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Pogba: "Voglio solo tornare a giocare, spero nella Juventus"

a Sky uk

Il centrocampista francese si è raccontato a Sky Sports, in un'intervista in cui ha ripercorso i mesi bui della squalifica fino alla riduzione da parte del TAS con la possibilità di tornare a giocare a marzo 2025: "Il futuro? Penso solo a tornare in campo, spero nella Juve, ho un contratto con loro". Sulla positività: "Sono una persona onesta, non un imbroglione, nella sentenza del TAS c'è la verità per questo hanno ridotto la squalifica"

"MARSIGLIA? HO UN CONTRATTO CON LA JUVE"

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Dopo la riduzione della squalifica per doping a 18 mesi, Paul Pogba scalpita per tornare a giocare e lo farà nel marzo del 2025. Il centrocampista francese, ancora sotto contratto con la Juventus, ha parlato a Sky Sports con una chiacchierata di circa un'ora che andrà in onda, completa, domani giovedì 17 ottobre. "Il mio futuro? Voglio solo tornare in campo, stare in campo e godermelo giocando a pallone. Dove? Ovunque, per prima cosa ovviamente alla Juve, voglio ricominciare ad allenarmi con i miei compagni di squadra e non più da solo calciando contro il muro. Ma adesso sono solo focalizzato sul tornare in forma e essere in campo per fare ciò che amo - spiega nell'anticipazione - Un ritorno in Premier League? Io ho ancora un contratto con la Juventus, parlerò con loro e vedrò cosa mi diranno, qual è la loro visione su di me, la mia è quella di tornare a essere un giocatore, tornare a essere Paul Pogba con le stesse qualità ed è l'unica cosa a cui penso". Il fatto di non aver giocato per così tanto tempo (da settembre 2023) pone delle questioni: "In che condizioni tornerò? Certo non è facile allenarsi da solo, ma io mi sono allenato per questo momento, per essere pronto quando sarei tornato a giocare, non credo di avere troppo gap con gli altri che hanno giocato e che si sono allenati, ovviamente so che ci vorrà un po' di tempo ma sono molto motivato e voglio giocare". Qualcuno ha parlato di un rientro soft come in Arabia Saudita o in MLS dove il livello sarebbe un po' più alla portata di questo nuovo Pogba: "Io voglio rientrare al livello che ero rimanendo lo stesso giocatore, con più fame, più motivazioni, e sicuramente apprezzerò molto di più il calcio rispetto al passato - dice ancora - Perché sono rimasto lontano dal calcio e ho realizzato quanto questo sport sia importante per me, e anche perché ho testato in questo periodo cosa sarà la vita dopo la mia carriera, sarò un nuovo Paul Pogba soprattutto rispetto alle motivazioni ancora più forti adesso che nella precedente parte della mia carriera". Tra i nuovi sogni di Pogba c'è anche quello di tornare a vesire la maglia della Francia: "E' quello che spero, è nella mia testa, ma devo essere pronto per questo, ci sono dei giocatori che hanno meritato la maglia della Nazionale e dovrò riguadagnarmi il posto, sono pronto a combattere".

"Il TAS ha riconosciuto la verità, 4 anni erano esagerati"

Tornando alla squalifica, Paul Pogba non nasconde le proprie responsabilità ma ribadisce la sua estraneità e volontarietà rispetto alla positività riscontrata: "Se accetto qualche responsabilità per quello che è successo? Sì, sicuro, accetto di aver preso qualcosa di cui non ero a conoscenza e va bene la punizione, ma non sarebbe mai potuta essere di quattro anni. Io credo che le persone dovrebbero conoscere la verità, cosa ha detto il TAS nella sentenza - spiega il centrocampista francese - Perché ho preso quell'integratore? C'è tutto scritto nei documenti del TAS, non aveva niente a che vedere con l'infortunio, né tantomeno con le mie performance. Era solo un integratore che tutti possono prendere semplicemente andando in farmacia, c'è stato un errore là, ma è tutto scritto, perché io racconto la mia storia, ma il TAS dice esattamente quello che sto raccontando, perché se io racconto la storia può essere solo la mia opinione ma nei documenti del TAS c'è scritta la verità ed è per questo che hanno ridotto la sanzione".

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"Sono una persona onesta, non sono un imbroglione"

Pogba ci tiene a sottolineare la sua buonafede rispetto a quanto accaduto: "Tu mi conosci, le persone mi conoscono e quando è successo tutto sono sicuro che ciascuno ha detto 'conosciamo Paul e sicuramente non ha preso nulla e se è successo è perché non lo sapeva e dunque è successo involontariamente'. Sono una persona onesta, vorrei dire questo, magari avrei voluto dire 'sì l'ho fatto' ma non è questo il caso e non sono io, non sono un imbroglione, io amo il mio sport, amo il calcio, mi piace vincere ma mi piace vincere onestamente, non avrei mai potuto imbrogliare e le persone lo sanno. E' vero, sono un pessimo perdente, ma non sono un imbroglione".

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"Shockato dalla positività, la mia famiglia è stata la mia forza mentale"

Il giocatore della Juventus torna sui momenti immediatamente successivi alla positività riscontrata: "Quando sono risultato positivo al test sono rimasto shockato perché non capivo come era potuto accadere, perché, cosa stava succedendo e cosa avevo fatto di sbagliato - racconta ancora - Ho pensato e ripensato a cosa avevo fatto, se avevo mangiato qualcosa o messo qualche pomata o altro, ero completamente all'oscuro del motivo. E poi ho chiesto aiuto a Dio per quello che mi stava succedendo, solo a lui potevo chiedere aiuto a nessun altro". Il supporto è arrivato soprattutto dalla famiglia: "Certo ho ricevuto tanti messaggi dai miei amici come supporto, ovviamente dalla mia famiglia, soprattutto da mia moglie con cui ho speso tanto tempo insieme e lei non era abituata e anche dai miei figli e ho scoperto di poter essere per loro un padre presente a casa e ho potuto vederli crescere di più - dice ancora - Ho passato tempo con la mia famiglia e i miei figli e mi hanno aiutato a rialzarmi, ma sono stati momenti terribili, alcuni giorni ero davvero giù e pensavo a cosa sarebbe accaduto, e perché è accaduto, ma questo mi ha aiutato anche a crescere molto, è stata una lezione di vita, e mi ha aiutato a vedere la vita in maniera differente". I pensieri negativi spesso si sono affollati nella mente di Pogba: "Ci sono stati momenti in cui mi è venuto in mente che la mia carriera sarebbe finita ma ogni volta che questi pensieri entravano nella mia testa immediatamente cercavo di scacciarli e mia moglie spesso mi costringeva a sedermi e mi diceva che sarei tornato a giocare di nuovo dopo essere passato attraverso tutto questo, ognuno nella mia famiglia mi ha spinto, è stata una grande parte della mia forza mentale e ovviamente la fede in Dio mi ha permesso di rimanere positivo perché la vita sarebbe comunque continuata. Sono un padre, un marito, un figlio per mia madre e per questo avrei dovuto avere energie positive per condividere tempo con loro".

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