Liga, il presidente Tebas: "Finiremo la stagione". Ma il Ministero frena sui test

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Il presidente della Liga: "Stop definitivo? Non c'è questo scenario. Stiamo cercando di fare in modo che questa pandemia non sia anche economica". Ma dal CSD arriva una frenata sui test

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"Sono convinto che finiremo la stagione, ad oggi non esiste scenario in cui lo stop al calcio sia definitivo, né da parte nostra né da parte della Uefa. Fino al 31 luglio si potrà giocare, e anche un po' oltre". A dirlo è Javier Tebas, il numero uno della Liga, intervenuto sul forum virtuale Adea Conecta. "Stiamo cercando di garantire che questa pandemia non sia anche una pandemia economica - ha aggiunto Tebas -. Vogliamo tornare alla normalità il più presto possibile perché molte famiglie dipendono dal calcio". Tra le valutazioni del numero uno della Liga anche i danni economici: "Valutiamo tali danni in un miliardo di euro se non tornassimo a competere. E se giocassimo a porte chiuse il danno sarebbe di circa 300 milioni di euro". Fondamentale anche il capitolo della ripresa degli allenamenti: "È un argomento speciale perché il calcio è uno sport di contatto e dobbiamo avere sicurezza sanitaria. È importante che sia un protocollo regolato e approvato, dovremo avere l'autorizzazione sanitaria per tornare in campo". Infine anche un prospetto sul futuro: "Stiamo cercando di capite ciò che potrebbe accadere nella prossima stagione: è molto probabile che giocheremo a porte chiuse fino a dicembre e, quando il pubblico tornerà, non ci saranno folle".

Frenata sui test dal CSD

Nel frattempo è arrivato uno slittamento sulla data della possibile ripresa degli allenamenti. Come riporta anche l'Ansa - oltre ai principali media spagnoli tra cui Marca e Mundo Deportivo - la stessa Liga ha scritto ai club del campionato spagnolo, annunciando "la decisione di rinviare l'esecuzione dei test ai giocatori, al personale tecnico e ai medici", inizialmente fissata per il prossimo martedì (28 aprile, ndr). L'inizio delle sessioni di allenamento sarà dunque ritardato in attesa dell'approvazione del protocollo CSD (Consejo Superior de Deportes, il Consiglio nazionale dello sport, ndr). In una nota pubblicata di recente, lo stesso Consejo Superior de Deportes ha ribadito i benefici della riapertura del calcio, dall'aspetto economico ("il calcio rappresenta circa l'1,4% del PIL nazionale e conta circa 185mila posti di lavoro") alla normalizzazione della vita quotidiana. "Il CSD - si legge nel comunicato - sta lavorando a stretto contatto con i principali attori del settore per uscire insieme dalla pandemia".