Serie A, Spadafora: "Ripresa sentiero sempre più stretto"

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Intervenendo a una trasmissione de La7 il ministro dello sport è tornato sul tema della ripresa del campionato di calcio e della questione degli allenamenti dei calciatori, lasciando presagire scenari non proprio ottimistici: "La vedo dura, gli stessi presidenti nei prossimi giorni potrebbero chiederci di sospendere definitivamente la Serie A. Allenamenti? Nei prossimi giorni avremo le idee più chiare"

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La ripresa del campionato di calcio sinceramente sembra un sentiero sempre più stretto, la ripresa degli allenamenti, che auspichiamo, non significa la ripresa del campionato. L'appello da fare alla Lega calcio di Serie A, che nei prossimi giorni tornerà a riunirsi, è di cominciare a pensare a un piano B, perché le soluzioni possono essere tante.” Con queste parole decisamente pessimiste, pronunciate al programma Omnibus, in onda su LA7, il ministro dello sport Vincenzo Spadafora torna sui possibili scenari del calcio nella fase 2 di questa complicata emergenza coronavirus. Il tutto a due giorni dall’anticipazione da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte del decreto del 4 maggio, che non concederà ai calciatori la possibilità di allenarsi nei centri sportivi, seppur singolarmente, nonostante il via libera degli allenamenti per gli sportivi professionisti e non di sport individuali.

Spadafora: "Presidenti stessi potrebbero chiedere di sospendere campionato"

Una decisione ritenuta discriminatoria dagli stessi giocatori e contro la quale più di qualche presidente ha protestato. Ma non tutti, evidentemente, sempre secondo quanto riferito dallo stesso Spadafora: "Comincio a percepire, leggendo alcune dichiarazioni, che probabilmente nei prossimi giorni - visto che ci sarà anche una riunione straordinaria della Lega - potremmo avere una sorpresa, perché secondo me potrebbe essere anche la maggioranza dei presidenti dei club a chiederci di sospendere e di prepararsi invece nel migliore dei modi al nuovo campionato. Anche perché - continua il ministro -, se fossi nei presidenti delle società, penserei soprattutto a organizzarmi per riprendere in sicurezza e con tutti gli atleti pronti il nuovo campionato, quello che dovrà ripartire poi a fine agosto. Le decisioni che stanno prendendo gli altri Paesi, come ieri la Francia - che penso non sarà l'ultima - potrebbero indurre anche l'Italia a seguire la linea".

Allenamenti calciatori, quando ne sapremo di più

Il campionato resta dunque in forte dubbio, ma nei prossimi giorni, in ogni caso, sarà fatta più chiarezza quantomeno sul tema del ritorno agli allenamenti, condizione ovviamente indispensabile per una eventuale ripartenza dei tornei: "Al massimo entro questa settimana il Comitato tecnico-scientifico ci dirà se il protocollo è attuabile o meno. Entro tre giorni al massimo potremo dire se la Serie A può ripartire con gli allenamenti per il 18 maggio. Fra oggi e domattina ci saranno una serie di audizioni sul protocollo presso il Comitato tecnico-scientifico, poi si capirà", ha aggiunto il ministro Vincenzo Spadafora. "E' fuori di dubbio che, se dovesse riprendere il campionato, le partite si giocheranno a porte chiuse. Lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A, il criterio indicato dal Comitato tecnico-scientifico era di contingentare i numeri, negli sport individuali abbiamo esteso la possibilità degli allenamenti ai professionisti e ai non professionisti ritenuti di rilevanza nazionale dal Coni, che poi sono poche migliaia di persone. Non abbiamo esteso la riapertura al calcio, perché il protocollo non è stato ritenuto sufficiente".

Spadafora: "Tanti dubbi sul protocollo"

"Io non cerco rischio zero, perché il rischio zero non lo possiamo cercare come Paese. Ho semplicemente chiesto al Comitato tecnico-scientifico che il protocollo proposto dalla Figc fosse quantomeno attuabile. Siamo così sicuri che si riesca ad ottenere l’ingente numero di tamponi che servirebbero per monitorare tutti i calciatori? E poi, il protocollo è applicabile anche per le serie minori del calcio? So che il calcio produce un fatturato e soprattutto paga tasse allo Stato che consentono di alimentare il fondo con cui finanziamo tutti gli altri sport. Sarei un folle a demonizzare il calcio, perché vuol dire che l'anno prossimo non ci sarebbero le risorse per finanziare le altre discipline sportive; da ministro dovrei rispondere a questa cosa gravissima. Però - ha concluso - tutti dobbiamo fare dei passi avanti e non avere fretta sulle date dei campionati. Io oggi non posso dire se a metà giugno riprenderanno i campionati. Non ne possiamo avere certezza".