Ogni calciatore della Seleçao e anche il Commissario Tecnico hanno dietro una storia molto particolare, vissuta nella maggior parte delle volte in contesti di povertà. Dal nome mancato di Neymar al santuario di Tite, ecco tutte le curiosità sulla Nazionale verdeoro
Ogni calciatore della Seleçao e anche il Commissario Tecnico hanno dietro una storia molto particolare, vissuta nella maggior parte delle volte in contesti di povertà. Dal nome mancato di Neymar al santuario di Tite, ecco tutte le curiosità sulla Nazionale verdeoro -
L'allenatore brasiliano è un fedele della Vergine Nossa Senhora Aparecida, di cui anche Ronaldo il Fenomeno è un devoto. Il Ct prepara un piccolo santuario nei bagni degli spogliatoi prima di ogni partita e prega per i suoi giocatori. La mattina prima di ogni match va a fare una passeggiata e visita le chiese più importanti della città e dà ai suoi giocatori braccialetti di santi e vergini per dare loro forza e proteggerli durante gli incontri. Sua moglie scoppiò a piangere dopo il terzo gol subito dalla Seleçao nel Mineirazo contro la Germania del 2014, così Tite dovette spegnere la tv e andò a fare una passeggiata con lei -
Lo zio del portiere della Roma era un calzolaio e faceva personalmente gli scarpini da calcio per il nipote. Anche suo fratello, Muriel Becker, era un portiere e giocavano insieme all'Internacional de Porto Alegre. Alisson è stato il suo sostituto nelle categorie giovanili del Brasile fino a quando un infortunio non gli ha dato la possibilità di diventare il titolare. Stare tra i pali è una tradizione, considerando che anche la madre giocava a calcio nello stesso ruolo. Nel tempo libero Alisson suona la chitarra e compone personalmente le sue canzoni. Si è arrabbiato alcuni mesi fa perché al videogame FIFA gli è stata assegnata solo una stella in abilità speciali con i piedi -
Anche Danilo giocava in porta quando era bambino. Un giorno poi il suo allenatore lo costrinse a giocare in movimento. Inoltre non indossava mai i guanti che suo padre gli aveva comprato con una paga extra. La sua città natale, De Bicas, organizza una festa ogni volta che vince un titolo, con la gente che si intrattiene ed esulta per il paese salendo su un camion dei pompieri. Il 15 luglio festeggerà 27 anni e spera di ricevere il regalo più bello della sua vita, visto che quel giorno si disputerà la finale del Mondiale -
Thiago Silva è stato ricoverato in ospedale per sei mesi in un ospedale russo quando militava nella Dinamo Mosca. Il motivo? Una tubercolosi che gli è quasi costata la vita. Poi ha vissuto da solo in Russia, aveva 17 anni e sua madre e la sua ragazza non potevano andare a trovarlo prima di quattro mesi. È l'unico giocatore di questa Nazionale a disputare la sua terza Coppa del Mondo. Ha perso la fascia di capitano del Brasile dopo aver pianto e rifiutato di tirare il rigore durante gli ottavi contro il Cile nel Mondiale del 2014 -
Miranda è il più giovane di 11 fratelli. Quando lui aveva sei anni il fratello più grande, che aveva 24 anni ed era un calciatore, morì. Così disse a sua madre che sarebbe diventato anche lui un calciatore e un giorno avrebbe giocato una Coppa del Mondo con il Brasile. Timido come pochi, dicono nello spogliatoio che parla solo quando viene interpellato. Tite, tuttavia, crede che sia uno dei giocatori con più carattere nella squadra e lo chiama capitano -
Marcelo, a differenza di molti suoi colleghi, non colleziona maglie dei suoi compagni e dei suoi rivali, ma scarpe da calcio. Le tiene esposte tutte in una vetrina nella sua casa di Madrid e considera quelli di Zidane, ormai suo vecchio allenatore, i suoi preferiti. Ne ha anche due paia di Ronaldo. Ha tatuato la data in cui è nato suo nonno Pedro (il 26 maggio 1938) che ha lasciato il lavoro per ottenere un risarcimento e comprare un'auto con cui portare suo nipote a giocare a calcio. Prese come ricordo una delle palle usate nella finale di Cardiff, vinta contro la Juventus, e la portò sulla spiaggia di Botafogo per giocarci insieme ai suoi amici -
Casemiro ha iniziato a giocare a calcio al Moreira perché un giorno, alla formazione in cui militava suo cugino, mancava un portiere che si stava allenando. L'allenatore vide il suo modo di giocare e lo mise in squadra, ma come giocatore di movimento. Nel suo paese, i suoi amici e parenti lo chiamano Carlinho. Con il suo primo stipendio a San Paolo ha comprato una casa per sua madre -
Paulinho stava per lasciare il calcio all'età di 17 anni, dopo aver giocato in Lituania e Polonia e aver guadagnato pochissimi soldi. Lo convinsero a continuare prima al Bragantino e poi al Corinthians, dove conquistò la Coppa Libertadores. Quando ha debuttato al Camp Nou sua madre si è messa a piangere per la prima volta da quando calca i campi da calcio. Ha deciso di tornare dalla Cina perché Tite gli ha detto che per convocarlo per il Mondiale avrebbe dovuto giocare in Europa e ora sostiene che la chiamata del Barcellona sia stata la miglior cosa che gli potesse capitare nella vita -
Willian colleziona cappelli di tutti i colori dal momento in cui è andato a giocare in Ucraina. Il momento peggiore della sua vita è stata la morte di sua madre nel 2016. L’esterno offensivo racconta che dopo 10 giorni in coma, prima di morire, si è svegliata un’ultima volta nel momento in cui il figlio ha segnato un gol contro il Venezuela –
Coutinho cantava tutti i giorni a scuola l'inno nazionale, sognando un giorno di vestire la maglia della Seleçao. Quando aveva quattro anni, cadde in una fogna, ma miracolosamente rimase illeso dall'incidente -
Il numero 10 della Nazionale verdeoro avrebbe potuto chiamarsi Mateus, come voleva la madre, se non fosse stato per la testardaggine del padre che, mentre andava all’anagrafe per registarlo, decise di chiamarlo come lui: Neymar Jr. Dopo soli sei mesi di vita, rischiò di morire per un incidente d’auto, quando il padre perse il controllo del veicolo in una notte tempestosa. Sempre da piccolo era sua abitudine usare la sorella Rafaella e il cugino come “coni” per provare i suoi dribbling. Fu notato da uno scout sulla spiaggia mentre saliva su e giù i gradini di una tribuna durante una partita di beach soccer del papà. Ha abbandonato la fascia di capitano del Brasile perché stufo delle numerose critiche dopo i Giochi Olimpici di Rio. Ad oggi resta il giocatore più costoso nella storia del calcio, dopo i 222 milioni sborsati dal Psg per strapparlo al Barcellona -
Gabriel Jesus è soprannominato "Tetinha". Quattro anni fa era impegnato a fare un murale verde e giallo per le strade di Jardim Peri, una delle favelas più pericolose di San Paolo. Guardiola lo ha convinto a firmare per il Manchester City dopo una chiamata in cui, afferma l’attaccante, non capiva la metà delle cose che gli diceva. Festeggia tutti i gol imitando una telefonata in onore di sua madre che lo chiama prima e dopo ogni partita, mentre non ha mai conosciuto suo padre -