Mourinho ha il suo nuovo centravanti: ultimi dettagli e poi Sardar Azmoun sarà un giocatore della Roma. Pallino dello Special One da anni, l'iraniano non ama stare al centro dei riflettori ma è stato il primo calciatore del suo Paese a esporsi pubblicamente a difesa dei diritti delle donne dopo le proteste degli scorsi mesi. E ha assaporato l'Olimpico pochi mesi fa...
- Classe 1995, è nato l'1 gennaio 1995 a Gonbad-e Kavus, città iraniana di circa 150 mila abitanti tra il Mar Caspio e il confine col Turkmenistan. Chiamato il 'Messi iraniano' - più per il ruolo di simbolo del suo Paese che per caratteristiche - è una punta che varia su tutto il fronte d'attacco: fa salire la squadra, cerca l'uno contro uno e finalizza. Ma il calcio non è stato sempre il suo obiettivo...
- L'iraniano aveva infatti inizialmente abbandonato l'idea del calcio per dedicarsi alla pallavolo, sulle orme di papà Khalil. Si dice avesse un grande talento, ma alla fine la chiamata di un allenatore per una squadra nata da poco e i primi gol lo convinsero a mettere palla a terra per giocare definitivamente con i piedi.
- Ha cambiato varie squadre nelle giovanili fino al Sepahan. Qui sembrava arrivato il momento per debuttare a livello professionistico, ma le cose sono andate peggio del previsto. "Il Sepahan mi ha trattato male - racconterà Azmoun -. Non mi pagava lo stipendio, ero rimasto indietro con l’affitto e sono tornato a casa". È il Rubin Kazan a mettere successivamente gli occhi di lui e a portarlo in Russia nel gennaio 2013.
- Col Rubin ha cominciato, dunque, a confrontarsi con i grandi e ha trovato anche il debutto in Europa. È nel suo prestito (poi diventato trasferimento a titolo definitivo) al Rostov, tuttavia, che ha mostrato ad alti livelli tutto il suo talento: 25 gol per il club sul Don, prima del ritorno al Rubin e il passaggio allo Zenit con la quale si è consacrato. 12 reti nei primi 6 mesi, 50 nei due anni e mezzo successivi.
- Durante il suo primo periodo al Rubin Kazan ha scelto la maglia numero 69 (la targa di Golestan, la regione in cui è cresciuto) in omaggio alle sue origini
- Tare alla Lazio lo cercò sin dai tempi del Rostov e poi anche dopo, la stagione passata ci hanno fatto più di un pensierino sia Juve che Atalanta. Insomma sono diverse le squadre italiane sfiorate in passato dall'iraniano, compresa la Roma di Mourinho che - da poco arrivato nel 2021 - tentò l'affondo prima di puntare su Shomurodov.
- È il messaggio che scrisse allora lo Zenit in risposta a un tifoso. Mou lo corteggiava, ma il club russo non voleva lasciarlo andare e alla fine riuscì a trattenerlo a San Pietroburgo. Questa volta dovrà, invece, sentire lo Special One per adattarsi subito al mondo Roma.
- Alla fine Azmoun ha scelto il Bayer Leverkusen nel gennaio 2022 (esperienza con appena 5 gol in 44 partite). E nell'ultima semifinale di Europa League ha sfidato proprio i giallorossi: ingresso nel finale nella gara d'andata in quello che sarà il suo prossimo stadio, l'Olimpico, e 90 minuti in quella di ritorno, con un brivido finale che poteva regalare almeno i supplementari ai tedeschi.
- L'attaccante non rispecchia lo stereotipo del calciatore fuori dal campo. La maggior parte del suo tempo libero, infatti, la spende con i cavalli: “Sono la mia passione, la cosa che mi manca di più quando sono fuori” raccontava qualche anno fa, lui che è rimasto molto legato alla famiglia.
- 42 gol in 69 presenze. Solo il leggendario Ali Daei ha fatto meglio con la Nazionale dell'Iran di cui Azmoun è attualmente il giocatore più rappresentativo. Sono anche le prestazioni con la propria selezione ad aver contribuito alla fama del centravanti in giro per l'Europa. Nell'ultimo Mondiale, invece, è rimasto a secco (l'Iran è stato eliminato ai gironi).
- Rapporto difficile con il Paese o meglio le istituzioni. Lui è stato il primo iraniano a esporsi sui social dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata per non aver indossato il velo nel modo corretto, evento che ha generato proteste in Iran. "Cacciatemi, se sarà servito a salvare anche un sola ciocca di capelli delle donne iraniane ne sarà valsa la pena. Vergogna per voi che avete ucciso con tanta facilità gente del nostro popolo, e viva le donne iraniane. Se questi sono dei musulmani, che Dio faccia di me un infedele”.
- Al Mondiale 2022 ha rischiato l'esclusione dai convocati per la sua protesta in difesa delle donne, ma già dopo quello del 2018 aveva scelto di lasciare la Nazionale. Un segnale a chi lo aveva criticato durante il torneo, parlando a sproposito e soprattutto esagerando con gli insulti. Polemiche che avevano stressato ulteriormente la madre, già malata, del calciatore allora al Rubin. Poi il ritorno in occasione della Coppa d'Asia.
- Azmoun ci mette sempre il cuore e anche la testa. Non è certo uno che molla, anche se spesso le conseguenze non sono affatto piacevoli. Guardare il video per credere!