Udinese, tutti gli uomini di Spalletti: da Jankulovski a Di Michele, che fine hanno fatto?
Thomas Manfredini ha cambiato lavoro, David Pizarro si è ritirato a 39 anni, Manuel Belleri è finito a Tokyo, Stefano Mauri fa l'opinionista. Dove sono finiti i migliori giocatori di Spalletti durante il suo ciclo triennale all'Udinese, concluso con una storica qualificazione in Champions League nel 2005
Thomas Manfredini ha cambiato lavoro, David Pizarro si è ritirato a 39 anni, Manuel Belleri è finito a Tokyo, Stefano Mauri fa l'opinionista. Dove sono finiti i migliori giocatori di Spalletti durante il suo ciclo triennale all'Udinese, concluso con una storica qualificazione in Champions League nel 2005
MORGAN DE SANCTIS (portiere) - Otto anni in bianconero, i primi 3 come riserva di Turci e gli altri 5 come titolare. 230 presenze, resterà il portiere della qualificazione in Champions nel 2005. Lascerà l’Udinese nel 2007 in base all’articolo 17. Destinazione Siviglia.
De Sanctis ha lasciato il calcio nel 2017 dopo un’ultima esperienza al Monaco. Oggi è il team manager della Roma, squadra in cui ha trascorso 3 anni della sua carriera (2013-2016)
ADRIANO BONAIUTI (portiere) - Nessuna presenza con l'Udinese, ma una figura simbolica. Di spogliatoio. Quattro anni senza giocare seguendo i portieri titolari, uno degli uomini più fidati di Spalletti (ha allenato i numeri uno bianconeri durante la stagione 2004/05, quella della storica qualificazione in Champions) e di Samir Handanovic: dal 2013 è il preparatore dei portieri dell’Inter, l’uomo più fidato di Samir.
SAMIR HANDANOVIC (portiere) - Non ha bisogno di presentazioni. Perno dell’Udinese, para-rigori d'eccellenza, Spalletti lo fece esordire in Serie A nel 2005 e l'anno scorso lo ha ritrovato all’Inter. 212 presenze con la maglia friulana, soltanto 5 sotto la guida di “Lucianone”. Non può fare a meno di lui.
VALERIO BERTOTTO (difensore) - Bandiera immortale bianconera, 13 stagioni e 404 presenze. Ha visto la Serie B, gli anni della Serie A e ha vissuto una storica qualificazione in Champions League, conquistata proprio con Spalletti nel 2005. Lascia i bianconeri nel 2006, dopo un’ultima gara con lo stadio pieno e il saluto sotto la curva. Ha chiuso la carriera nel 2009 con la maglia del Vicenza.
Nel 2012 l'ex terzino ha iniziato ad allenare, 3 anni alla Nazionale Italiana di Lega Pro e poi il grande salto tra i professionisti. Ha guidato Pistoiese, Messina e Bassano. L’ultima esperienza è stata alla Viterbese nel 2017.
NESTOR SENSINI (difensore) – Terzino, mediano, un jolly da usare ovunque. Sbarcò in Italia nel 1989 proprio grazie all’Udinese, poi ha giocato per Parma e Lazio vincendo diversi trofei. Nel 2002 torna all’Udinese e chiude la carriera nel 2007, non prima di aver guidato i suoi alla Champions League. Per sei anni è stato il più anziano giocatore straniero ad aver giocato in Serie A (39 anni e 102 giorni), record battuto da Zanetti nel 2012.
Oggi Sensini è il direttore generale del Newell’s Old Boys, squadra in cui è cresciuto e ha debuttato nel grande calcio. Per un mese – affiancato da Loris Dominissini – ha allenato anche l’Udinese (febbraio-marzo 2006).
THOMAS MANFREDINI (difensore) – Onesto centrale difensivo, 20 anni di calcio tra Serie A e Serie B. Conosce il grande calcio proprio grazie all’Udinese, 72 presenze e 2 reti in quattro anni e mezzo in Friuli. Saluta a gennaio del 2003, salvo poi dare l’addio al calcio nel 2016 a 36 anni.
