Incredibile epilogo nel 198esimo derby di Milano. Quando tutto lasciava presagire a un pareggio, ecco il gol di testa di Icardi su un grave errore di Donnarumma che calcola male il cross dalla destra di Vecino. Partita molto combattutta ed equilibrata nel primo tempo, decisamente più brutta nella ripresa, ma comunque giocata meglio dai nerazzurri
INTER-MILAN 1-0, DECIDE ICARDI AL 92' - LE FOTO PIU' BELLE DEL DERBY
INTER-MILAN 1-0
92' Icardi
Inter (4-2-3-1): Handanovic; Vrsaljko, de Vrij, Skriniar, Asamoah; Vecino, Brozovic; Politano (82' Candreva), Nainggolan (30' Borja Valero), Perisic (70' Keita); Icardi. Allenatore: Luciano Spalletti.
Milan (4-3-3): Donnarumma; Calabria (92' Abate), Musacchio, Romagnoli, Rodriguez; Kessié (84' Bakayoko), Biglia, Bonaventura; Suso, Higuain, Calhanoglu (74' Cutrone). Allenatore: Gennaro Gattuso
Ammoniti: Biglia, Calhanoglu, Calabria, Suso
72' - Dopo 27 minuti di gioco nel secondo tempo ancora nessun tiro nello specchio della porta
67' - Il Milan non riesce proprio a tenere palla con i suoi centrocampisti e in questo momento l'Inter, pur senza costruire occasioni pericolose, sembra avere il pallino del derby in mano
55' - La partita continua a essere molto equilibrata ma non proprio bellissima: il tanto agonismo in mezzo al campo e le prestazioni sinora perfette dei 4 difensori centrali infatti non consentono alle due squadre di sviluppare manovre ben congeniate
Le squadre sono tornate in campo, tutto pronto per l'inizio del secondo tempo
E alla fine, quasi sempre, vince l'Inter. Soprattutto se si parte dalla fine, quella che sta diventando una piacevole abitudine per la squadra di Spalletti, dura a morire come non mai. Già sette i gol segnati in questo campionato negli ultimi 15 minuti di gioco, proprio come le vittorie tutte in fila messe insieme dai nerazzurri. Che stappano il derby proprio all'ultimo respiro con un colpo di testa di Icardi, aiutato dalle errate valutazioni di Donnarumma e Musacchio sul cross di Vecino, e tornano a casa dalla notte di San Siro con quell’innesto di entusiasmo che solo un derby vinto in questo modo può dare.
Gode il popolo interista, esulta come un pazzo Maurito, svelto ad andarsi a prendere dalla sua Wanda l’abbraccio più dolce (con tanto di bacio), impazzisce di gioia Spalletti che corre sotto la curva e si cuce addosso definitivamente quel biscione nerazzurro sbandierato con tanto orgoglio nello striscione esposto in curva Nord prima della partita. Anche perché la vittoria è arrivata proprio all’ultimo respiro (“Ancora più bello in questo modo”, ha detto Maurito a fine gara) ma l’Inter l’ha cercata sin dalle prime scorribande. Provando a chiudere le fonti di gioco del Milan, schiacciando i difensori rossoneri nella propria metà campo ogni volta che questi entravano in possesso palla, asfissiando le geometrie di Suso e Calhanoglu, pedine decisive per lo sviluppo del gioco della squadra di Gattuso.
E così è successo che Higuain (appena dieci passaggi e solo due conclusioni, entrambe respinte) non sia praticamente mai entrato in partita e che Handanovic si sia dovuto sporcare i guantoni solo su qualche timida conclusione dalla distanza. Il tutto senza l’apporto di Nainggolan, uscito alla mezz’ora del primo tempo dopo una lotta argentino-belga ingaggiata con Biglia che ha animato la partita e infilato nel calderone di San Siro quell’agonismo che sempre molto bene si lega a una stracittadina. L’episodio incriminato poco prima del 30’, quando il belga, per difendersi da un intervento di Biglia in mezzo al campo, ha allargato il suo piedone centrando in pieno l’argentino ma rimanendo con la caviglia sinistra bloccata sotto l’arto del collega argentino. Risultato: Nainggolan troncato in due, per citare Spalletti (il belga rischia di stare lontano dai campi per diverso tempo) e ingresso in campo di Borja Valero, che dal cassetto della propria sapienza calcistica è riuscito a tirare fuori una partita che forse in pochi credevano potesse ancora giocare. Poi la perfezione di Skriniar e de Vrij (allo stesso livello anche la prestazione di Romagnoli dall’altra parte), la qualità della spinta sulla fascia di Vrsaljko, l’estro di Politano e soprattutto la garra charrua di Vecino, migliore in campo insieme al bomberissimo nerazzurro. Che dopo la tripletta da sogno dell’anno scorso è tornato a far godere i suoi tifosi nel derby anche nel primo appuntamento di questa stagione. Perché vincere è importante, ma farlo in questo modo, ovvero proprio all’ultimo, è anche meglio. E sempre più da Inter.