Milan, Furlani: "Non temiamo l'inchiesta. Leao vuole restare, su Pioli..."

parla l'ad

In un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' l'amministratore delegato del Milan ha toccato tanti temi: dal prossimo mercato, all'obiettivo seconda stella, dal futuro di Leao e Pioli all'inchiesta della Procura di Milano sul passaggio di proprietà da Elliott a RedBird. Ecco i passaggi più significativi

FIORENTINA-MILAN LIVE - LA CONFERENZA DI PIOLI

"Leao ha una clausola rescissoria da 175 milioni di euro ma prima di tutto vuole restare al Milan. Qui sta benissimo". In un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' l'amministratore delegato rossonero, Giorgio Furlani, allontana le voci su un possibile addio dell'attaccante portoghese la prossima estate. E su Theo Hernandez e Maignan, gli altri due gioielli della rosa, aggiunge: "Sono due campioni e hanno un contratto fino al 2026: speriamo restino il più a lungo possibile". La stagione non è ancora finita, ma gli occhi sono già proiettati sul prossimo mercato estivo: con Giroud sempre più diretto verso altri lidi (Los Angeles o Arabia), è atteso un investimento sul centravanti del futuro: "Se sono pronto a spendere 50 milioni? Nel calcio si pensa spesso che il prezzo corrisponda al valore, ma in realtà non è quasi mai così - puntualizza Furlani -. Dobbiamo trovare i Pulisic, i Loftus-Cheek... Non ci ancoriamo alle cifre, vogliamo puntare al valore".

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Su Pioli

Furlani ha parlato anche di Stefano Pioli: "La nostra è una buona stagione, ma come l'anno scorso c'è stato un avversario che è andato oltre le previsioni - ha proseguito -. Pioli ha una storia al Milan decisamente positiva. Spesso viene critica, ma ha fatto risultati importanti e nessuno in società ha mai parlato di panchina a rischio. Ora sarebbe ingeneroso valutarlo in base al percorso in Europa League o all'esito del derby...".

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Sulla seconda stella e gli obiettivi

L'amministratore delegato del Milan analizza ancora la stagione dei rossoneri. "L’obiettivo era e resta sempre vincere, ma siamo comunque secondi. In campionato abbiamo un punto in meno della stagione dello scudetto e dieci in più di un anno fa dopo le stesse giornate. Abbiamo migliorato la squadra e, se l'anno scorso abbiamo dovuto rivoluzionare la rosa, quest’anno dovremo soltanto perfezionarla. E poi c’è l’Europa League, che non abbiamo mai vinto: è un obiettivo importante". Poi sulla seconda stella: "E' ovvio che avremmo voluto vincerla prima noi dell'Inter, puntiamo a farlo l'anno prossimo".

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Sull'inchiesta e l'ingresso di nuovi soci

Inevitabile un ritorno anche sull'inchiesta della Procura di Milano, che sta indagando sulla vendita del club da Elliott RedBird: "Nessun timore, il proprietario del Milan è RedBird dall’agosto del 2022. Elliott ha concesso un vendor loan, uno dei tanti modi possibili per concludere un’operazione di questa portata. Non c’è niente di nascosto, è tutto molto trasparente, i fatti sono facilmente verificabili. Giusto che le autorità facciano il loro dovere, rimaniamo pienamente collaborativi. L’unico desiderio è che si faccia in fretta". Una precisazione poi sulla presunta ricerca di nuovi soci da parte di Gerry Cardinale. "Premesso che il vendor loan scade nella seconda metà del 2025, non c’è niente di imminente. Non ci sono trattative in corso. Ma in ogni caso il controllo del Milan è e rimarrà di RedBird". 

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Sul nuovo stadio

"Per essere veramente e costantemente competitivi in Europa devi stare al passo con gli altri club e, senza uno stadio che sia adeguato al 2024, e non al 1960, di fatto operi monco", ha poi detto l'ad sul tema stadio. "Il progetto San Donato è quello che abbiamo trovato più attrattivo, andiamo avanti su questa strada. Dal sindaco Sala e da WeBuild ci è stata proposta l’idea di un progetto di ristrutturazione di San Siro, di cui non conosciamo i dettagli. Ascoltiamo le varie opzioni, ma la strada maestra resta San Donato. Tempi? Ipotesi 2028-2029, ma non mi sbilancio". 

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Su Ibrahimovic

Infine Furlani ha parlato anche di Zlatan Ibrahimovic, Senior Advisor di RedBird dallo scorso dicembre: "Se ha davvero preso il comando? A livello formale Ibra non ha deleghe con cui poter decidere, ma il nostro approccio al lavoro non è 'formalistico'. C’è un gruppo che opera e decide in piena collegialità. Il mio rapporto con Zlatan è fantastico e sono fortunato ad averlo vicino: siamo complementari, lui è uomo di campo, io un manager. Io non posso parlare a Maignan con il suo stesso linguaggio. Se i giocatori li sceglierà Ibra? Sul mercato non scordiamo Moncada: Zlatan si confronta spesso con lui sui profili. Io mi occupo dell'investimento".

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