“Manfredini? Si è dato… all’ippica!”. Tutto vero, nessuna battuta e nessuna presa in giro. Thomas, dopo aver detto basta con il pallone, ha deciso di fare proprio questo: dal 2016 è un driver professionista, semplicemente un fantino: “E’ la mia grande passione”. Guai a togliergliela.
MAREK JANKULOVSKI (difensore) – Napoli, Udinese e Milan. Dovunque ha giocato si è fatto amare, sia dai compagni che dai tifosi: 104 presenze e 17 reti con l’Udinese, tant’è che Berlusconi fiuta l’affare e lo porta in rossonero nel 2006. L’anno successivo, ad Atene, alzerà al cielo la Champions League battendo il Liverpool in finale. Marek si è ritirato nel 2012 e oggi si gode la vita, l’ultima esperienza da calciatore è stata nel Banik Ostrava, il club in cui tutto iniziò nel 1994. La fine di un cerchio. È rimasto legato a tutte le squadre in cui è stato.
ALBERTO VALENTIM (difensore) – Alzi la mano chi se lo ricorda. Esterno a tutta fascia, brasiliano, arrivò all’Udinese nel ’99 e rimase fino al 2005 (99 partite e 4 reti tra campionato e coppe). Rincalzo importante per Spalletti, che poi decise di mandarlo in prestito nell’anno della qualificazione in Champions. Tre anni e mezzo a Siena, poi il ritorno in Brasile nel 2008. Ha chiuso la carriera nell’Atletico Paranaense nel 2009.
Nuova vita in panchina. Alberto ha 43 anni e allena il Vasco de Gama, una delle squadre brasiliane più importanti. Per lui anche un breve parentesi in Egitto con il Pyramidis. Giramondo, chissà se tornerà in Italia.
MANUEL BELLERI (difensore) – Capello biondo e guizzo sulla fascia, cross al centro e assist. L’immagine di Manuel Belleri è più o meno questa. Soltanto una stagione all’Udinese, 29 presenze e una qualificazione in Champions. Ha lasciato il calcio nel 2012 dopo l’ultima esperienza con la Spal.
Da Udine… a Tokyo! Tutto vero. Belleri ha cambiato vita e oggi vive in Giappone, dove è direttore tecnico della scuola calcio del Milan.
MIRKO PIERI (difensore) – Da una fascia all’altra. Pieri ha più di 500 presenze in carriera ed è stato cinque anni all’Udinese, 110 gare e 3 gol. Nel 2000 fu protagonista di un grande salto dalla D alla Serie A con la maglia del Perugia: 33 gare, grandi spunti e la chiamata dell’Udinese. Ha detto addio al calcio nel 2016, dopo aver disputato due stagioni in Eccellenza con il Camaiore, squadra toscana allenata proprio da Pieri. Nuova vita.
PER KROLDRUP (difensore) – Segni particolari: nome strano e capello biondo platino. Centrale difensivo con 12 anni di Serie A in carriera. 103 apparizioni con l’Udinese, 2 reti decisive e una stagione da titolare fisso. Dopo aver lasciato il calcio nel 2014, vorrebbe diventare allenatore. Per ora si gode la vita e viaggia in giro per il mondo: “Ora posso fare ciò che non facevo da calciatore”. Felice così.
GIUSEPPE GEMITI (difensore) – Nato a Francoforte ma “italiano” doc. Ha giocato quasi sempre nel nostro paese, salvo l’esordio tra i pro proprio con la maglia dell’Eintracht. Una stagione e mezza all’Udinese (2002-2004), poco spazio e via al Genoa. E’ stato uno dei protagonisti del Novara nel triplo salto dalla Lega Pro alla Serie A. Ha lasciato il calcio nel 2017 e oggi fa l’osservatore per la Cremonese.
FELIPE (difensore) – Dici il suo nome e pensi all’Udinese, la squadra in cui è cresciuto e poi è anche tornato. 235 presenze e 12 reti complessive.
E’ uno dei pochi calciatori ancora in attività. Dopo aver lasciato definitivamente i bianconeri nel 2017, oggi gioca con la Spal in Serie A.
