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L’uomo e il campione dietro Alex Del Piero

Serie A

Matteo Marani

©Getty

Nel giorno in cui Sky Sport Uno dedica il suo palinsesto ad Alex Del Piero, un racconto inedito che traccia le tappe principali della sua carriera, ma soprattutto le persone che lo hanno aiutato a diventare il mito mondiale che è oggi. A cominciare dal padre Gino

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Era un imprecisato giorno del ‘93. Forse era autunno, forse inverno a ripensare al giubbotto pesante che indossava lui. In un bar del centro di Torino, mentre si preparava a una delle prime interviste da juventino, Alessandro Del Piero fu avvicinato da un cliente del locale: "Mio figlio era forte – disse -, ma non ha avuto raccomandazioni per arrivare in alto nel calcio”. Del Piero lo inquadrò e replicò ironico: “Ha ragione: per mia fortuna ero figlio di un elettricista".

Le luci di papà

Quel babbo si chiamava Gino Del Piero ed è stata la figura più amata, quasi venerata, da Del Piero. Non si può capire il campione se non si ritorna a quel rapporto speciale fra i due, padre e figlio, se non si risale per intero alle origini del bambino di allora. Fu papà Gino a costruire l’impianto luci sul campetto dietro la casa di San Vendemiano, nel quale prima il fratello Stefano e poi Alessandro si sono misurati per anni, ogni sera fino a tarda ora grazie ai nuovi riflettori. Provare e riprovare i calci piazzati, i tiri in porta, le giocate a effetto, le stesse che avrebbe esibito al mondo intero con i ‘gol alla Del Piero’, colpi a girare. Anche quelli nacquero lì, nel silenzio e nell’esercizio, in anni lontani dal successo.

Quel fenomeno delle giovanili

Quando arrivò al Padova, stagione 1991, schierato prima con gli Allievi e poi quasi subito con la Primavera, era come se tutto quel repertorio fosse già stato messo a frutto. Se ne accorsero subito l’allenatore Sandreani e i senatori dello spogliatoio Galderisi e Ottoni. A chi parlava con loro, in quei giorni, la risposta era sempre la stessa: “È venuto ad allenarsi con noi un fenomeno delle giovanili”.

Le date

Aveva 17 anni ed era un pulcino senza barba. Con l’acne della sua età debuttò in Serie B con la maglia biancorossa il 15 marzo 1992. Fu una delle tante prime volte: il 12 settembre 1993 il primo ingresso in Serie A, il 25 marzo 1995 il debutto in Nazionale, il 18 maggio 1995 il primo scudetto, il 22 maggio 1996 la Champions, il 9 luglio 2006 il Mondiale.

Del Piero alza la Coppa del Mondo dopo la finale vinta contro la Francia a Berlino - ©Getty

Una fiaba da 10

L’antefatto, tutto ciò che poco si conosce del campione successivo, è in realtà alla base di questa fiaba, la magnifica fiaba di uno dei più grandi calciatori italiani di sempre, sicuramente la maggiore bandiera – con Gianpiero Boniperti – dell’ultracentenaria storia della Juventus. In bianconero, con la maglia numero 10 indossata da Sivori e Platini, il suo idolo, e da Roby Baggio, il compagno che lui sostituì nel 1995, Del Piero ha giocato 19 campionati, compreso quello vinto in Serie B con le stellette di campione del mondo addosso, ha disputato 705 partite, ha segnato 290 reti totali, di cui 188 in Serie A. Per almeno dieci anni è stato il capitano e guida indiscussa dello spogliatoio, più forte della sua dirigenza. Del Piero ha mostrato le cose incantevoli di un mobilissimo repertorio: il calcio di destro a rientrare, le punizioni di potenza o a girare, il senso del gol in area da prima punta e una morbidezza di piedi da rifinitore. Ha giostrato accanto a molti compagni, segnandone spesso le fortune. Ha suggerito per Vialli, Vieri, Inzaghi, Trezeguet e tantissimi altri.

All'81' Del Piero segna il gol vittoria contro il River Plate che vale la Coppa Intercontinentale - ©Getty

Il momento massimo della carriera

E’ stato tra il 1996 e il 1998, quando perse due finali di Champions per un soffio e decise la finale di Coppa Intercontinentale contro il River Plate, dopo l’unico successo precedente firmato nientemeno che da Platini. Segnò anche 21 reti in una stagione. Per un paio di anni, Del Piero è stato - se non il migliore calciatore del mondo - tra i primi d’Europa, un papabilissimo vincitore del Pallone d’oro. Poi arrivò il terribile incidente a Udine nel novembre 1998, che lo lasciò fuori un anno e che lo condizionò, non poco, nelle stagioni successive.

Il secondo Del Piero

Venne giustamente aspettato e il professionista emerse in tutta la sua forza. Sudore, dolore, fatica, ma anche qualche sorriso in più grazie alla presenza di Sonia, la donna che lo avrebbe reso padre. Dopo Udine, è nato di fatto un secondo Del Piero. Più maturo, forse ancora più saggio, sebbene sia sempre stato un tipo affidabile, ma più provato dal dolore. Il più grande lo provò nel 2001, per la scomparsa del padre. A Bari, in un febbraio freddo, ma con un sole bellissimo, a nove minuti dalla fine segnò l’1-0 della Juve e lanciò un bacio struggente e feroce in cielo. Semplicemente un grazie.

L'emozionante esultanza di Alex a Bari - ©LaPresse

Del Piero ha deciso quando uscire di scena

L’ha fatto con la Juve nel 2012 – nella standing ovation di un intero stadio – e nel 2014 con il calcio, dopo le esperienze in Australia e in India. La curiosità di scoprire, conoscere e viaggiare in nuovi mondi è parte dell’intelligenza dell’uomo, una qualità che gli vale il rispetto di tutti, anche tra i non juventini. Oggi vive in Calfornia e si affaccia in Italia attraverso Sky, come opinionista e volto famigliare. Un modo per tornare anche più spesso in Italia e fare un salto a San Vendemiano. Là, in fondo, ci sono ancora gli amici dell’infanzia, mamma Bruna, Stefano e il ricordo tangibile di Gino, l’uomo che ha fatto diventare uomo Del Piero.

La famiglia Del Piero, al centro Alex e il padre Gino