Francia Turchia, Uefa apre inchiesta dopo il saluto militare dei giocatori turchi

Europei

Dopo i saluti militari eseguiti dai giocatori della Turchia a sostegno dei soldati impegnati nell'offensiva turca in Siria contro i curdi durante e al termine della partita contro la Francia valida per le qualificazioni a Euro 2020, la Uefa ha deciso di aprire un'indagine disciplinare su quanto accaduto allo Stade de France. Dura la posizione del ministro dello sport francese: "Chiedo punizione esemplare"

Dopo il saluto militare eseguito per due volte dai giocatori turchi - a seguiro del gol di Ayhan che ha portato al pareggio (1-1) e poi al termine della partita - durante il match di qualificazione agli Europei 2020 tra Francia e Turchia di lunedì 14 ottobre, la Uefa ha deciso di aprire un'indagine disciplinare per quanto accaduto sul terreno di gioco dello Stade de France. "La Uefa - si legge nel comunicato - ha nominato un ispettore etico per avviare indagini disciplinari in merito a potenziali comportamenti politici provocatori da parte dei giocatori della nazionale della Turchia in occasione delle partite di qualificazione del campionato europeo 2020 giocate contro l’Albania l'11 ottobre 2019 e contro la Francia il 14 ottobre 2019".

La richiesta del ministro dello sport francese

La decisione della Uefa è arrivata dopo il recepimento dei report ufficiali dei delegati Uefa presenti a Parigi ma anche dopo una richiesta del ministro francese responsabile per lo Sport, Roxana Maracineau, che già nelle ore immediamente successive alla partita aveva lanciato un appello alla Uefa affinché adottasse una "sanzione esemplare" contro la nazionale di calcio turca. Per il ministro, infatti, quel saluto militare è "contrario allo spirito sportivo". Nel tweet pubblicato Maracineau ringrazia, in particolare, "la Federcalcio francese e le forze dell'ordine per il lavoro volto a garantire il corretto svolgimento della partita. I giocatori turchi - deplora poi la ministra - hanno sciupato questi sforzi mimando un saluto militare contrario allo spirito sportivo. Chiedo alla Uefa una sanzione esemplare".

Saluto militare giocatori Turchia, nessuna immagine in diretta

Le immagini del saluto militare dei giocatori turchi, in ogni caso, non sono state trasmesse dal canale francese M6 che strasmetteva la partita in diretta,  ma la motivazione risiede, secondo quanto spiegato proprio dall'emittente, dal fatto che in quei due momenti in onda stava andando il replay del gol nel primo caso e le interviste post partita nel secondo. In ogni caso, l'eventuale intervento del canale per impedire la diffusione di questo saluto polemico sarebbe stato in linea con le specifiche UEFA, come afferma l'emittente: "M6 ieri sera stava producendo il segnale internazionale della partita (cioè per la Francia e per l'estero) secondo le specifiche UEFA, in cui si richiede di non trasmettere alcun segno gesto o striscione con connotazioni politiche", ha detto il canale in un comunicato.

Giocatori della Turchia eseguono saluto militare
I giocatori della Turchia eseguono il gesto del saluto militare contro la Francia

Saluto militare, le reazioni dei giocatori turchi sui social

In tutto questo i calciatori turchi che militano in squadre europee continuano a esprimere il loro sostegno ad Ankara: il difensore juventino Merih Demiral ha twittato in turco la frase di Ataturk "Felice è colui che si chiama turco". Il centrocampista del Milan, Hakan Calhanoglu ha spiegato cosi' l'esultanza: "Siamo con la nostra nazione al 100%, anche nelle difficoltà". Sui social tifosi delle rispettive squadre ne hanno chiesto la cacciata, come ha fatto il St. Pauli, il club di Amburgo che ha messo alla porta il centrocampista Cenk Sahin (subito ingaggiato dall'Istanbul Basaksehir, la squadra di Erdogan) per un post a favore del presidente turco. Ci sono comunque delle coraggiose eccezioni al sostegno più o meno spontaneo degli atleti turchi all'offensiva in Siria. Tra i calciatori è sceso in campo contro Erdogan l'ex attaccante dell'Inter Hakan Sukur: "La mia è una lotta per la giustizia, per la democrazia, per la libertà e per la dignità umana. Non mi importa di quello che posso perdere se a vincere è l'umanita'". E nella Nba il centro turco dei Boston Celtics, Enes Kanter, si è confermato un grande oppositore del 'Sultano', nonostante le minacce subite. "Non vedo e non parlo con i miei genitori da 5 anni", ha denunciato, "hanno imprigionato mio padre. Ogni giorno ricevo minacce di morte. Sono attaccato, hanno cercato di rapirmi in Indonesia".

Spadafora: "Evitare finale di Champions a Istanbul"

Una posizione chiara e ufficiale è arrivata anche da parte del governo italiano, attraverso una lettera del Ministro dello Sport al presidente della Uefa Ceferin, chiedendo di non far disputare la finale di Champions League a Istanbul. "A seguito dei gravissimi atti contro la popolazione civile curda avvenuti negli ultimi giorni e in qualità di Ministro dello Sport del Governo italiano - scrive Spadafora - le chiedo di valutare se non sia inopportuno mantenere, ad Istanbul, la finale della Champions. Consapevole delle numerose implicazioni, e rispettando l'autonomia dell'organo da Lei presieduto, mi auguro che il calcio europeo nella sua massima espressione possa, per il suo tramite, prendere la scelta più coraggiosa e dimostrare, ancora una volta, che lo sport è uno strumento di pace", conclude il ministro, la cui lettera arriva poche ore dopo le parole del vicepresidente Uefa, Michele Uva, che stamani aveva ricordato che "revocare una finale e' un atto forte. Penso che ora non siamo nemmeno nelle condizioni di discuterne. E' chiaro che con l'Esecutivo ed il presidente Ceferin valuteranno le situazioni, ma ad ora mi sembra assolutamente prematuro parlare di sanzioni a questo livello".

Tifosi della Turchia