Juve, come giocherà Cristiano Ronaldo con Sarri

Serie A

Fabio Barcellona

Da centravanti nel 4-3-3, da esterno del tridente d'attacco o da punta nel 4-3-1-2: tre diversi scenari per immaginare come Maurizio Sarri potrebbe utilizzare Cristiano Ronaldo

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L’arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus ha stimolato la curiosità degli appassionati più attenti agli sviluppi tattici del gioco. Il nuovo allenatore bianconero è, infatti, un tecnico profondamente diverso da Massimiliano Allegri e il suo calcio presenta parecchie differenze da quello del suo predecessore.

La transizione è da un allenatore che filosoficamente accettava di seguire il corso della partita, leggerne le fasi e interpretare al meglio i diversi momenti, a un tecnico che invece ha l’ambizione di controllare il gioco e definire il contesto tattico della partita, provando a imporre il proprio disegno.

Più concretamente la storia di Sarri ci racconta di un allenatore che centra la propria fase difensiva su un pressing strutturato, orientato alla lettura delle linee di passaggio e su un sistema a zona piuttosto ortodosso che definisce la posizione dei propri calciatori preferenzialmente in funzione della posizione del pallone. I giocatori della Juventus erano abituati a un pressing selettivo, limitato a specifiche fasi del match e orientato alla marcatura degli avversari, e a un sistema a zona “sporcato” dalla posizione dell’uomo, quindi dovranno cambiare parecchie abitudini tattiche.

Analogamente, il gioco in fase di possesso palla, basato sulle letture individuali e su un utilizzo piuttosto massiccio delle rifiniture dall’esterno, dovrà essere progressivamente abbandonato, lasciando spazio a un passing-game ispirato ai principi del “gioco di posizione”.

Tra le tante curiosità, una in particolare solletica la fantasia dei tifosi e riguarda la posizione in campo e le funzioni da assegnare a Cristiano Ronaldo. In maniera schematica, le ipotesi di utilizzo di CR7 all’interno della Juventus di Sarri, sovrappongono le immagini delle squadre allenate del tecnico toscano alla figura del fuoriclasse portoghese. Tuttavia, sebbene Sarri sia un tecnico dai principi di gioco chiari e inderogabili, bisogna sempre ricordare che il calcio espresso da una squadra è sempre la somma delle linee tattiche disegnate dall’allenatore e le caratteristiche dei giocatori. La curiosità quindi è bidirezionale: come giocherà CR7 nella Juve di Sarri e, in maniera inversa, come definirà Cristiano Ronaldo la squadra dell’ex tecnico di Napoli e Chelsea?

In quest’ottica sono state particolarmente interessanti le parole espresse da Maurizio Sarri nella conferenza stampa di presentazione. Il tecnico toscano ha più volte sottolineato che, sebbene la filosofia di fondo del suo calcio sia immutabile, l’applicazione pratica deve essere modulata sulle caratteristiche dei giocatori, a maggior ragione se i calciatori allenati sono fuoriclasse dalle qualità ben definite e consolidate.

Tratteggiando la costruzione della sua squadra, Sarri ha disegnato un percorso che ha origine dalla necessità di mettere nelle migliori condizioni tattiche possibili i giocatori capaci di “fare la differenza”, individuati nei giocatori maggiormente di talento e capaci di incidere negli ultimi 30 metri di campo. Partendo quindi dalle caratteristiche dei giocatori, il modulo di gioco e gli adeguamenti della fase difensiva sono una diretta conseguenza della volontà di assecondare le qualità dei calciatori migliori. A tal proposito il tecnico toscano ha ricordato che, nel corso della carriera, ha variato più volte il suo modulo di gioco, partendo dal 4-2-3-1 delle serie inferiori, passando al 4-3-1-2 di Empoli per approdare al 4-3-3 di Napoli, mutato, come affermato dallo stesso Sarri, in una sorta di 4-4-2 mascherato al Chelsea.

Se si prende come riferimento il 4-3-3, l’ultimo dei moduli di gioco adottati da Maurizio Sarri, si possono provare a immaginare la posizione e il ruolo di CR7 nel tridente offensivo.
 

Ronaldo centravanti del 4-3-3

La prima ipotesi, probabilmente la più semplice, è quella che vede Cristiano Ronaldo impiegato come centravanti all’interno di un 4-3-3. La soluzione è quella più ovvia per sollevare il campione lusitano da troppi compiti difensivi, richiedendo principalmente un attento posizionamento sulla costruzione bassa avversaria e poco campo da coprire in fase di non possesso. In fase d’attacco le immense qualità di CR7 sono potenzialmente in grado di soddisfare ogni richiesta tattica.

Il portoghese possiede un’amplissima varietà di movimenti da potere utilizzare in funzione delle esigenze della squadra. Ronaldo è capace di attaccare la profondità con tempi e movimenti precisissimi (qualità sfruttata davvero poco la passata stagione) ricevendo il pallone alle spalle della difesa e, in ogni caso, abbassando la linea arretrata avversaria. In aggiunta, la capacità di posizionarsi in area e finalizzare le rifiniture dei compagni è forse diventata con gli anni la qualità migliore di CR7. Infine, Ronaldo è perfettamente in grado di staccarsi delle difese avversarie, sostenere il palleggio della squadra e, in accordo coi principi di gioco di Sarri, aiutare la creazione di zone di superiorità posizionale.

