inter, 2 per Juventus e Parma, uno del Napoli. Un affare spesso tutto nostro, come testimoniano le 4 finali tutte italiane del 1990 (Juventus-Fiorentina), del 1991 (Inter-Roma), del 1995 (Parma-Juventus), del 1998 (Inter-Lazio). E se l’Italia non vince, arriva comunque in finale: il successo sfiorato dal Torino nel 1992 nella doppia finale contro l’Ajax grida ancora vendetta (celebre l’immagine della sedia levata al cielo da Mondonico), mentre nel 1997 l’Inter si arrende allo Schalke04 solo ai calci di rigore. Undici edizioni in cui l’unica senza traccia di italiane in finale è quella del 1996 tra Bayern Monaco e Bordeaux, con Matthaeus nel frattempo tornato in Germania che conquista la sua terza coppa dopo le due in nerazzurro.

Nel dettaglio, il periodo d’oro italiano si apre con il successo del Napoli di Maradona nel 1989: 2-1 all’andata e 3-3 al ritorno contro lo Stoccarda, con la squadra di Ottavio Bianchi che nei quarti aveva eliminato la Juventus. L’anno dopo i bianconeri si rifanno battendo la Fiorentina (3-1; 0-0), poi Inter e Roma replicano la finale tutta italiana con i nerazzurri che fanno 2-0 a San Siro (Matthaeus e Berti) e l’1-0 al ritorno (Rizzitelli) che non basta ai giallorossi. In quella edizione bene anche Atalanta e Bologna, spintesi fino ai quarti (con “derby” nerazzurro che vede l’Inter eliminare la Dea), a conferma di come i nostri club prendano sul serio il torneo. L’Ajax nel 1992 fa piangere prima il Genoa in semifinale (3-2 e 1-1) e poi il Toro reduce dall’impresa contro il Real Madrid (sconfitta 2-1 al Bernabeu, 2-0 al ritorno): gli olandesi trionfano solo grazie alle reti in trasferta (2-2 a Torino e 0-0 ad Amsterdam) e alla sfortuna granata, con i due legni colpiti al ritorno dopo aver messo sotto la squadra di van Gaal.

Altre 3 finali tutte italiane

Quello della Juventus nel 1993 è un vero e proprio trionfo, con il risultato nella doppia finale contro il Borussia Dortmund che rappresenta la vittoria con il maggiore scarto nella storia del torneo: 3-1 all’andata in Germania (gol di Dino Baggio e doppietta di Roberto Baggio), 3-0 al ritorno (due di Dino Baggio e Moeller). Anche il successo dell’Inter nel 1994 ha il sapore dell’impresa, calcolando che in campionato quella squadra si salvò solo all’ultima giornata. In coppa però i nerazzurri si trasformano, eliminano il Cagliari in semifinale (che a sua volta, nei quarti, aveva battuto la Juve) e contro il Salisburgo si impongono con un doppio 1-0 (Berti all’andata, Jonk al ritorno). Sono gli anni in cui il Parma si fa grande e inizia a far sentire la propria voce anche in campionato e intanto sfila alla Juventus la coppa Uefa del 1995: decisivo ancora una volta Dino Baggio, passato però ai gialloblu, con gol all’andata (1-0) e al ritorno (1-1, a segno anche Vialli). Dopo tre successi italiani di fila, l’albo d’oro vede i nomi due tedesche, il già citato Bayern Monaco in finale contro il Bordeaux (1996) e lo Schalke ai rigori sull’Inter di Hodgson (1997). Poi si riprende con un’altra bella finale tutta italiana, la prima che non prevede andata e ritorno : Inter-Lazio, al Parco dei Principi, è scontro tra due superpotenze e finisce 3-0 con Zamorano e Zanetti ad aprire la festa nerazzurra chiusa in bellezza dal gran gol di Ronaldo in dribbling su Marchegiani. Il Fenomeno regala una coppa a Moratti, quello che resterà il suo unico successo in maglia nerazzurra.

Nuovo 3-0 in finale l’anno dopo, quando Crespo e Chiesa sono i trascinatori del Parma nel secondo successo della sua storia (1998): il 12 maggio 1999 l’Olympique Marsiglia va ko. Segnatevi questa data perché è da allora che un club italiano non raggiunge più una finale di Uefa/Europa League.

Anni Duemila, arrivano Mou e Rafa

Gli Anni Duemila si aprono con lo storico successo di un club turco, il Galatasaray guidato da Terim, vittorioso ai rigori in finale sull’Arsenal di Wenger. Roma, Udinese, Parma e Juventus tutte fuori in un colpo solo, agli ottavi. Qualcosa è cambiato… L’anno dopo assistiamo alla vittoria del Liverpool in quella che forse è la finale più avvincente di sempre, un epico 5-4 ai supplementari contro l’Alaves, poi torna al successo anche il Feyenoord (2002) battendo 3-2 il Borussia Dortmund, in un’edizione in cui le milanesi approdano in semifinale e lì si fanno eliminare. Il 2003 ci porta a fare la conoscenza di José Mourinho, allenatore portoghese fino ad allora poco conosciuto, capace di condurre il Porto alla vittoria, nella finale contro il Celtic (3-2 ai supplementari): sentiremo parlare ancora di lui. Anche Rafa Benitez inizia a farsi un nome conducendo il Valencia alla vittoria della Uefa nel 2004 (2-0 all’Olympique Marsiglia in finale): come nel caso di Mou, dopo quella coppa arriverà anche la Champions. L’anno dopo, edizione 2005, trionfa il Cska (3-1 allo Sporting Lisbona) che in semifinale aveva eliminato il Parma. E poi? E poi arriva il Siviglia.

"Siviglia" League

Il primo successo degli spagnoli è quello del 2006 (4-0 al Middlesbrough con doppietta del “nostro” Maresca), subito bissato nel 2007 (battendo ai rigori l’Espanyol). Ne aggiungerà altri 3, consecutivi (unico club a riuscirci) nel 2014-2015-2016, arrivando in pochi anni a 5 successi nel torneo, meglio di chiunque altro. A “spezzare” le due ere del Siviglia ci sono le vittorie dello Zenit nel 2008 (2-0 ai Rangers), dello Shakhtar di Lucescu (2009, 2-1 al Werder Brema), la doppietta dell’Atletico Madrid (2010, anno in cui il torneo diventa Europa League, 2-1 al Fulham di Hodgson, e 2012, 3-0 all’Athletic Bilbao) con in mezzo la finale tutta portoghese tra Porto e Braga, nel 2011 (finita 1-0). Poi un’altra coppa per Benitez, stavolta alla guida del Chelsea, che batte 2-1 il Benfica nella finale 2013.

L’Europa League si conferma palcoscenico prediletto del Siviglia che in un triennio stende Benfica (alla seconda finale persa di fila), Dnipro e Liverpool. Nel 2017 riecco José Mourinho, con il suo Manchester United che vince la finale contro l’Ajax (2-0, Pogba e Mkhitarian) e un anno dopo a trionfare è il “cholismo” con il ritorno dell’Atletico Madrid: Griezmann (doppietta) e Gabi stendono l’Olympique Marsiglia di Rudi Garcia. Il resto della storia è ancora tutto da scrivere.