MARTIN JORGENSEN (centrocampista) – Evergreen. Veloce, tecnico, forse uno dei giocatori più sottovalutati che abbiano mai giocato in Serie A. Numero 7, anche 10, ha giocato 13 anni in Serie A lasciando un segno sia all’Udinese – 2018 partite e 32 gol - che alla Fiorentina, salutata nel 2010. Dopo aver detto basta nel 2015 dopo sei stagioni all’Aarhaus, Jorgensen è entrato nello staff del ct della Nazionale. E’ il collaboratore tecnico di Hareide.
STEFANO MAURI (centrocampista) – Basto una stagione e mezza per convincere la Lazio. Protagonista della cavalcata in Champions del 2005, trequartista principe del 4-2-3-1 “spallettiano”. Mauri si è ritirato nel 2017, ha preso il patentino da direttore sportivo e fa l’opinionista per “Radiosei”, stazione radiofonica romana che si occupa di Lazio.
MICHELE PAZIENZA (centrocampista) – Mediano a 360 gradi. Box to box. Inserimenti e qualche gol, contenimento e tanti tackle. Pupillo di Luciano: “Spalletti mi ha trattato come un figlio, gli sono grato e lo ringrazio tutt’ora”. Udinese, Napoli, Juve, Bologna, la Champions e tanta Serie A. Oggi – dopo il ritiro nel 2017 – è l’allenatore del Siracusa in Serie C.
SULLEY MUNTARI (centrocampista) – Le sue parole dicono tutto: “Ho avuto tanti bravi allenatori, ma in cima metto Spalletti. A Udine mi ha fatto diventare calciatore”. 152 partite e 9 reti tra il 2002 e il 2007, la prima vera esperienza tra i professionisti. Poi Portsmouth, Inter, Milan e il ritorno in Italia con il Pescara. Oggi Muntari è a caccia di una nuova sfida, dopo l’ultima esperienza con il Depor ha ancora voglia di giocare.
GIAMPIERO PINZI (centrocampista) – Pinzi, 66. Numero di maglia sui generis, qualche gol e tanta sostanza. Il “Vecio” è stato uno dei giocatori più rappresentativi dell’Udinese, 355 presenze e 19 reti in 13 stagioni. Nel mezzo, un paio di anni al Chievo. Protagonista di più qualificazioni in Champions League, non solo con Spalletti ma anche con Guidolin.
Smettere? Macchè. Pinzi gioca ancora. Dal 2017 milita nel Padova, l’anno scorso ha festeggiato una storica promozione in Serie B. 37 anni e nessuna voglia di smettere: “Finché mi diverto continuo a giocare”.
DAVID PIZARRO (centrocampista) – Chiamatelo “Pek”. Regia, controllo, tranquillità e gestione del pallone. Pizarro è stato l’architetto dell’Udinese “spallettiana”, tant’è che successivamente se lo portò perfino alla Roma. Nel 2005 lascia i bianconeri e approda all’Inter, non prima di aver contribuito a portare Spalletti in Champions League. Nel 2003 segnò addirittura 8 reti stagionali, tutt’ora il suo record personale.
Pizarro ha lasciato il calcio poco tempo fa, il 30 novembre 2018. Dopo più di 20 anni di calcio, ha detto basta in uno stadio pieno piangendo a dirotto. E con l’Universidad de Chile, l’ultima squadra della sua immensa carriera.
DAMIANO ZENONI (centrocampista) – I Filippini, gli Inzaghi.. e i Zenoni. Cristiano e Damiano, stavolta parliamo di quest’ultimo: esterno a tutta fascia, Spalletti lo prese nel gennaio 2005 per rinforzare la corsia. Scelta giusta, 16 presenze e tanta qualità. Si è ritirato nel 2014 dopo tre anni di Eccellenza con la Grumellese, oggi allena la Berretti della Feralpisalò.
DAVID DI MICHELE (attaccante) – È bastato un anno per far innamorare tutti: stagione 2004-2005, “Re David” segna 15 gol e l’Udinese vola in Champions. Tanti gol in ogni piazza, da Reggio Calabria a Lecce, fino al Palermo e al Torino. Ha chiuso la carriera nel 2016 con la Lupa Roma, oggi ha intrapreso la strada di allenatore. Spalletti resta il suo punto di riferimento: “È una persona vera, ti dice le cose in faccia. E’ un istintivo”.
