Il 19 maggio del 1991 la Sampdoria vinceva uno storico scudetto trascinata da Gianluca Vialli e dal suo "gemello" Mancini. Un gruppo di amici veri, guidato da un allenatore unico, capace di un'impresa
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- Portiere della Sampdoria dal 1987 al 1994, prima di passare all'Inter. Decisivo nell'anno dello scudetto blucerchiato con le sue parate, su tutte il rigore neutralizzato a Matthaus, nello scontro diretto con i nerazzurri
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- Altro tassello chiave della squadra allenata da Boskov: acquistato dallo Stoccarda nel 1989, resta in blucerchiato fino al 1994
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- Titolarissimo della fascia: ventisei presenze e due gol, uno nella partita scudetto contro il Lecce. A differenza di quasi tutti i suoi ex compagni di squadra, lui si è allontanato dal mondo del calcio
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- Uomo chiave di quella Sampdoria, con la sua corsa e i suoi cross dalla fascia. Ha poi ritrovato il gruppo di amici in blucerchiato in Nazionale, entrando nello staff di Mancini come assistente
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- L'altro centrale di centrocampo. Anche per lui il calcio è rimasto un lavoro, con la carriera da allenatore iniziata proprio con la Samp nelle giovanili.
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- Dietro a Vialli e Mancini per gol segnati: cinque in quel campionato. Lascerà a fine anno per approdare alla Fiorentina
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©Getty
- Solo due presenze per lui: 180 minuti da vice Pagliuca. Alla Samp per il finale di carriera; sempre in blucerchiato inizierà quella da preparatore dei portieri. Oggi lo è nella Nazionale di Mancini
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- Le sue "massime" sono letteratura, il suo modo di gestire il gruppo era roba da fine psicologo. Come diceva lui, "allenatore deve essere amico, maestro, poliziotto"