Limitando lo sguardo ai giocatori adesso in rosa alla Juventus, un ipotetico tridente potrebbe essere completato da un giocatore capace di giocare negli half-spaces, come Dybala o lo stesso Bernardeschi e da un esterno più capace di fornire ampiezza, come Douglas Costa o Cuadrado. Nel calcio offensivo del tecnico toscano, orientato a ricercare rifiniture capaci di creare occasioni di ottima qualità, CR7 potrebbe davvero essere il centravanti ideale per ricchezza di movimenti e capacità di finalizzazione. L’unica incognita rimane la volontà di Ronaldo di ricoprire il ruolo con continuità. La storia al Real Madrid e la passata stagione alla Juventus raccontano che il portoghese ama avere accanto a sé un centravanti di ruolo, per potere avere maggiore libertà posizionale e non essere costretto a diventare il principale riferimento per tenere impegnati i centrali avversari e occupare l’area di rigore.

Ronaldo da esterno offensivo del 4-3-3

All’interno del 4-3-3 si può anche ipotizzare un impiego di Cristiano Ronaldo da esterno offensivo, sulla preferita fascia sinistra. Sebbene CR7 abbia caratteristiche molto diverse da quelle di Eden Hazard, si può provare a immaginare la Juve di Sarri traendo informazioni da alcuni tratti caratteristici del Chelsea della passata stagione. La tendenza del campione portoghese ad abbandonare la propria posizione, attaccando il centro del campo, potrebbe essere compensata nel sistema di Sarri, non già da un interscambio di posizione con il centravanti, come fatto nella Juve di Allegri con Mandzukic, ma da uno schieramento asimmetrico capace di occupare la fascia sinistra con la posizione avanzata del terzino sinistro e con i movimenti della mezzala.

In fase difensiva, per non costringere con continuità Ronaldo ad allinearsi con la mezzala in fase di non possesso, la Juve di Sarri potrebbe passare fluidamente, come il Chelsea dello scorso anno, dal 4-5-1 al 4-4-2. Per questo sulla fascia destra dovrebbe esserci un esterno capace di giocare, in fase difensiva, sulla linea dei centrocampisti, mentre nella posizione di centravanti, per equilibrare la squadra, potrebbe essere impiegato Dybala e la sua capacità di raccordare il gioco. L’attacco dell’area e della zona del secondo palo partendo dall’esterno da parte di Ronaldo potrebbe essere un’arma realizzativa devastante all’interno del calcio offensivo di Maurizio Sarri.

Ronaldo nel 4-3-1-2

Buona parte degli adattamenti posizionali e difensivi necessari a un impiego di Cristiano Ronaldo come esterno di un 4-3-3 potrebbero essere superflui se la Juventus adottasse come modulo di riferimento il 4-3-1-2 che Sarri ha impiegato con ottimi risultati ad Empoli e che ha regalato al tecnico toscano l’opportunità di sedere per la prima volta in carriera sulla panchina di una grande squadra. In genere il 4-3-1-2 richiede grossa mobilità alle due punte, che devono essere in grado di aprirsi sull’esterno per garantire ampiezza al gioco d’attacco, capaci di venire incontro a dialogare coi centrocampisti creando spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e di abbassare la difesa avversaria per creare spazi al gioco interno del trequartista.

In questo scenario CR7 potrebbe pertanto avere l’occasione di utilizzare tutti i suoi movimenti offensivi, alternando tagli dall’interno verso l’esterno a tagli opposti, dalla fascia verso il centro del campo; potrebbe attaccare la profondità e accorciare e dialogare coi centrocampisti. Il suo partner d’attacco dovrebbe essere in grado di coprire un’ampia gamma di movimenti offensivi e, anche in questo caso, Dybala ha, in potenza, tutte le qualità per ricoprire con profitto il ruolo. Infine, in fase di non possesso, i compiti di pressing degli attaccanti sarebbero piuttosto semplificati, limitandosi a orientare, generalmente verso l’esterno, la costruzione bassa avversaria, e il campo da coprire in fase difensiva non troppo eccessivo.

A completare il reparto offensivo potrebbe essere un trequartista capace, oltre che di dialogare con i centrocampisti, di attaccare gli spazi creati dai movimenti delle punte. In quest’ottica Aaron Ramsey potrebbe essere il nome giusto per occupare la posizione, e in alternativa Bernardeschi potrebbe trovare la collocazione giusta per avviare il suo processo di specializzazione invocato dallo stesso Sarri nella sua prime dichiarazione da allenatore bianconero.

La gamma delle ipotesi possibili potrebbe comprendere anche l’impiego di CR7 all’interno di un 4-2-3-1, ma, come sempre e come ha anche affermato Maurizio Sarri in conferenza stampa, sarà il campo a disegnare l’impiego più funzionale a esaltare le caratteristiche del suo giocatore migliore e più determinante. Si tratta di pazientare ancora un po’ di tempo, e con l’inizio del calcio giocato, finalmente, potremmo soddisfare tutte le nostre curiosità.