ANTONIO DI NATALE (attaccante) – Cosa si può aggiungere su Totò? Qualsiasi aggettivo è superfluo. Nasce esterno, chiude da bomber, per due anni di fila è stato il capocannoniere della Serie A. Reti eccezionali, guizzi al volo e controlli di tacco. 227 reti in 446 partite. Totò è per sempre.
Di Natale ha dato l’addio al calcio nel 2016, i tifosi l’hanno salutato a modo loro omaggiandolo durante il giro di campo di rito. Tante lacrime, anche se adesso il suo futuro sembra in panchina: da quest’estate è collaboratore tecnico di Pasquale Marino con lo Spezia in Serie B. I due si sono conosciuti all’Udinese, è stato uno dei primi a schierarlo da punta vera.
VINCENZO IAQUINTA (attaccante) – Campione del Mondo nel 2006 proprio grazie all’Udinese. Lippi lo chiamò dopo le 16 reti stagionali tra campionato e coppe. Nel 2007, dopo un altro anno positivo, andò alla Juve per 11 milioni. Lui e Spalletti si stimavano a vicenda, ma una volta arrivarono alle mani: “E’ il miglior allenatore italiano probabilmente, ma dopo un rimprovero lo mandai a quel paese e finimmo testa contro testa…”. Ha dato l’addio al calcio nel 2013 dopo vari problemi fisici. Nel 2018 è stato condannato a 2 anni nel processo di ’Ndrangheta "Aemilia"
ROBERTO MUZZI (attaccante) – Un solo anno con Spalletti, ben 4 con l’Udinese: Muzzi arriva nel ’99 e segna 44 reti in quattro stagioni. Tuttavia, con “Lucianone” in panchina riesce a farne soltanto 5. Nel 2003 saluta tutti e sbarca alla Lazio, darà l’addio al calcio nel 2009. Dopo il ritiro è diventato allenatore, nel 2013 è stato il vice di Andreazzoli sulla panchina della Roma. Amico di Stramaccioni, è stato il suo secondo durante le ultime esperienze al Panathinaikos e allo Sparta Praga.
CARSTEN JANCKER (attaccante)– Si presentò così: “Farò meglio di Bierhoff”. Tedesco come lui, attaccante come lui, perfino un bel curriculum: Campione d’Europa con il Bayern nel 2001 e pluricampione di Bundesliga. Un Mondiale e un europeo con la Germania, dove ha segnato anche 10 reti. Nel 2002 arriva in Italia per 2 milioni e mezzo, tante aspettative e zero risultati. Spalletti lo utilizzerà con il contagocce, 3 gol in 38 partite tra il 2002 e il 2004. Litigò anche con Pozzo, salvo poi essere rispedito in patria. E' stato uno dei primi calciatori europei a trasferirsi in Cina: nel 2007 ha giocato con lo Shanghai Shenhua. Anche qui, nessuna rete...
Dopo il ritiro nel 2009 oggi Jancker è diventato allenatore: ha iniziato con i ragazzi dell’Under 15 nel Rapid Vienna, ma la prima esperienza avviene in Austria con l’Horn SV, in seconda divisione. Ultimo posto a novembre e dimissioni. C'è ancora tanta strada da fare
DINO FAVA (attaccante) – Altra icona del calcio di Spalletti: la punta centrale. Dino Fava è stato il perno centrale durante la stagione 2003-04. 12 reti in campionato e qualificazione in Coppa Uefa. L’anno scorso andò a trovare il suo ex allenatore durante il ritiro dell’Inter, prima della gara contro il Napoli: Quando uno come Spalletti si ricorda di te dimostrando un grande affetto, vuol dire che in serie A ho lasciato un buon ricordo”.
Treviso, Bologna, Salernitana, Paganese… fino al Giugliano! Ebbene sì, a 41 anni Dino Fava gioca ancora, segna in Eccellenza e non vuole smettere.
